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L'abbazia di san Martino al Cimino nel 1910 (Archivio Mauro Galeotti)

Abbazia di S. Martino a san Martino al Cimino (Nullius diocesis)

I documenti di epoca moderna, non indicano l’anno di fondazione del monastero dedicato a S. Martino anche se alcuni studiosi attestano che la prima menzione di una “Ecclesia S. Martini in Montis” si abbia nell’838, ma che risulti facilmente confondibile con una chiesa eretta probabilmente in epoca posteriore1.

Più certe sembrano le testimonianze sull’esistenza del cenobio risalenti all’XI secolo2. Anticamente posseduto dai benedettini, intorno al 1145 fu donato da Eugenio III alla Congregazione cistercense con l’intento di risollevarne la fortuna già abbastanza segnata3.

Le difficoltà economiche furono superate grazie al sostegno ricevuto da Innocenzo III (1198 – 1216) e all’arrivo, nel 1207, di alcuni monaci provenienti dal cenobio di Pontigny4. I religiosi portarono a S. Martino un notevole rinnovamento negli studi e nella disciplina, il monastero acquistò nuova fama5, i papi e gli imperatori lo onorarono e lo protessero6.

Nel 1305 S. Martino aveva amministratori in sette luoghi della provincia (tra cui Viterbo, Vetralla e Tarquinia) che da lì dirigevano le coltivazioni della terra7, ma non fu esente dalle lotte politiche che in quegli anni flagellavano il territorio. Nel 1329 i monaci - cacciati poco prima dalla famiglia Gatti – poterono tornare, ma non riuscirono a risollevare le sorti del monastero, saccheggiato a causa dei debiti con la Camera apostolica8.

Pochi anni più tardi, nel 1400, si manifesterà più chiaramente quella decadenza che molti studiosi collegano al coinvolgimento degli abati nelle lotte tra le fazioni politiche di Viterbo, oltre che all’istituzione del meccanismo della “commenda”9.

Il proposito di Eugenio IV, manifestato intorno al 1441, di affidare il reddito e gli edifici dell’abbazia (che dovevano essere restaurati) alla Congregazione dei Monaci olivetani di Arezzo per risollevarne le sorti, dura poco perché nel 1452 Niccolò V restituisce il monastero ai Pontiniacensi. Da quel momento, alla guida dell’Abbazia si succedono: Francesco Todeschini (1462)10, Alessandro Farnese (1503), Giulio di Niccolò della Rovere (1524)11, Girolamo Riario e il card. Ranuccio Farnese, fino a che, il 12 giugno 1564 - per disposizione di papa Pio IV d’accordo con la famiglia Farnese - il cenobio di S. Martino viene unito a quello della basilica di S. Pietro.

La decisione sembra fosse dettata dalla necessità di risanare la grave situazione in cui versava il Vaticano dopo la vendita dei feudi cui fu obbligato per pagare i debiti con la Camera apostolica. Il 9 ottobre 1645 il castello di S. Martino passa alla famiglia Pamphili attraverso un contratto di permuta.

In seguito papa Innocenzo X (1645 – 1654) onorerà il Castello col titolo di principato ed i Pamphili con la sua giurisdizione, trasformando però la chiesa in abbazia secolare indipendente nella guida e nella giurisdizione da qualsiasi diocesi e vi istituirà un collegio dei canonici insieme al parroco arciprete12.

In quella occasione l’abate sarà, inoltre, dotato della giurisdizione di riunire il sinodo. Saranno assegnati alla chiesa abbaziale crediti annui ed arredi, al principe Pamphili spetterà il diritto di patronato e quello di nominare un uomo quale cardinale protettore.

Il monastero resterà della famiglia Pamphili per molti anni, finché, sotto il pontificato di papa Clemente XIII (1758 – 1769), tutore del patrimonio Pamphiliano, diritti, principato e sostegno, toccheranno in sorte alla stirpe Doria Landi, che aggiungerà il suo cognome a quello dei predecessori e porterà avanti il lavoro di questi fino al XX secolo13.

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1 Pietro Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Bollettino storico archeologico viterbese”, Viterbo, febbraio 1908, Anno I, fasc. I, p. 40.

2 Pietro Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, in: “Rivista storica benedettina” anno I. fasc. IV ott. – nov. 1906. Anno II. Fasc. VII apr. – giu. e lug. - Sett. 1907, pp. 7, 17-18.
3 P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Boll. Stor. Arch. Viterbese”, 1908, p. 41; cfr. P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Rivista storica benedettina”, p. 21.
4 Enzo Bentivoglio, Simonetta Valtieri, San Martino al Cimino. L’abbazia. Il Paese e un’ipotesi per il futuro, Viterbo, Agnesotti, 1973, p. 13 – 14, 19.
5 La consacrazione della chiesa, non ancora completata, forse avvenne nel 1225 da parte del card. Capocci; E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino. … , Cit, p. 21.
6 P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: Boll. Stor. Arch. viterbese, 1908, p. 41.
7 E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino … Cit, p. 40.
8 Ibidem, p. 27.
9 Giuseppe Lombardi. Saggi. Roma: Roma nel rinascimento. 2003. p. 309; Cfr. P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Boll. Stor. Arch. Viterbese”, 1908, pp. 42-43.
10 E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino … Cit, p. 27 e 41.
11 P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Boll. Stor. Arch. Viterbese”, 1908, p. 43.
12 Gaetano Moroni. Dizionario di erudizione storico-Ecclesiastica da S. Pietro fino ai nostri giorni, Venezia, Tip. Emiliana, 1840-1861, Vol. XCV, p. 155.
13 Nei primi anni del 1900, il principe Alfonso Doria concesse al comune 500 ettari della vecchia tenuta abbaziale di Petrignano con un contratto di enfiteusi perpetua dietro una corrisposta annua di 28 lire l’ettaro riducendo così notevolmente le proprietà del monastero ed il suo ruolo sul territorio di S. Martino.

