Viterbo STORIA

Le notizie seguenti sono tratte dal CEDIDO, Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa, è aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30. Il venerdì anche dalle 14.30 alle 17.30.
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Si ringrazia il direttore professor Luciano Osbat per aver consentito la pubblicazione

 

Piazza san Lorenzo con la Cattedrale di san Lorenzo nel 1910 c. (Archivio Mauro Galeotti)

L’Archivio della Chiesa cattedrale di San Lorenzo (Palazzo papale - Piazza san Lorenzo, 6/A)

La Chiesa di San Lorenzo, la più antica chiesa eretta a Viterbo e dedicata al Santo Martire, si vuole sorta sulle rovine di un tempio d’Ercole.

Nelle fonti del IX secolo la chiesa è ancora citata come pieve o chiesa battesimale con addetto un Arciprete, ma già insufficiente a contenere la pia popolazione che vi si addensa nelle sacre funzioni1.

La sua importanza cresce sempre più insieme a quella della città che, intorno al 1167, riceve dall’imperatore Federico I il vessillo imperiale. Alla cattedrale si cominciano a dedicare maggiori attenzioni, i pontefici - che dal 1261 risiedono a Viterbo –, le visite dei sovrani e i convegni dei luminari della Chiesa danno alla città e alla cattedrale l’importanza che merita ma non fermano le turbolenze che, in questi anni, vedono schierate le più importanti famiglie viterbesi2.

La cattedrale - nonostante le lotte politiche - si arricchisce, la fabbriceria è posta sotto la tutela del Comune, i vescovi espongono alla venerazione dei devoti le tante reliquie presenti nella chiesa. Il sinodo indetto dal vescovo Angelo nel 1323, quello di poco successivo convocato a Montalto dal vescovo Niccolò (1356) e l’elevazione di Montefiascone a sede vescovile (voluta da papa Urbano V nel 1369), risolvono i contrasti con le Diocesi vicine ma vedono San Lorenzo - collocata nell’antico castello ormai in gran parte disabitato - quasi abbandonata3.

Come spesso accade a segnare la rinascita della città e della chiesa è un miracolo, quello del SS.mo Salvatore avvenuto nel 1442.

La risistemazione delle chiese fatiscenti promossa nel 1524 il card. Egidio da Viterbo non basta a calmare la confusione creata dai contrasti tra i Gatti e i Colonna, dalle soldatesche di passaggio a Viterbo, dai soprusi e dai delitti che si commettono in città.

Le guerre, le ribellioni, gli eventi climatici, le decime, le contribuzioni straordinarie di cui erano gravati il clero ed il popolo indeboliscono notevolmente l’economia viterbese4, ma l’opera diplomatica del vescovo Gualterio (eletto nel 1551)5, le decisioni di Francesco Gambara (1566), di Carlo Montilio (1576), di Girolamo Matteucci (1597) e di Tiberio Muti (1622) risolleveranno le sorti della cattedrale6.

Il Comune interviene nella costruzione della cappella dei Santi Valentino e Ilario (1705), il vescovo Sermattei (1726) e papa Clemente XIII (1762) concedono donazioni e i privilegi, il card. Muzio Gallo fa costruire la Sacrestia (1793)7. La riorganizzazione territoriale che caratterizza la prima metà dell’Ottocento8 e l’unione delle diocesi voluta nel 1986, portano S. Lorenzo a divenire la cattedrale della nuova diocesi che oggi comprende le antiche sedi di Tuscania, Acquapendente, Bagnoregio e Montefiascone.

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1 C. Pinzi, I principali monumenti di Viterbo, Guida pel visitatore, Viterbo, Agnesotti, 1916, p. 96. Per la prima memoria della pieve (775) e per le informazioni relative alla conferma di privilegi concessi alla cattedrale da parte di papa Eugenio III (1145) si veda G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. I, Viterbo, Cionfi, 1907, pp. 74 e 126 Per la prima menzione di una chiesa di San Lorenzo (805) si veda C. Pinzi, I principali …, op. cit., 1916, p. 97.

