Viterbo STORIA
Alessandro Gatti


Misteriosa incisione nel cuore della Tuscia

Il ritrovamento di un misterioso simbolo nei sottoboschi della Tuscia. Sembrerebbe una croce inscritta in un cerchio, un antico simbolo solare, una croce celtica o forse l’incisione di una balestra.

Ancora una volta, la stratificazione storica e culturale delle civiltà che ci hanno preceduto, apre una parentesi di mistero sulla nostra arcaicità. Un portale dimensionale che connette, il mondo della storia reale, con il fascino della contro-storia.
 

Carrellata di remote civiltà stratificate nei sottoboschi della Tuscia

Una camminata nel sottobosco della Tuscia può svelare secolari segreti, spesso risalenti ad ere geologiche assai remote e precedenti alla nostra civilizzazione. Addentrandosi nel cuore della Tuscia si scopre come di fatto, la nostra epoca, non discenda da una sola civiltà, ma sia piuttosto una stratificazione di molteplici popoli e culture.

Il cuore dell’Etruria mostra questo graduale processo di stratificazione etnica e culturale in ogni suo angolo. Una testimonianza viva e tangibile di quello che furono i Popoli dei mari. Un insieme di gruppi di civiltà, in varie epoche storiche, che commerciavano e guerreggiavano spostandosi nel Mediterraneo intero e disseminando la nostra Penisola delle loro preziose testimonianze.

Le civiltà sono state un lento, graduale, progressivo processo di stratificazione. Evidente prova  è rappresentata, ad esempio, dalle rovine di Monte Casoli, tra Bomarzo e Chia, ove si rinvengono i resti di mura i cui blocchi sono attribuibili ad epoche differenti.

Appare dunque assai difficile, ma certamente non impossibile, per uno studioso, sia esso un semplice appassionato, o un archeologo, o storico, stimare con esattezza la provenienza e l’epoca dei misteriosi elementi simbolici ed architettonici che spesso si palesano durante avventurose esplorazioni.

 

Esempio di strada stretta di epoca arcaica (circa VI a.C)

Tombe etrusche poi adibite ad abitazioni durante il medioevo

 

Cenni sulla simbologia preistorica, arcaica e medievale della croce

Se si osserva il simbolo, riportato nella foto d’apertura al nostro articolo, si può ipotizzare, ad esempio, che esso rappresenti una croce inscritta in un cerchio. Si può dunque azzardare l’ipotesi che si tratti di un simbolo longobardo o medievale.

In numerose chiese medievali ricorre il simbolo della croce,  risalente addirittura al periodo dei Sumeri. Questo antichissimo popolo della Mesopotamia fu probabilmente autoctono e proliferò nella regione corrispondente all’attuale Iraq, tra il 5000 ed il 1500 prima di Cristo. I Sumeri furono una delle civiltà più antiche, precedenti agli Egizi (3500 a.C circa), che resistettero fino all’ascesa dei Babilonesi.

Presso i Sumeri la croce era il simbolo di Dumuzi Dio della fertilità e della vegetazione, divenuto successivamente con la cultura Babilonese Tammuz. Nella nostra cultura occidentale, per quelli fra noi che si professano Cristiani, la croce rappresenta l’amore di Dio, fattosi uomo e morto in croce per espiare i nostri peccati. Nella civiltà medievale la croce è spesso associata al suo significato cristiano, ma non mancano accostamenti al simbolismo pagano.

Lo storico e medievista Jacques Le Goff ha trascorso la sua vita a studiare il significato del simbolismo medievale. Quest’ultimo consiste in segni, parole, richiami iconografici, i quali alludono alla sfera mistica e spirituale, attraverso il richiamo al mondo animale, vegetale, alla caccia e al mito.

Le Goff spiega come, nel simbolismo medievale, ogni singola parola sia una spiegazione del reale e rappresenti, dunque, il principio del concetto di etimologia, esattamente come cita lo stesso teologo e storico spagnolo Isidoro di Siviglia. A partire dal suo De Natura Rerum ( In merito alla Natura delle cose), l’Arcivescovo iberico definisce il legame imprescindibile tra cosa e nome (res  et nomen). Sulla base di questo legame si fonda un nesso imprescindibile che si  riscopre nella ricerca del senso ultimo, che diviene poi il significato più profondo delle cose.