Architettura

La struttura della chiesa rivela l’impronta di Pontigny sulla quale intervengono le forme dell’edilizia religiosa francese. Secondo J. Raspi Serra nell’edificio non sembrano essere rintracciabili elementi che possono risalire ad una più antica costruzione benedettina14.

Della struttura dell’abbazia, sappiamo che nel 1305 era dotata di un “Palatium Parvum” forse un magazzino – abitazione, una “Fabbrica” descritta come officina da fabbro, un “infermitorium” a dieci letti e una “Sacristia Superior” per la custodia degli oggetti sacri. Mentre il monastero aveva all’interno anche un “ospizio” per accogliere i pellegrini e un forno o “mulino”.

All’inizio del XIV secolo il monastero era quindi completo nella sua struttura cistercense; quella struttura che oggi si può riconoscere soltanto all’interno della chiesa.
L’interno è di tipo basilicale15, l’impianto è diviso in tre navate mediante un’alternanza di colonne isolate e pilastri16, con transetto emergente e coppie di cappelle quadrate17.

Nella zona Coro – Transetto il contesto strettamente legato alle formulazioni Borgognone cambia manifestando un più forte rapporto con l’Ile – de – France e più vicino all’edilizia cistercense del XIII secolo18 dal quale deriva la copertura a volte esapartite del transetto19. La chiesa termina con un coro pentagonale20.

La facciata, oggi molto restaurata, presenta una grande finestra che riconferma l’orientamento verso esempi dell’Ile – de – France denunciato dall’interno21. Risulta costretta tra due campanili22. Al centro presenta una grande polifora, probabilmente aperta nel XV secolo ed allargata fino a raggiungere l’ampiezza della navata centrale. I campanili, di stile gotico, sovrapposti alla facciata nel 1600, non riescono ad esprimere uno slancio anche se hanno delle coperture piramidali, perché queste, per contrasto, appesantiscono le già massicce torri23.

Arte

L’opera d’arte di maggiore rilievo, conservata nella chiesa (oggi esposta al museo dell’Abate) è lo stendardo bifacciale realizzato da Mattia Preti nel 1650 e commissionato dalla Confraternita del SS. sacramento. Lo stendardo raffigura S. Martino a Cavallo nell’atto di donare il mantello ad un povero, nel verso appare il Salvator Mundi tra angeli, in atteggiamento pietistico24.

Devozione

La partecipazione popolare intorno all’Abbazia di S. Martino al Cimino è testimoniata soprattutto dal numero delle famiglie che, nel corso dei secoli XV e XVI, si è andata accrescendo e moltiplicando. All’ombra della chiesa e del monastero, le famiglie di lavoratori e contadini dispersi nelle campagne, hanno aggruppato le loro case penetrando anche all’interno del chiostro, il numero delle persone è cresciuto sempre più, sottoposto all’amministrazione economica e spirituale dell’abate25.

L’espressione devozionale più forte all’interno della comunità di parrocchiani è quella data, nel corso dei secoli, dalle due grandi confraternite che vi hanno trovato sede: la Confraternita del SS. Sacramento e quella del SS. Rosario. Dal culto manifestato da entrambe le società derivano importanti opere d’arte quali il già citato stendardo conservato sull’altare maggiore e i due vessilli (rispettivamente del 1894 e del 1940) raffiguranti: nel recto, la Madonna con il Bambino, s. Domenico e s. Martino e, nel verso, L’ultima cena26.

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14 Joselita Raspi Serra, Bruno Barbini, Viterbo Medievale, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1975, p. 11.
15 E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino …, cit., pp. 22-23.
16 B. M. Apolloni Ghetti, Antica architettura sacra nella Tuscia, In: “Fede e arte sacra”. Rivista internazionale di arte sacra, anno III, n. 3, 1959, Roma. Tip. Poliglotta Vaticana. p. 294.
17 J. Raspi Serra, B. Barbini, Viterbo …, cit. p. 11; cfr. E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino …, cit., p. 13
18 Il nuovo coro poligonale posto sul transetto longitudinale ha una dimensione ridotta ed è raccordato ad un lunettone con un oculo tipico della più antica edilizia degli edifici dell’ordine. J. Raspi Serra, B. Barbini, Viterbo …, cit., p. 11; cfr. E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino …., cit., p. 23; cfr. B. M. Apolloni Ghetti, Antica architettura sacra nella Tuscia, …, cit. p. 294.
19 J. Raspi Serra, B. Barbini, Viterbo …, cit. p. 11; cfr. E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino …, cit., p. 23; cf. B. M. Apolloni Ghetti, Antica architettura sacra nella Tuscia, …, cit., p. 294.
20 E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino …., cit., pp. 23-24.
21 J. Raspi Serra, B. Barbini, Viterbo …, cit., p. 1.
22 B. M. Apolloni Ghetti, Antica architettura sacra nella Tuscia, …, cit., p. 294.
23 E. Bentivoglio, S. Valtieri, San Martino al Cimino … cit., pp. 25, 27.
24 Le chiese di Viterbo, a cura di Attilio Carosi, Viterbo, Agnesotti, 1995, scheda sulla chiesa di S. Martino.
25 P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Rivista storica benedettina”, …, cit., p. 82.
26 Le chiese di Viterbo, …, cit.


L’Archivio capitolare di S. Martino.

Il Castello di S. Martino, eretto in principato feudale da papa Innocenzo X in favore della cognata Olimpia Maidalchini e dei suoi discendenti nel 1645 vede la chiesa nuovamente ornata del titolo abbaziale (dopo il periodo di dipendenza da S. Pietro).

Vi viene istituita la collegiata con un Capitolo di canonici e l’abate con il grado di protonotario apostolico e con giurisdizione Nullius Diocesis in tutto il territorio del principato.