2 Per la concessione alla città del vessillo imperiale e la cattedra vescovile (istituita però soltanto nel 1192) si vedano C. Pinzi, I principali …, op. cit., p. 97; F. Pietrini, Basilica cattedrale di S. Lorenzo M. Viterbo. Monografia a ricordo del trentennale della provincia, Viterbo, la Commerciale, 1957, p. 6; Le chiese di Viterbo, a cura di Attilio Carosi, Viterbo, Angesotti, 1995, scheda sulla Chiesa di San Lorenzo: Per le suddette informazioni, per la riparazione della chiesa (disposta già dal 1251), per i restauri di poco successivi e per i pontefici eletti a Viterbo si veda G. Signorelli, Viterbo …, op. cit, Vol. I, 1907, pp. 145, 228 – 229, 235, 258-260, 291.

3 Per le chiese dipendenti dalla cattedrale si veda G. Signorelli, Viterbo …, op. cit, Vol. I, 1907, pp. 306 – 307. Per l’ospedale per gli infermi ed i pellegrini, annesso alla cattedrale si veda F. Pietrini, Basilica …, op. cit., 1957, p. 12. Per la descrizione delle reliquie conservate nella cattedrale ed esposte dal vescovo Pietro (1286 – 1312), per i conflitti risolti con i due sinodi tra le Diocesi di Viterbo e Tuscania, per informazioni sulla formazione della nuova diocesi e sulla condizione della cattedrale in quegli anni si vedano G. Signorelli, Viterbo …, op. cit, Vol. I, 1907, pp. 306-307, 309, 343, 376, 417 e M. Signorelli, Il Palazzo papale e la cattedrale di S. Lorenzo, Viterbo, Angesotti, 1962, pp. 60-62. Per le epidemie e gli eventi naturali che colpiscono Viterbo ed il territorio si veda C. Pinzi, I principali …, op. cit., 1916, p. 98.

4 Per le notizie relative ai fondi raccolti per sostenere la cattedrale, per le decisioni del cardinale Egidio da Viterbo relativa alle sacre reliquie e per le vicende climatiche ed economiche della città si veda G. Signorelli, Viterbo …, op. cit., Vol. I, 1907, pp. 220, 258, 260; Vol. II, Parte I, 1938, pp. 186, 227, 310; Vol. II, Parte II, 1940, pp. 24, 31. Sul miracolo del SS.mo Salvatore si veda Il quattrocento a Viterbo. Viterbo, Museo Civico, Roma, ed De Luca, 1983, p. 93.

5 Sulla riforma della circoscrizione ecclesiastica voluta dal vescovo Gualterio si vedano G. Signorelli, Viterbo …, op. cit, Vol. II, parte II, 1940, pp. 54, 67, 190 e 246-247; F. Pietrini, Basilica …, op. cit., 1957, p. 9; M. Signorelli, Il Palazzo ..., op. cit., 1962, pp. 114-115.

6 Per gli interventi voluti dai vescovi di Viterbo sulla cattedrale si vedano G. Signorelli, Viterbo …, op. cit, Vol. II, Parte II, 1940, pp. 276 – 277, 292, 300, 348, 360; Vol. III, Parte I, 1964, pp. 13 e 97; F. Pietrini, Basilica …, op. cit., 1957, p. 9; M. Signorelli, Il Palazzo ..., op. cit., 1962, p. 111.

7 C. Pinzi, I principali …, op. cit., 1916, p. 101; M. Signorelli, Il Palazzo ..., op. cit., 1962, pp. 145, 149 e 154.

8 Civitavecchia si stacca da Viterbo (1824) per essere unita a Tarquinia (1854), nel 1862 la Diocesi perde ancora Montalto ma acquista Canepina; F. Pietrini, Basilica …, op. cit., 1957, p. 15; C. Pinzi, I principali …, op. cit., 1916, p. 101.


