Viterbo STORIA
Alessandro Finzi

1925 tutti intorno alla callara del Bullicame (Archivio Mauro Galeotti)

Caro Mauro,

sempre interessante quanto tiri fuori dai tuoi ricchi archivi. Il commento al “Trattato de’ bagni di Viterbo” di Cesare Crivellati, pubblicato ai primi del settecento, ne è un ottimo piacevolissimo esempio.

Meraviglia come era giudicato molto abbondante allora il flusso d’acqua oggi impoverito dai troppo prelievi che ciascuno fa senza controlli e senza interventi risolutivi, grazie alla distrazione di autorità in tutt’altre faccende affaccendate. E come si discettava di poteri curativi per malattie degli uomini e degli animali. E come fiorivano le leggende…

Non solo Ercole e non solo la Madonna, come narra il Crivellati, sono legati alla leggenda dell’origine del Bullicame.

Non sono capace di ritrovare la fonte, ma in qualche testo non recente, probabilmente una biografia seicentesca portoghese, ho letto anche dell’intervento di santa Rosa.

Questa pregava Gesù perché molti diavoli imperversavano a Viterbo e lui le rispondeva che c’erano molti diavoli perché c’erano molti peccatori. Allora la Santa lo implorava di cacciarli e lui le rispondeva che non era giusto farlo perché è normale che i diavoli stiano dove sono i peccatori. Tuttavia, alle insistenze di Rosa, le disse che, se voleva, poteva farlo lei in suo nome.

Allora Rosa si recò fuori Viterbo, uscendo da porta Faul e, proseguendo sulla destra lungo il corso dell’Urcionio, camminò fino a raggiungere un luogo leggermente sopraelevato dove era noto che i diavoli si radunavano a far festa.

I diavoli la guardarono spaventati al vederla apparire, perché i diavoli rifuggono dall’odore di santità e quando, nel nome di Gesù, ordinò loro di andarsene, questi precipitarono urlando nel ventre della terra e nel luogo rimase quella cavità  che subito si riempì d’acqua bollente il cui ardore, marcato dall’odore di zolfo, testimoniava l’origine infernale. Infatti, come Crivellati racconta, non si riusciva nemmeno a sondarne la profondità.

Come vedi, pur avendo da tempo lasciato Viterbo, continuo a seguirti e tramite te, mantengo il contatto con la città.

Un caro saluto a te e ai tuoi lettori. 

Alessandro Finzi

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