La bolla Super Universus di Papa Innocenzo X ed una continuazione di questa emanata nel 1765, stabiliscono precise norme sull’organizzazione e la tenuta dell’Archivio del Capitolo, sulla gestione delle rendite della Sacrestia, sull’osservazione degli oneri fissati per i divini uffici e sulle puntature, sulle ordinazioni del Capitolo e sui compiti assegnati agli ufficiali (Camerlengo, Segretario e Sindaci, infermieri ed esaminatori pro sinodali).

Nella organizzazione originale, è testimoniata l’esistenza di due Archivi distinti: quello della Curia e quello del Capitolo. I bandi, gli editti, le costituzioni, e tutti gli ordini emanati dall’abate e riferiti ai sudditi erano conservati nell’Archivio della curia, mentre dell’Archivio del capitolo facevano parte gli ordini, i decreti, le lettere apostoliche, le lettere encicliche e le concessioni emanate dal Papa; le epistole e le nuove costituzioni inviate dal protettore dell’abbazia e dal patrono; le decisioni emanate dalla S. Congregazione del Concilio, dalla Sacra Congregazione dei vescovi e regolari e dalla Sacra Rota; infine che i libri di amministrazione riguardanti le rendite del capitolo stesso, della sacrestia, della chiesa nuova, e delle case canonicali27.

Col tempo i due Archivi si sono uniti e le carte si sono mescolate. Il recente intervento di riordino e inventariazione, pur mantenendo i documenti secondo la posizione e la disposizione nella quale sono stati trovati, è consistito nella fascicolazione delle carte e nella ricostruzione della separazione originale tra quelle prodotte dal capitolo e quelle prodotte dalla curia.

Oggi l’Archivio capitolare dell’Abbazia di S. Martino al Cimino contiene documenti relativi all'attività del Capitolo dell'abbazia stessa ed al rapporto di questa con l'abate ordinario.

E’ diviso in quattro serie: nella prima - riferita all'amministrazione del capitolo - sono contenuti gli elenchi e gli stemmi degli abati e degli arcipreti che si sono succeduti a capo dell'abbazia; la corrispondenza tra l'abate ordinario ed il vescovo di Viterbo; i libri testamentari; i libri delle doti concesse ogni anno alle zitelle; i registri del Monte frumentario di S. Martino e i libri della contabilità della chiesa nuova intitolata al SS.mo Nome di Maria. La serie è costituita di faldoni e registri.

I faldoni contengono carte di carattere diverso e possono essere divise per categoria: quelle riferite esclusivamente all’Abbazia sono carte di carattere amministrativo-contabile28 e disposizioni Amministrativo-pastorali29; le carte di carattere amministrativo-governativo sono riferite all’Abbazia e alla Diocesi30; mentre le disposizioni amministrativo-giuridiche riguardano soltanto la Diocesi31.

Alle dette carte si aggiunge poi la documentazione attinente al Monte frumentario32; quella relativa alla Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario; un Decreto della sacra visita del 1805 (fotocopia) ed un Avviso della sacra visita per il giorno 26 settembre 1841.

L’Archivio della Curia abbaziale contiene una serie denominata “varie” dove sono conservate carte che si possono attribuire al Capitolo e che possono essere divisi nella stessa maniera delle precedenti: carte di carattere Amministrativo-contabile33; Inventari della Chiesa Nuova (1870-1929); Inventari degli Arredi spettanti alle Tre Chiese di giurisdizione dell’Abbazia e riportati negli atti delle S. Visite (1873-78); documenti di tipo Amministrativo-governativo34; Amministrativo-pastorale35; Amministrativo-giuridico36 e Corrispondenza37.

I registri di Amministrazione del Capitolo riguardano i Testamenti38; i registri delle Doti39; i registri del Monte frumentario40 e i registri della Chiesa Nuova41. Alla detta serie si aggiungono poi le serie Statuti e Decreti capitolari42; Attuari43; Amministrazione della Sacrestia44; Puntature45 e Contabilità46.