L’Archivio della cattedrale

La prima notizia sull’esistenza di un archivio vescovile si ha dal Sinodo inedito celebrato dal vescovo di Viterbo e Toscanella, Niccolò III, nella chiesa di S. Sisto a Montalto il 20 maggio 1356.

In questo documento si afferma la necessità di difendere la giurisdizione del vescovo di Viterbo sul castello di Bagnaia nel temporale e nello spirituale, dominio cominciato nel 1202 durante il pontificato di Innocenzo III e l’episcopato del vescovo Raniero, come si leggeva in un “publicum documentum quod in Archivum dicti episcopatus ad perpetuam rei memoriam cum predictorum possessione pacifica recondita esse constat”9.

Nel 1564, all’indomani del Concilio di Trento, si svolge a Viterbo un Sinodo diocesano voluto dal vescovo Sebastiano Gualterio che non fa parola dell’archivio pur se contiene riferimenti ad un luogo presso il Vescovo e il suo Vicario dove le carte che parlano di legati destinati alla Chiesa e quelle che testimoniano il soddisfacimento del precetto pasquale devono essere conservate10.

Con la sacra visita del 1573-1574 il visitatore apostolico Alfonso Binarino manifesta l’intenzione di far confluire presso l’archivio della Curia e del Capitolo della cattedrale (a quella data già esistente) nuova documentazione che raccolga la testimonianza di “bona jura actiones census redditus et nomina debitorum”.

La disposizione non riguarda soltanto la cattedrale, ma anche tutte le chiese, luoghi pii e benefici di ogni tipo dell’intera diocesi11. Nel 1583 una seconda visita episcopale è ordinata per la diocesi di Viterbo e a curarla è Vincenzo Cultello, vescovo di Catania.

E’ in questo documento che si fa, per la prima volta, una distinzione tra l’Archivio vescovile e l’Archivio del Capitolo della cattedrale, di ben più antica costituzione e per il quale si elencano 11 libri ed alcuni libri di amministrazione12.

Alla visita del Cultello segue un nuovo Sinodo indetto nel 1584 dal vescovo Montilio che si occupa, con maggiore attenzione, dell’Archivio vescovile dedicandogli un intero paragrafo “De Archivio et catasto”, ma che non contiene ancora disposizioni sulla sua costituzione ed organizzazione dell’Archivio capitolare13.

Nel 1622 Tiberio Muti ordina la realizzazione di un catalogo delle scritture dell’Archivio del Capitolo che, dice, si trovano gettate alla rinfusa in un ambiente non conveniente ed ordina che ai documenti della cattedrale si aggiungano quelli conservati in S. Maria Nuova14.

Pochi anni più tardi (1630) lo stesso Muti dichiara l’esistenza di un Archivio del Capitolo collocato in una stanza dalla quale si accede alla Biblioteca15.

Dalla visita del vescovo Alessandro Cesarini del 1636 si ha la notizia che nell’Archivio sono conservati libri di Amministrazione e Camerlengati dall’anno 1626 al 1636 (fatta eccezione per un libro del 1625 che si dice mancante, e quelli degli anni 1635 e 1636 in mano al Camerlengo di quell’anno).

I detti libri, dei quali il Camerlengo riporta un inventario, non contenevano soltanto i documenti riguardanti l’attività dei membri del Capitolo, ma riguardavano anche altre chiese e altri ecclesiastici16.

Nel 1659 il vescovo Francesco Maria Brancaccio, in una delle tante visite pastorali svolte nella diocesi, descrive “Bibliotheca et Archivium Scripturarum Capitularium et Cleri, bene et ordinate servantur”17.