Nell’immaginario collettivo la croce rappresenta il martirio; un simbolo atto a regolare lo “spazio”, individuato da un centro, verso cui convergono due assi.

Le due grosse travi di legno di cui si compone la croce si dispongono l’una verticalmente, a rappresentare il cielo, l’altra orizzontalmente a rappresentare la terra. All’incrocio di terra e cielo il Dio fatto uomo soffre per espiare i peccati dell’umanità.

A proposito dell’importanza circa lo studio dell’etimologia dei termini, ricordiamo che” simbolo” deriva dal greco “simballein”, e cioè “unire”, “mettere insieme”. Nel medioevo ogni cosa era un simbolo, ogni cosa riconduceva alla verità teologica e, quindi, a Dio. Nei popoli antichi i simboli servivano per spiegare la natura delle cose e questa spiegazione era spesso ricondotta ad elementi religiosi o soprannaturali.

Troviamo numerose testimonianze, sparse per l’Italia e l’Europa di chiese medievali sulle cui facciate spiccano croci inscritte nel cerchio.

 

Il misterioso caso del castello di Spettine, in Emilia Romagna

Sembra interessante citare il Castello di Spettine, in Emilia Romagna. Questo esempio suggerisce una possibile ed alternativa interpretazione dello strano simbolo rinvenuto nei meandri dei boschi viterbesi. Presso Bettola, in Provincia di Piacenza, si trova un antica fortificazione medievale, che pare fungesse anche da prigione. Il complesso pare fosse inizialmente una trecentesca torre fortificata, la quale ha subito varie modifiche fino a divenire un vero e proprio castello. Molti storici locali sostengono si tratti addirittura di un edificio risalente ai primi dell’anno Mille, quel che è certo è che fino al 1600 ha subito numerose rivisitazioni.

Ai piani alti del torrione sono stati rinvenuti gli strani simboli che riportiamo nelle immagini sottostanti. Grazie alla cortese concessione e collaborazione del direttore del blog dell’associazione culturale Emilia Misteriosa (http://www.emiliamisteriosa.it/2014/03/misteriosi-simboli-nel-castello-di.html) possiamo mostrare queste chiare testimonianze di come i prigionieri erano soliti contare il tempo. Tra i vari graffiti emergono anche delle strane croci, che sembrano piuttosto delle balestre, stando alle attendibili ricerche operate dal comitato scientifico di Emilia Misteriosa.

Esempio di calendarizzazione medievale a Spettine

Come i prigionieri nel castello di Spettine segnavano il tempo

Richiamando ora il simbolismo medievale, va detto che la balestra era spesso raffigurata come rito apotropaico, per annullare eventuali presenze maligne. Secondo le ipotesi di ricerca di Paolo Panni di Emilia Misteriosa potrebbero essere state incise dai prigionieri che speravano in questo modo di darsi una speranza per la fuga. Essendo stati, forse, dei soldati, i prigionieri potrebbero aver inciso simboli che richiamavano la lotta e la caccia.

Vista la posizione così elevata di queste incisioni, difficilmente raggiungibile da una sola persona, è probabile che esse fossero state fatte appositamente e, se si nota che sono sempre rigorosamente due per parete, è plausibile che venissero usate per evocare qualche esorcismo.

Balestre incise sulle mura del castello di Spettine

Esempio simbolismo medievale nel castello di Spettine

 

Similitudini nelle simbologie adottate dalle civiltà che hanno abitato la storia

Presso gli antichi popoli Sardi Pre-nuragici (circa 6000 anni prima di Cristo) e  Nuragici (circa 1800 anni prima di Cristo), la croce aveva uno scopo legato alla calendarizzazione. Lo stesso utilizzo si rinviene nelle antiche civiltà celtiche e norrene, così come nelle antiche civiltà dell’Africa, della penisola Iberica, della Romania e della Bulgaria.