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27 Tra i vari interventi di riordino del materiale conservato nell'Archivio di S. Martino, nel 1599, Giacomo Grimaldi aveva compilato un indice dell'Archivio capitolare dal quale si può notare come, nel periodo in cui l'Abbazia era stata sottoposta alla Basilica vaticana (dopo la metà del 1500 e per meno di un secolo), gran parte delle carte cimine fossero passate nelle arche di S. Pietro; P. Egidi. L’Abbazia di S. Martino al Cimino. Estratto da: Rivista storica Benedettina Anno I. Fasc. IV. Ott. - Nov. 1906. Anno II. Fasc. VII. Apr. - Giu. e Lug. - Sett. 1907. p. 7. Nell’ordinare l’archivio di S. Martino, Grimaldi aveva distinto i diplomi dalle altre pergamene. I primi erano 49, di cui uno imperiale di Ottone IV (7 ottobre 1209) e gli altri 48 dei pontefici da Innocenzo III a Pio V . Le carte pagensi erano 268 distinte per tempo e comprese tra l’ XI ed il XVII secolo ed erano conservate dentro capsule in fascicoli contenenti da 5 a 25 pergamene ciascuna. Nella serie degli instrumenti, erano compresi 7 libri con datazione tra il 1226 ed il 1582. Di tutti esistevano una settantina di inventari completi o incompleti dei beni dell’abbazia dal 1561 al 1604, come quelli adunati nel fascio dei Libri introitus et exitus 1468 – 1656 e nella Compota apocarum, 1562 – 1592. Nell’inventario del Gerimaldi compariva un codicetto cartaceo con gli introiti e lo stato patrimoniale del monastero nel 1305; nel codicetto era riportato l’inventario dell’archivio in quell’epoca (P. Egidi, L’abbazia di S. Martino al Cimino, In: “Rivista storica benedettina”, …, cit., p. 7). Nel 1907 lo stesso Pietro Egidi si occupa nuovamente delle carte dell'Archivio si S. Martino confrontandole con quelle elencate dal Grimaldi. Dal suo studio emergono alcune deficienze: mancavano circa 12 su 38 bolle pontificie, cioè la terza parte, senza contare che nell’inventario del 1907 sono compresi, oltre ai diplomi originali, 2 copie; manca la bolla di Eugenio III, fondamentale per la storia dell’abbazia, che probabilmente documentava la prima aggregazione di S. Martino ai cistercensi. Manca quella di Lucio III, seconda per antichità, oltre che altri diplomi importanti per epoca e contenuto. Uscendo dalle bolle pontificie, mancano diplomi originali di Giovanni Senza terra ed Enrico III, re d’Inghilterra, preziosi per i monaci. Restano, all’epoca di Egidi, le bolle di Onorio III e Gregorio IX. Gli inventari relativi ai beni e documenti dell’Abbazia conservati presso l’Archivio di S. Pietro giungono fino al 1592, mentre quelli conservati nel Centro diocesano di documentazione partono dal 1597, e corrispondono grosso modo all’epoca in cui l’Abbazia passò sotto la giurisdizione del Pamphili. Con tutta probabilità le bolle papali sono a tutt’oggi conservate nell’Archivio Vaticano, poiché un libro dei capitoli oggi al Cedido, riporta la copia di alcune di esse. l’inventario che si presenta riguarda tutto il materiale dell’Archivio dell’Abbazia oggi conservato al Cedido.
28 Le carte amministrativo-contabili comprendono Atti di divisione dei beni tra i destinatari di eredità, lettere al principe Doria Pamphili sulla situazione economica dell'abbazia, fascicoli di richieste del capitolo abbaziale per ottenere l'esenzione dall'imposta del clero a causa della tenuità delle rendite (all'interno, un elenco delle rendite del capitolo di S. Martino), un Annuncio della rottura della campana della chiesa e della necessità di ripararla. Documentazione relativa al restauro e alla riapertura al pubblico della chiesa nuova dedicata al SS.mo Nome di Maria.
29 I documenti amministrativo-pastorali comprendono le richieste della celebrazione della festa del Corpo del Signore e della processione, un prospetto riepilogativo degli arcipreti dal 1653 al 1973, elenchi del personale dell'abbazia dal 1657 al 1936, certificati di morte, deleghe ad un arciprete dell'abbazia di S. Martino, certificazioni di idoneità degli abati ordinari.
30 Le carte amministrativo-governative comprendono documentazione del Ministero della pubblica istruzione, lettere di protesta alla Sacra Congregazione dei vescovi per questioni di comportamento, spostamenti degli infermi dall'Ospedale della città, corrispondenza tra i canonici di S. Martino e il vicario generale di Viterbo.