I vescovi che si succedono al governo della diocesi di Viterbo, più volte dispongono che si redigano inventari dell’Archivio del Capitolo (Andrea Santacroce, 1702-1703; Adriano Sermattei, 1720; Alessandro Degli Abbati, 1730, 1732, 1734; Muzio Gallo, 1785; Antonio Gabriele Severoli, 1818-1824; Gaspare Bernardo Pianetti, 1827; Gaetano Bedini, 1861, Luigi Serafini 1867; Giovanni Battista Paolucci, 1881)18 ai quali si aggiungono quelli realizzati nel corso del XX secolo dai tanti studiosi che, negli ultimi anni, si sono occupati di questo importante patrimonio.

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9 L. Osbat, Il Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa a Viterbo, “Quaderni del Centro, 1”, Viterbo, 2006, p. 8.
10 Ibidem, p. 13.
11 Ibidem, p. 14.
12 Ibidem, p. 16.
13 Ibidem, p. 16.
14 G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. III, parte I, Viterbo, Quatrini, 1964, p. 6.
15 L. Osbat, Il Centro diocesano …, cit., 2006, p. 19.
16 Ivi.
17 Ibidem, p. 20.
18 Ibidem, pp. 21-23.


L’Archivio del Capitolo della cattedrale

Oggi la struttura dell‘Archivio del Capitolo rispecchia le tante disposizioni che, nel corso dei secoli, i vescovi hanno emanato per la sua organizzazione; vi si conservano documenti in gran parte di carattere amministrativo e contabile, ma non manca la documentazione relativa all’aspetto liturgico della vita del Capitolo stesso.

Dell’Archivio fanno parte anche alcuni Fondi aggregati (Associazione del Clero viterbese, Capitolo di S. Stefano, Confraternita del Crocifisso o S. Clemente, Confraternita del SS.mo Sacramento, Arciconfraternita di S. Maria delle Rose e Arti dei Mercanti e dei Barbieri). Una delle principali serie che lo costituiscono è quella delle Pergamene che copre un arco cronologico compreso tra il 1031 ed il 1802.

Sono circa 876 (dal catalogo di Pietro Egidi19 se ne contano approssimativamente 611; dai cataloghi di Domenico Magri e dai cataloghi successivi20 risultano circa 245).

La storia e le norme stabilite per la cattedrale sono contenute nella serie Statuti e Decreti capitolari21 che, a partire dal 1369, forniscono preziose informazioni sulla organizzazione del Capitolo e sulla vita che si svolgeva al suo interno.

I beni di cui la cattedrale era in possesso, e le rendite che ne derivavano (in parte depositati nella Massa capitolare o Massa comune la cui amministrazione era gestita dal capitolo stesso), hanno prodotto carte poi confluite nella serie denominata Amministrazione della Massa capitolare22.

Si contano poi le serie: Catasti e Inventari23, Contratti24, Camerlengati25, Corrispondenza26, Apoche, polize, ricevute varie27, Amministrazione di beni, legati e lasciti28, prebende e canonicati29.

La documentazione di carattere giudiziario è contenuta nella serie Atti giudiziari, cause di giurisdizione30 e nella serie Atti del Capitolo31.

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19 Pietro Egidi, L’archivio della cattedrale di Viterbo, in “Bollettino dell’Istituto Storico Italiano”, n. 27, 1906, pp. 7-382; n. 29, 1907, pp. 83-103.