La croce inscritta in un cerchio fu il simbolo del Dio norreno Odino, venne usata anche dalle popolazioni celtiche dell’Irlanda e della Gran Bretagna ed il suo significato era sempre quello di un rimando al culto solare. I bracci della croce potevano indicare  i punti cardinali e se la croce era  accompagnata da 4 incisioni a cerchio, le quali denotavano le posizioni della luna all’Equinozio e al Solstizio. Il Cerchio indicava l’interconnessione tra cielo e terra, là dove la croce è interpretabile come sovrapposizione di terreno (braccio orizzontale) e mondo iperuranio (braccio verticale).

Non sembra assurdo pensare a tali similitudini di simbolismi e tradizioni, poiché occorre ricordare che una delle ipotesi più accreditate, anche se da molti discussa è che, ad esempio, gli Etruschi della nostra Tuscia fossero di origine indoeuropea. Tale provenienza è stata ipotizzata, ma non è condivisa in misura unanime dagli studiosi. Nonostante tutto è possibile che Villanoviani, Etruschi, antichi Celti, Greci, Fenici ed altri popoli fossero appartenuti ad unico ceppo pelasgico da cui si sono poi diramate le varie civiltà della storia.

Troverebbe in questo senso un fondamento logico l’invenzione di un mito come quello di Atlantide, per spiegare un’unica e condivisa origine dei popoli dei mari. E’ testimoniato che le antiche civiltà celtiche, attorno al VII-VI secolo avanti Cristo, avessero intrattenuto rapporti commerciali con i popoli dell’Italia Centrale. E’ altresì un’evidenza empirica che tutte le civiltà dell’antichità, fino al nostro cristianesimo occidentale, avessero adorato il sole, avessero altresì un particolare rapporto con l’acqua e la terra. Gli Etruschi seppellivano i morti con i piedi rivolti verso il mare, perché è forse da lì che provenivano, distinguevano la città dei vivi da quella dei morti e mostravano riverenza per la terra che li aveva generati.

I Sumeri, gli Egizi, gli antichi Celti, i Norreni, i Sardi, i Villanoviani gli Etruschi, adoravano tutti il sole e rappresentarono, in simbologie tra loro simili, l’interconnessione tra mondo divino e mondo terreno. Inoltre molte di queste civiltà, come i Sumeri, i Celti, i Sardi, I Villanoviani e gli Etruschi, avevano un rispetto particolare e di riverenza verso la natura.

 

Un invito alla ricerca in merito alle ipotesi avanzate circa lo strano simbolo rinvenuto nei boschi della Tuscia

Arrivati a questo punto le nostre ipotesi di interpretazione, per la misteriosa simbologia dei boschi della Tuscia, va sospesa a più accurate e scientifiche analisi. Trattasi di una croce celtica? Di un arco rovesciato o di una balestra che qualche popolo medievale, arcaico o preistorico, ha inciso in mezzo al bosco per propiziare il Dio della caccia? Si tratta di un simbolo solare tracciato dagli antichi popoli Sardi che capitarono sulle nostre coste? Francamente quello che sta a cuore a noi dell’Aliante è dare il giusto stimolo a ricercatori ed esperti del settore per intraprendere un interessante lavoro di ricerca e collaborazione.

Tratto da: http://www.aliantetuscia.com/storia-misteri-Tuscia-simbolismo-medievale-arcaico

Bibliografia:

Jacques Le Goff:

La civiltà dell'Occidente medievale, trad. di Adriana Menitoni, Collana Le Grandi Civiltà diretta da Raymond Bloch, Sansoni, Firenze 1969;

Storia Universale. Il Basso Medioevo, trad. di Elena Vaccari Spagnol, Collana Storia Universale Feltrinelli n. XI, Feltrinelli, Milano 1967

Di Helmut Lammer,Mohammed Y. Boudjada: Enigmi di pietra. I misteri degli edifici medievali
I Celti nell'enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/celti/

Studi di archeologia della X regio in ricordo di Michele Tombolani di Bianca Maria Scarfì,Michele Tombolani
http://digilander.libero.it/imiani/Romagna_preromana/conEtruschi1.html

http://www.piccolapenna.it/nodo%20di%20Salomone.htm

http://www.istitutosuperioredadda.it/joomla/materiale_didattico/Rizzi/si...

Dizionario etimologico on-line: http://www.etimo.it/?term=croce

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