31 Le carte amministrativo-giuridiche riguardano il divieto di tenere le botteghe aperte e l'imposizione di controllare "le notturne impertinenze".
32 Storia del Monte frumentario di S. Martino, visite fatte al Monte, statuti e capitoli per il regolamento del Monte, dichiarazioni dei debitori del Monte, Stati attivi, ordini del vicario di S. Martino, corrispondenza dell'abate di S. Martino relativa al Monte frumentario ed ai debiti dei parrocchiani, elenchi dei debitori del Monte con il calcolo degli interessi (dal 1699 al 1724), note delle polize e del grano di capitale riscossi dai montisti, scandaglio delle spese del Monte frumentario, dichiarazioni sulla sufficienza o meno del grano presente, per l'anno in corso, ordini per le confraternite e i luoghi pii, revisioni dei conti del Monte da parte dei sindaci di S. Martino, contrasti sulla appartenenza della giurisdizione dello stesso Monte all'abbazia di S. Martino o alla comunità.
33 Documenti riguardanti l'Amministrazione della Sacrestia (1822 – 1863); l’Amministrazione del Capitolo (1788-1910); Copie di documenti di contabilità riguardanti la cappellania Costantini (1868-74); Contabilità relativa alla edificazione della nuova chiesa del S. Cuore di Gesù a Roma offerta dall'abbazia di S. Martino (1878-82); Contabilità del Capitolo (1870); Documentazione relativa alla riapertura della chiesa dei P.P. Dottrinari (1858); ai beni di posseduti dell’Abbazia nel territorio di Tessennano, (1867 – 1879), Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario (1870).
34 Documentazione relativa al Patronato dell'Abbazia (1712-1927); ai rapporti con la S. C. del Buon Governo (1802), con la S. C. del Concilio (1827-1926), con la S. C. dei Vescovi e Regolari (1829-1881); S. C. del Concistoro (1910-1926); Decreti pontifici: Clemente X (1670), Gregorio XVI (1831-1841), Pio IX (1848-1854), Leone XIII (1879-1892). Bolle papali: Innocenzo X (1649-1654), Clemente XI (1713), Benedetto XIV (1749-1757), Pio VI (1780, 1781, 1789, 1791, ?), Pio VII (1805), Leone XII (1824), Benedetto XIII (?), Pio IX (1846-1873), Leone XIII (1878-82), bolle papali datate (1744 e 1759). Lettere apostoliche: Pio IX (1846-1869), Leone XIII (1879-1888), Pio XI (1923). Epistole: Leone XIII (1879-1890). Allocutio: Pio IX (1857-1873), Leone XIII (1879-1881). Lettere encicliche: Pio IX (1851-73), Leone XIII (1878-1884). Editti, Bolle, Lettere patenti (1844-1887), Elenchi delle Reliquie Chiesa Collegiata, Appunti di S. Visita, Legati, Messe, etc. riportati nelle Sacre Visite (1869-78); Lettera del Commissario Visitatore del Terz.Ordine di S. Francesco per la facoltà di stabilire nell'Abbazia detta Pia Unione.
35 Sacri Uffici (1803-1897); documentazione relativa alla Predicazione per il S. Avvento (1878); documentazione relativa alla Festa del SS.mo Salvatore (1674-1878); Iscrizioni lapidarie (1880); programmi per la festa di S. Martino.
36 Cause presentate davanti all'abate e giudice ordinario di S. Martino, (1816 – 1870); Atti pubblici per cause civili riguardanti beni del capitolo (1669 – 1794); fascicoli sciolti riguardanti cause civili (1805– 1893), documentazione relativa alla giurisdizione del Capitolo (1739 - 1896); processetti per stregoneria (1724), volontaria giurisdizione; cause civili tra il capitolo e particolari (1860 – 1869).
37 Corrispondenza relativa ad Atti notarili e cause del capitolo (1803-1870), corrispondenza con la Delegazione apostolica di Viterbo (1835-1893), con la S. C. Concilio (1842-1866); con la polizia provinciale (1842); con il Tribunale civile e criminale (1849-1864); con la S.C. Vescovi e Regolari (1850-1860); con il governo pontificio (1853-1891); con i gendarmi pontifici (1855-1896); con il municipio di S. Martino (1841-1915); con la Sacrestia (1864); con il Consiglio di guerra (1868); con la Congregazione del buon Consiglio (1873); con i Doria Pamphili (1832-1916); con la Curia vescovile di Viterbo (1828-1927); con la segreteria di Stato (1916-1927); oltre che con i carabinieri pontifici (1832-1842), con i carabinieri di Viterbo (1844), con la guardia civica (1848), con la tesoreria generale, con la podesteria di S. Martino (1830).
38 Questi volumi contengono disposizioni e lasciti ereditari di persone probabilmente appartenenti alla parrocchia. In ogni atto è indicato il nome del testatore, la sua condizione fisica, l'indicazione del luogo scelto per la sepoltura, i lasciti divisi per gli eredi diretti ed i lasciti al canonico per la celebrazione delle messe in suo ricordo. in fondo viene indicato il nome dei testimoni presenti al momento della stesura del testamento. Ogni testamento era una pratica singola, poi rilegata insieme alle altre. Ogni atto è redatto e registrato dal canonico dell'abbazia. In fondo una rubrica.
39 Contengono elenchi delle zitelle aventi diritto alla dote Pamphiliana per essersi distinte nella pietà e nella frequenza alla dottrina cristiana. L'elenco delle zitelle è diviso per anni; per ogni zitella è indicato il nome della giovane ed il nome del padre. Dall'elenco si estraevano tre nomi, ogni anno, nel giorno dell'otto dicembre, festa della Immacolata concezione. Alle tre giovani scelte, era concessa la dote in denaro. In fondo la firma dell'arciprete di S. Martino.
40 Contengono la revisione dei conti del Monte stesso fatta nella sacra visita del 1751. Il visitatore apostolico stabiliva nuovi capitoli fatti e pubblicati per il buon regolamento del Monte che sono riportati ai primi fogli del registro.
41 Contengono la descrizione dei beni spettanti alla chiesa nuova intitolata al Nome di Maria (1837 - 1869), censi, terreni, e canoni, l'introito annuale a favore della chiesa, i doni delle confraternite, le uscite e le entrate, le visite del vescovo, ricevute di somme pagate per lavori eseguiti sul soffitto della chiesa e le note delle ripartizioni tra la chiesa nuova e le altre chiesa di S. Martino. Lasciti testamentari alla chiesa nuova, censi, amministrazione da parte del rettore e della chiesa del denaro proveniente dai frutti dei censi e dei lasciti donati alla chiesa stessa.
42 La serie copre un arco cronologico compreso tra il 1653 ed 1853; è costituita di un registro contenente i Decreti delle Adunanze di abati, arcipreti, canonici, canonici puntatori e camerlengo, per decisioni in materia del comportamento dei membri del capitolo. Il registro dei decreti contiene anche l'elezione del nuovo camerlengo, dell'incaricato della sacrestia e del camerario, la revisione dei decreti già esistenti, i censi dell'ospedale di S. Francesca Romana appartenente alla chiesa e le offerte all'abbazia da parte di particolari, le donazioni alla chiesa ed alla sacrestia. Un altro registro contenente la Costituzione della chiesa abbaziale nullius di S. Martino e del capitolo sotto il diritto patronato della famiglia Doria Landi, sedente il pontefice Gregorio XVI.
43 La serie attuari è costituita di registri che contengono la copia di cause civili relative a contrasti sulle rendite percepite da beni lasciati in eredità a particolari o alla chiesa, o alla stessa proprietà di tali beni, di cui spesso l'abate canonico di S. Martino era esecutore testamentario. Di questa serie fanno parte anche tre faldoni intitolati "varie" che contengono documenti relativi a cause civili tra il capitolo di S. Martino e particolari.
44 La serie Amministrazione della Sacrestia contiene libri di conto della sacrestia, nei quali sono indicate le entrate, gli introiti e gli esiti della sacrestia dell'abbazia di S. Martino e i libri dei sindacati. Accanto ad ogni voce è indicata la somma di denaro e le sentenze dei sindaci. I Libri dei sindacati della sacrestia e del capitolo della chiesa Abbaziale di S. Martino contegonio introiti ed esiti della sacrestia, accanto ad ogni voce è indicata la somma in lire, ed alla fine di ogni conto, il totale e la firma dei sindaci.
45 Della serie fanno parte libri delle puntature dei canonici dell'abbazia. I registri contengono le puntature divise per anni, mesi e giorni. All’interno di uno dei registri sono rilegati due "liber punctorum et lucrum" dell'abbazia del 1843 e del 1868, uno dei quali è del capitolo dell'abbazia.
46 La serie Contabilità contiene registri nei quali sono riportate le ricevute di somme di denaro ottenute dal capitolo da parte di particolari o da altri abati canonici. Spesso a ricevere il denaro era il camerlengo meno spesso il sacrestano, in altri casi le somme sono pervenute al capitolo per mezzo dell'esattore. Il Registro n. 4 contiene ricevute di somme di denaro dal priore di Roma e dall'arciprete e i luoghi dei Monti spettanti alla collegiata e dei Monti spettanti al capitolo.