20 Il primo catalogo della Biblioteca capitolare è stato quello del canonico Domenico Magri, come risulta anche dalla visita pastorale del cardinale Brancaccio del 1663, catalogo che, dopo di allora, è stato il faro che ha orientato gli studiosi tra quei codici e quei volumi. Dopo di lui sul materiale dell'Archivio e della Biblioteca sono intervenuti altri ordinatori, rimasti anonimi (con un catalogo del XVIII secolo riguardante la biblioteca), poi il canonico Giacomo Bevilacqua, sul finire del secolo XIX (con un regesto della documentazione dell'Archivio), Léon Dorez con un articolo su Latino Latini e un catalogo dei manoscritti della Biblioteca capitolare: Lèon Dorez, Latino Latini et la Bibliothèque capitulaire de Viterbe, in “Revue des Bibliothèques”, n. 8 e 9. Pietro Egidi con il regesto dei documenti anteriori al secolo XV: Pietro Egidi, L’archivio della cattedrale di Viterbo, in “Bollettino dell’Istituto Storico Italiano”, n. 27, 1906, pp. 7-382; n. 29, 1907, pp. 83-103. Seguono Camillo Scaccia Scarafoni, Gli incunaboli della Biblioteca capitolare di Viterbo, in “Accademie e Biblioteche d’Italia, XIV, 1940, n. 3, p. 182. Contemporaneamente alla pubblicazione di questa nota, il canonico Primo Gasbarri compila uno schedario alfabetico e un inventario topografico della biblioteca capitolare di Viterbo, opera iniziata probabilmente dal canonico Francesco Pietrini. D. Mantovani, Goffredo da Viterbo e il Pantheon della biblioteca capitolare, in Miscellanea di studi viterbesi, Viterbo, Agnesotti, 1962, pp. 315-341.
Pietro Innocenti realizza un dattiloscritto redatto dopo gli anni settanta del secolo che è a tutt’oggi l’ultimo e il più consultato catalogo dei codici e dei manoscritti della biblioteca e dell’archivio capitolare (Luciano Osbat, Il Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa a Viterbo, Quaderni del Centro, 1, Viterbo, Coop. Fani 2004).


21 La serie è costituita di verbali delle riunioni del capitolo e statuti (o costituzioni). Gli statuti sono due: uno del 1369 (copia) e l’altro del 1765. Le unità comprese in questa serie sono in totale diciotto e, se si eccettua la copia del primo statuto, riguardano un periodo compreso tra il1582 ed il 1973 (Luisa Bastiani, L’ordinamento degli archivi parrocchiali del Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa a Viterbo: i modelli, la realizzazione, Tesi di laurea, Università degli studi della Tuscia, Facoltà di conservazione dei beni culturali, a.a.2005-2006).

22 La serie Amministrazione della Massa capitolare contiene dodici unità archivistiche (1544-1934) costituite da documenti relativi alla gestione dei beni di cui i canonici godevano in maniera indivisa: rendiconti, entrate e uscite, libri mastri. La consistenza cronologica non è completa e mostra lacune, per la maggior parte, nella documentazione del secolo XVIII (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

23 La serie Catasti e Inventari raccoglie documentazione funzionale alla buona gestione e tutela del patrimonio immobiliare e del patrimonio mobile della cattedrale. Le unità archivistiche in essa contenute riguardano i beni immobili di proprietà del capitolo e i beni appartenenti alle chiese annesse alla cattedrale (S. Clemente, S. Maria Nuova, S. Bartolomeo, Abbazia della Palomba, …). Le diciotto unità archivistiche, tra registri e i fascicoli, coprono un arco cronologico che va dal 1509 al 1940 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

24 La serie dei Contratti è costituita di diciassette unità archivistiche (15 registri, 1 fascicolo, 1 fascio di carte sciolte) e raccoglie tutti gli atti, pubblici e privati, riguardanti il capitolo e le chiese annesse. I documenti riguardano un periodo compreso tra il 1508 ed il 1889 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

25 La serie Camerlengati è costituita di tredici unità archivistiche (9 registri e 4 faldoni) con datazione compresa tra il 1506 ed il 1890. Si conservano registri contabili, entrate e uscite risultanti dalla amministrazione dei diversi camerlengati istituiti nel capitolo della cattedrale.