L’Archivio della curia Abbaziale di S. Martino al Cimino.

Per i prelati "Nullius", secolari e regolari, i pontificali furono ammessi dal Concilio di Trento, insieme alla facoltà di adunare il Sinodo e deputare gli Esaminatori sinodali. Oltre a tali poteri, gli abati potevano Ordinare nuovi canonici ed avevano l'obbligo del Concorso alle parrocchie.

Una istruzione dei papi al capitolo datata 1649 (sotto Innocenzo X) specificava norme sulla gestione e amministrazione della Sacrestia che, in quella data, era affidata all’Arciprete. Nel 1832, per disposizione di Giorgio Doria Pamphili, tale istruzione - che si riferiva a tutte quelle competenze spettanti alla Sacrestia quali la divisione delle prebende, il reddito dei singoli beneficiati ed i frutti annui da dividere tra l'abate, l'arciprete ed i canonici di trimestre in trimestre - viene affidata al Capitolo.

In caso di vacanza del Capitolo, tale autorità sarebbe passata al card. Giorgio ed alla curia Pamphili.

La documentazione conservata oggi nell'Archivio della curia parte grosso modo dal 1649 ed è divisa nelle seguenti serie: la serie Varie contiene documenti sciolti che sono stati ordinati ma conservati nei faldoni originari per rispettare l'ordinamento primitivo. Comprende documentazione relativa all’Amministrazione dell’Abbazia e può essere suddivisa nella seguente maniera: Editti, bolle, lettere patenti (1649 - 1927)47; Sacramenti (1798 -1955)48; Amministrazione (1701 – 1893)49; Ordinazioni (1658-1934)50;


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47 Gli editti e gli ordinamenti riguardavano l'organizzazione generale dell'abbazia ed il controllo svolto su di essa dalla Chiesa di Roma e comprendono documentazione relativa al comportamento dentro e fuori la chiesa: Trasporti di cadaveri, Iscrizioni per le lapidi e chiusura delle sepolture; Preghiere per la processione del Corpus Domini e proibizioni delle processioni; Ossequio al SS.mo Sacramento; Proroghe per soddisfate al Precetto Pasquale; Commutazioni delle Visite per lucrare il Massimo Giubileo; Inviti ed Ordini sacri. A questi si aggiungono anche certificati di buoni costumi e documentazione relativa a decisioni in materia di buoni costumi; denunce per lo sfascio della cassetta delle elemosine; rescritti per la benedizione della Via Crucis e brevi per l'indulgenza plenaria in riparazione delle bestemmie; ma anche notificazioni, editti, decreti, avvisi circolari, istruzioni, indulti per la quaresima e per i condimenti del grano. C’è poi tutta la documentazione che riguarda i rapporti dell’Abbazia con altre istituzioni: Circolari della Segreteria di Stato; encicliche italiane per il giubileo; rapporti relativi ai pellegrinaggi; un dizionario delle città e dei paesi delle diocesi d'Italia; un Opuscolo della Accademia poliglotta; documentazione della S. C. del Concilio; Ordini per le formazioni delle liste elettorali; avvisi circolari; ordini per la Dottrina cristiana (1739-1896); rapporti con la Sacra penitenzieria; domande di grazia; documenti relativi alla Federazione piana, decreti della S. Congregazione dei Riti, lettere della Cancelleria all'arciprete dell'abbazia, ma anche Eredità, Missioni, Lettere Encicliche, Omelie, relazioni di conferenze tra i vescovi del Lazio superiore, quesiti e ordini per le sacre visite, editti, notificazioni, indulti, istrumenti, beneficiari, avvisi circolari. Infine si elencano Lettere di conferma in servizio dei sacerdoti dell'Abbazia; documentazione riguardante la Confraternita degli agonizzanti; rescritti per l'altare portatile fino al 1849; documenti riguardanti Mons. Abate Alberti e il Visitatore Apostolico card. Pianetti (1849-1922).
48 Della documentazione che riguarda i Sacramenti fanno parte: Stati liberi e Fedi di stato libero, documentazione relativa a certificati di matrimonio, processetti matrimoniali e dispense matrimoniali; certificati di Battesimo e Cresima (1798 – 1881) e Stati delle anime (1840). Per le ordinazioni si elencano: rinunce al canonicato ed obblighi inerenti al canonicato, rinunzie dell'abate amministratore, nomine di rettori della chiesa di S. Michele Arcangelo, rinunce alla carica di Capo Priore, accettazione delle rinunzie al canonicato, Condonazioni delle puntature (1880). Per quel che riguarda la liturgia si conservano: Esercizi, Celebrazioni di Messe (1654-1877) e documenti relativi alle processioni e alle sepolture.
49 Lettera sulla provenienza dell'argento donato dalla principessa D. Olimpia Maidalchini all'Abbazia Rendiconto di paga dei canonici (1832-1835); Ricevute di pagamento; Istrumento di subenfiteusi; Copie di memoriali promossi dalla S. Congregazione (1876); ordini della prefettura. Documentazione relativa a Sacerdoti beneficiati e canonicati dell'abbazia (1881 - 1882); Lasciti ereditari (1874 - 1875); Lettere, intimazioni di multe, ricevute, privilegi degli abati, posizioni e documenti degli abati, (1873 - 1881); Pagamenti della tassa ecclesiastica (1864); Estimi, protocollo dei beneficiari, rendiconto della sacrestia, esame dei libri di introito ed esito, cartelle di debito pubblico (1740-1844); Note di funzioni e spese, lochi dei monti spettanti al capitolo, protocollo della conservazione delle ipoteche (1831-1860); stato economico della sacrestia, inventario delle suppellettili della sacrestia, società del trentesimo tabella della comunità di S. Martino, imposte dirette, importo dei lavori svolti nella sacrestia, imposta del clero, ipoteche, obblighi, legati, cappellanie, rendite del capitolo (1701 – 1893); Poliza di mano morta per un contratto di enfiteusi (1875); Documentazione relativa alla Tassa ecclesiastica (1851-1866); ricevute di somme di denaro, lavori svolti nella sacrestia, entrate della sacrestia (1834-1841). Corrispondenza con Doria Pamphili, Titoli di debito pubblico, elenchi di documenti (1845-1897). Alla documentazione suddetta si aggiungono: Inventari chiesa cattedrale (1915-1929); documentazione relativa ad un'opera d'arte conservata nell'altare del SS.mo Sacramento (1873); documentazione relativa a opere d'arte conservate nella chiesa (1870); documentazione relativa alle Scuole femminili ed una Memoria in occasione della funzione svolta nell'Abbazia per il card. D. Giuseppe Doria.
50 Nomina dell'Amministratore temporaneo a causa della vacanza della Abbazia ordinaria. Ordinazioni di dottrinari, monsignori, canonici, diaconi e suddiaconi (1873-1878). Documenti relativi ai processi di canonizzazione (1881). Documentazione riguardante le sacre Ordinazioni (1658 - 1893). rescritti riguardanti le sacre ordinazioni (1915 - 1919).


Giurisdizione (1718-1920)51; Corrispondenza (1739 - 1921)52; Sacrestia53; Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario (1734-1894)54; Chiesa Nuova55. All'interno dei faldoni sono conservati documenti sull'attività della cancelleria abbaziale ed in particolar modo del priore del fisco; il quale aveva il compito di controllare l'attività economica dell'abbazia, della massa ecclesiastica e del popolo in relazione a quanto spettava al controllo economico della chiesa, nonché il controllo sui generi alimentari vietati in occasione delle quaresime e della Pasqua.
Dell’archivio della Curia abbaziale fanno parte anche le serie Matrimonialia (1779 – 1924)56; Visite pastorali (1727 - 1916)57; Editti, Bolle e Lettere patenti (1715 – 1881)58 .

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51 Cause presentate davanti alla Curia Abbaziale di S. Martino (1834 - 1848); Richieste di comparsa davanti al Tribunale della curia; Sentenze della corte di S. Martino sull'operato di un arciprete dell'abbazia (1852 - 1866); Giubilazioni ai canonici, enfiteusi delle case canonicali, istanze, anticipazioni, riduzione di messe, esercizi, vertenze, lettere (1867 - 1878); Cause tra la curia e il Fisco o tra la curia e privati. Telegrammi, lettere della confraternita del SS.mo Rosario, epistole, atti d'accusa contro particolari, atti del tribunale civile e criminale del governo pontificio, polize della delegazione Apostolica, documenti dell’Assessorato legale della curia vescovile di Viterbo e Corneto, cause civili (1739 – 1899); Processetti per stregoneria (1724).
52 Corrispondenza dell'Abate di S. Martino, Protocollo della corrispondenza della Parrocchia di S. Martino al Cimino, Protocollo della corrispondenza della cancelleria dell'Abbazia di S. Martino al Cimino (1915-28). Telegrammi, lettere della confraternita del SS.mo Rosario, epistole. Corrispondenza con: delegazione apostolica di Vt, governo pontificio, gendarmi pontifici, comune di S. Martino (1841 - 1899).
53 Documenti riguardanti l'amministrazione della sacrestia (1855-63) Documentazione relativa allo stato economico della sacrestia, inventario delle suppellettili della sacrestia, documentazione della Società del trentesimo tabella della comunità di S. Martino, imposte dirette su beni di competenza della sacrestia, importo dei lavori svolti nella sacrestia; imposta per il clero, ipoteche, obblighi, legati, cappellanie e rendite (1701 – 1893).
54 Ordini e rinunce agli uffici della confraternita; documenti riguardanti il camposanto; documenti relativi alla chiesa Nuova: legati, iscrizioni, eremitaggi, messe suppliche, altari, lettere, rendite, immagini sacre, (1856 - 1881). Ordine di acquisto di materiale per la Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario (1856); Ordine per la costruzione di un Cimitero essendo pregiudizievole l'igiene della tumulazione in chiesa (1871). Documentazione relativa al tagli di una macchia di proprietà della Confraternita (1867-1873). Concessione per edificare l'Oratorio ed Inventario delle Rendite.
55 Documentazione relativa al Legato Scatena Pierotti (1873-1881). Documentazione relativa alle iscrizioni del Campo Santo (1871 – 1884). Documentazione relativa alla domanda di un sacerdote dell'ordine della penitenza di essere ammesso come eremita della Chiesa Nuova (1876). Documentazione relativa alla domanda riduzione di Messe (1877). Documentazione relativa alla richiesta di arredi per la chiesa (1877). Documentazione relativa alla richiesta di patronato degli altari (1870-1875).
56 I documenti contenuti nei registri sono pratiche per la certificazione dello stato libero dei due sposi. Spesso all'interno dei registri sono conservati certificati di battesimo e cresima, necessari per il matrimonio. Dal 1882, i certificati sono stampati, completati a mano e rilegati. Nella serie sono conservati anche faldoni che contengono fascicoli archiviati per anni ed in ordine cronologico. Ogni fascicolo contiene le pratiche necessarie per la certificazione dello stato libero.
57 La serie visite apostoliche contiene sei registri cartacei con la relazione scritta dall'abate ordinario di S. Martino per la sacra visita del vescovo di Viterbo. Nelle relazioni sono indicati i decreti della visita firmati dal vescovo, la dichiarazione dello stato attivo dell'abbazia e delle altre chiese della parrocchia nei due anni precedenti alla visita, la condizione degli altari, le esedre ed i confessionali, "i suggestum", gli organi, le torri campanarie, il corpo della chiesa, il giorno sacro in cui si festeggia il santo patrono, la sacrestia, le suppellettili sacre, i vasi sacri e gli altri oggetti per i pontificali, l'oratorio, ecc. Tali indicazioni, venivano fornite anche per le chiese rurali e per tutte le chiese della parrocchia; inoltre, quando c'era, si indicava la descrizione della scuola, della cancelleria abbaziale, del carcere, e la condizione dei libri parrocchiali (battesimi, cresime, matrimoni, morti, messe celebrate per il popolo, legati, anniversari, avventi, messe conventuali, messe per le confraternite , l'elenco dei reverendissimi padri, gli abati, gli abati privilegiati, l'abate ordinario, il clero secolare, i presbiteri della congregazione della dottrina cristiana i magisteri pii ed il popolo). Spesso all'interno dei registri sono conservate lettere e corrispondenza tra il vescovo e l'abate di S. Martino. Uno dei sei registri della serie contiene la copia dello statuto dell'abbazia datato 1654 ed una revisione dello stesso statuto del 1765.
58 E’ costituita di tre registri cartacei contenenti la copia di editti emanati dal tribunale ecclesiastico di S. Martino, composto dall'abate mitrato e dalla curia abbaziale. Davanti a detto tribunale, erano chiamati a comparire gli abati ed i sudditi della parrocchia, per rispondere del loro comportamento in relazione alle regole imposte dall'autorità ecclesiastica e degli avvenimenti principale legati all'attività della chiesa. All'interno dei registri sono contenute lettere con le quali si informava il tribunale ecclesiastico delle mancanze dei particolari e lettere di invito a comparire davanti al detto tribunale spedite dalla curia abbaziale al canonico interessato, editti dell'abate ordinario e della curia abbaziale, elezioni di nuovi canonici, copie di editti riguardanti l'ufficio dell'abate ordinario, editti di curia vacante, capitoli che dovevano essere osservati dai ministri del monte frumentario, introiti, esiti, accettazioni, debiti, crediti, resoconti delle rendite della sacrestia, vacanze, frutti di censi, relazioni sul comportamento dei canonicati e delle cappellanie, relazioni di pagamenti, inventariazione degli arredi sacri, estrazione delle zitelle, testamenti, corrispondenza, ecc.