26 La serie Corrispondenza è composta di quattro faldoni di carte sciolte. Comprende lettere varie indirizzate ai canonici del capitolo in un arco temporale compreso tra il 1500 ed il 1935 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

27 È raccolta in questa serie una parte della documentazione contabile e amministrativa costituita dalle ricevute, dalle apoche e dalle polize. Le carte sono conservate per lo più in faldoni (in tutto 13) ma anche in fascicoli (3) e in fasci tenuti insieme da una coperta in cartoncino e dallo spago (in totale 6), infine è presente un registro di polize. La documentazione copre un periodo che va dal 1526 al 1940 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

28 La serie prevede ulteriori suddivisioni: Tenuta di Magugnano (8 unità, 1613-1841), Legato Tirocchi (9 unità 1622-1919), Altri legati (10 unità, 1595-1919), Libri mastri e mastrini del capitolo (6 unità, 1767-1873), Atti vari di contabilità e amministrazione dei beni (12 unità, 1601-1910) (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

29 La serie comprende cabrei, registri di atti, libri mastri, libri di entrate e uscite, per un totale di 14 unità (12 registri e 2 fascicoli) che coprono un arco cronologico compreso tra il 1521 ed il 1950 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

30 Le carte di questa serie sono raccolte in fascicoli ai quali si aggiungono un faldone e un registro per un totale di 17 unità che coprono un arco cronologico compreso tra il 1410 ed il 1897 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

31 La serie è composta di 15 registri ed una scatola contenente 11 piccoli registri di atti notarili (probabilmente minute). A parte il registro che contiene copie di atti dal 1258 al 150, i registri più antichi risalgono al XV secolo. Si segnalano in particolare un registro dei beni antoniani (1440-1468) e gli 11 protocolli della seconda metà del XV secolo (1456-1498) che hanno subito un intervento di restauro.

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Per le carte di carattere liturgico si conservano le serie: Puntature32 e Libri di messe33.

Dell’Archivio capitolare fanno parte documenti di varia natura che è risultato difficile ricollegare alle altre serie individuate e che sono state raccolte nelle serie Atti diversi34, Posizioni diverse35 e Atti sinodali36.

Si possono infine identificare serie più specifiche quali quella destinata alle carte prodotte dalla Sacrestia37, dalla Cappella della Musica38 e della Cappella del SS.mo Sacramento39.

Gli Archivi aggregati al Capitolo della Cattedrale. Tra gli archivi aggregati al Capitolo della cattedrale è quello del Capitolo della chiesa di S. Stefano. Questo, al momento della distruzione della chiesa, venne soppresso e al suo posto fu istituito un canonicato con lo stesso nome presso la cattedrale.

Il Fondo è costituito da un’unica serie denominata Amministrazione del Capitolo di S. Stefano. La serie raccoglie 4 registri tra i quali il più importante è sicuramente il “Catasto di S. Stefano” (1128-1307)40.

Altro archivio aggregato alla cattedrale appartiene alla Associazione del Clero Viterbese oggi diviso in tre serie: Decreti e Congregazioni41, Amministrazione del Clero42 e Camerlengati43.

Altri fondi e documenti appartenenti al Capitolo della Cattedrale. Questa sezione comprende alcune confraternite e corporazioni di mestieri logicamente collegate alla cattedrale o alle chiese ad essa sottoposte. I documenti prodotti da queste istituzioni e conservati nell’Archivio capitolare riguardano: Confraternita del SS.mo Crocifisso in S. Clemente44, Arciconfraternita di S. Maria delle Rose45, Arte dei Mercanti46, Altre Arti e Confraternite47.
L’Archivio parrocchiale.

L’Archivio della parrocchia di S. Lorenzo infine è diviso nelle serie: Battesimi48, Cresime49, Cresime e Matrimoni50, Matrimoni51, Morti52, Stati delle Anime53.

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32 La serie è costituita di 33 registri che coprono con una certa continuità gli anni compresi tra il 1646 ed il 1960 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

33 La serie raccoglie i registri di messe celebrate dal capitolo tra cui: messe legatarie, di cappellanie e messe celebrate anche presso chiese dipendenti dal capitolo della cattedrale. I registri sono ordinati secondo un criterio cronologico e non sulla base della tipologia, sono circa 216 e vanno dal 1622 al 1977 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

34 La serie comprende 22 fascicoli, 7 faldoni e 2 registri per un periodo che va dal 1300 al 1931 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

35 La serie è composta di 3 faldoni per un arco cronologico compresa tra il 1615 ed il 1915 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

36 La serie è composta di un solo fascicolo, datato 1639-1762, che contiene atti (e copie di atti) sinodali (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

37 Composta in totale da 34 registri, 1 faldone e 1 fascicolo tra cui libri di entrate e uscite, rendiconti, libri mastri, cabrei e catasti, ricevute, contratti e attuari, per un periodo che va dal 1549 al 1964 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

38 In totale 4 registri e un faldone che riguardano gli aspetti amministrativi della cappella musicale del capitolo. Si conservano soprattutto rendiconti, libri di entrate e uscite con datazione compresa tra il 1778 ed il 1962 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

39 Composta di un cabreo datato 1863-1895 ed un libro mastro datato 1895-1898 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

40 In questo cartulario sono stati trascritti, sotto forma di copie notarili autentiche, ma anche in originale o in copia semplice, atti riguardanti la chiesa, il suo ordinamento ed il suo patrimonio. La serie comprende anche camerlengati (1300), Atti del Capitolo (1538-1610) e contratti (1554-1585).

41 La serie raccoglie soltanto due registri che coprono, con continuità cronologica, un periodo che va dal 1710 al 1869 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

42 La serie è costituita di 13 unità (8 registri e 5 fascicoli) tra cui si contano libri mastro, libri dei sindacati e carte amministrative varie. Tra i documenti più importanti si segnala in particolare la “Margarita Iurium Cleri Viterbiensis”, un cartulario che contiene atti, in originale, in copia autentica o in copia semplice, che si collocano tra il 1264 ed il 1589 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

43 La serie dei Camerlengati comprende 2 faldoni (1328-1397 e 1409-1536) ed 1 registro (1363-1441) (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

44 La serie raccoglie 9 registri, 3 faldoni e 4 fascicoli per un arco cronologico compreso tra la metà del XVI secolo e la metà del XIX. Si tratta di libri di entrate e uscite, libri di atti, inventari, ricevute. Rilevanti sono lo statuto del 1579 ed un registro degli ufficiali e confratelli che entravano a far parte della confraternita (1764-1827).

45 La serie comprende soltanto 5 registri risalenti al XIX-XX secolo, tra i quali si evidenziano due registri di carattere contabile – amministrativo, un libro delle congregazioni, un regolamento delle sorelle dell’Oratorio detto dei Sacchi e un catalogo dei confratelli dello stesso Oratorio (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.)

46 La serie comprende: lo statuto dell’arte del 1525 (presente anche in copia) ed un libro dei decreti datato 1681-1814 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

47 La serie comprende lo statuto dell’Arte dei Barbieri (1487-1783) e due registri di carattere amministrativo appartenenti alla Confraternita del SS.mo Sacramento (XVII-XVIII secolo) (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

48 10 registri che vanno dal 1565 al 1873, non si riscontrano particolari lacune cronologiche ad eccezione di alcuni anni del XVII secolo (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

49 La serie comprende un unico registro datato 1799-1843 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

50 La serie raccoglie due registri di contenuto misto che sono stati utilizzati per annotare i sacramenti delle confermazioni e dei matrimoni (il primo contiene le cresime dal 1731 al 1783 e i matrimoni dal 1731 al 1787;il secondo contiene le cresime dal 1785 al 1854 e i matrimoni dal 1785 al 1818) (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.)

51 La serie è costituita di 3 registri datati 1574-1932, una lacuna relativa al XVIII secolo è colmata dai registri di cresime e matrimoni conservati in altra serie (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

52 La serie comprende 5 libri dal 1575 al 1957 (L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

53 La serie comprende soltanto 36 registri datati 1805-1851(L. Bastiani, L’ordinamento degli archivi, cit.).

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