Archivio parrocchiale dell’Abbazia S. Martino al Cimino.

Contiene documenti prodotti dai religiosi di S. Martino e riguardanti l'attività svolta nella parrocchia. L'archivio è costituito dalle serie: libri di battesimi (1597-1892)59, libri di cresime e libri di matrimoni (1725-1946)60 , libri di morti e stati delle anime (1793-1906)61. Le serie contengono soprattutto registri nei quali probabilmente veniva riportata la copia degli atti sacramentali prodotti dall'abbazia al fine dei periodici controlli da parte dell'abate ordinario. I registri sono cartacei, nella maggior parte dei casi presentano una copertura di epoca successiva sul dorso della quale è indicato il titolo, il luogo di provenienza e gli estremi cronologici. Sempre sul dorso presentano una numerazione crescente, progressiva e incompleta, anch'essa apposta in epoca successiva. All'interno dei registri sono riportati atti in ordine cronologico, i fogli presentano una numerazione araba per carte segnata nell’angolo in alto a destra.


La Biblioteca

Giuseppe Lombardi, come già prima di lui Pietro Egidi, si è occupato della biblioteca dell’Abbazia di S. Martino ed ha pubblicato due inventari dei libri in essa contenuti: il primo risale al 1465, il secondo al 1495. Nel primo, i volumi sono 25, nel secondo 21, a testimonianza che lo stato dell’Abbazia nella seconda metà del secolo, era piuttosto disastrato. Nell’inventario del 1495 non ci sono libri nuovi, non c’è nessun arricchimento, ed i libri conservati nella biblioteca rappresentano il minimo vitale per assicurare la liturgia, l’amministrazione, ma non per formare novizi o approfondire la dottrina, non c'era probabilmente una scuola. I religiosi sembrano, secondo l’autore, chiusi anche nei confronti della predicazione e dell’attività omiletica62. Un’altra testimonianza delle difficoltà che, nel XV secolo, vive il cenobio. Oggi non si ha notizia di una biblioteca dell’Abbazia.

59 La serie è costituita di cinque Liber Baptizatorum, nei quali sono riportati certificati di battesimo firmati dal parroco della chiesa collegiata di S. Martino. Negli atti è riportato il nome del battezzato, il giorno e l'ora della nascita, il nome dei genitori, il nome dei testimoni ed i nomi scelti da questi per il battezzato.
60 I Liber confirmatorum contengono relazioni nelle quali è indicato che il vescovo di Viterbo, nella chiesa cattedrale di S. Martino, celebra, nella domenica della pentecoste, il sacramento della cresima. Nelle relazioni, svolte pressappoco ogni tre o quattro anni, è indicato il nome del cresimando, quello dei genitori e quello del padrino per i maschi e della madrina per le femmine. I "liber matrimoniorum" riportano la celebrazione dei matrimoni nella quale è indicato il nome del canonico celebrante, quello degli sposi, quello dei testimoni e la firma del canonico. Accanto ad ogni registrazione è segnato il nome della famiglia. Al termine la firma del "V. Curatus".
61 Nei Liber mortorum è indicato il giorno del decesso, l'età della persona, se aveva ricevuto il sacramento della penitenza e della estrema unzione e la benedizione "in Articolo Mortis", il luogo scelto per la sepoltura, in fine la firma del canonico. Gli Status animarum contengono il numero delle anime, il numero degli individui di ogni famiglia, il luogo di residenza, la data di nascita, l'indicazione dei sacramenti della cresima e comunione.
62 Giuseppe Lombardi, Saggi, pubblicazione Roma: Roma nel rinascimento, 2003.