Viterbo STORIA Dove si legge MTO deve intendersi il teatro delle operazioni nel Mediterraneo Orientale.
Maurizio Pinna

Ventitreesimo incontro con i lettori de La Città (www.lacitta.eu)

La stazione di Porta Fiorentina nel 1943

Esaurito l’argomento delle opere realizzate a Viterbo durante il Ventennio, torniamo al consueto appuntamento mensile per ricordare cosa accedeva nell’aprile di settantadue anni fa sui cieli di Viterbo, sulle case e sulla pelle dei viterbesi, durante le operazioni aeree delle forze alleate.

Per chi ci segue da qualche tempo la premessa che seguirà potrebbe apparire ripetitiva, tuttavia la dobbiamo a chi legge per la prima volta questi stralci di cronologia delle operazioni tattico-strategiche o dei rapporti redatti a seguito di un evento di notevole importanza.

Fatta eccezione per il rapporto del 10 giugno, per restare fedeli ai dati raccolti, il lettore non troverà un concatenamento “morbido” tra una notizia e la successiva, bensì una forma più dura, quasi telegrafica, come telegrafici sono gli ordini e i rapporti militari.

Dove si legge MTO deve intendersi il teatro delle operazioni nel Mediterraneo Orientale.

 

10 aprile 1944

Bagnaia in una foto aerea attuale. L'immagine vuole mostrare cosa appare alla vista dei caccia e dei bombardieri che mirano i centri abitati

Il Delegato Commissariale di Bagnaia, nell’inviare un rapporto al Commissario Prefettizio del Comune di Viterbo, informa che, alle ore 10 del 10 aprile, tredici caccia pesanti, provenienti dalla regione dei Monti Cimini, hanno sganciato circa venti bombe nel territorio della frazione colpendo gravemente il Ponte Veiano sulla via per La Quercia, quello della Ferrovia Roma Nord e gravemente l’ingresso di Villa Lante, oltre ad alcuni fabbricati adiacenti, causando inoltre la distruzione di tre fabbricati in via Zuccari.

Oltre al bombardamento si è verificato un intenso mitragliamento della durata di circa tre minuti, provocando la rottura completa di molti tetti e vetri.

Nell’incursione sono morte 15 persone, 10 feriti gravi e 30 feriti leggeri. Nella missiva si legge inoltre: «La popolazione ha sopportato l’incursione con serenità e si è prodigata in modo esemplare nell’opera di soccorso e di rimozione delle macerie, salvo alcuni casi di assenteismo da parte di operai per i quali si stanno adottando provvedimenti (…).

Si è deprecata l’assoluta mancanza di disinfettanti e di materiale di medicazione, tanto che si è dovuta promuovere una piccola fornitura in Viterbo da parte del Comune ed in parte di un vicino Comando Tedesco (…). Segnalo un esodo quasi totale della popolazione la quale ha cercato rifugio nelle circostanti campagne (…)».

L'aeroporto di Viterbo, bombardato

12 aprile 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, bombardieri medi colpiscono tratti ferroviari nei pressi di un ponte a Montemolino e compromettono una giunzione ferroviaria del tratto che collega a Viterbo, oltre a ponti ferroviari a sud di Orvieto e Certaldo.

Vengono attaccate anche strade che collegano al ponte di Impeda e ponti ferroviari al di là del fiume Var nella zona di Albenga; bombardieri leggeri attaccano il deposito di armi di Zagarolo; caccia-bombardieri e caccia della British aircraft colpiscono obiettivi interessanti per le comunicazioni (principalmente ponti ferroviari), veicoli, depositi di armi in varie zone, tra cui Arezzo, l'Isola d'Elba, Orvieto, l'area a nord-est di Grosseto, l'area a nord-ovest di Bracciano, Civita Castellana, Montalto di Castro, tra Piombino e Viterbo, nell'area di Castiglioncello, a nord-ovest di Montepescali e a sud di Cecina».

 

14 aprile 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, B-25 attaccano il campo di atterraggio di Viterbo e la stazione di smistamento di Liverno, B-26 mettono a fuoco Poggibonsi, Certaldo, Cecina e Magra, attaccando prevalentemente tratti ferroviari, e colpiscono un ponte che collega ad Arezzo ed il viadotto di Bucine; caccia-bombardieri concentrano i loro attacchi su ponti, ma colpiscono anche diverse aree di rifornimento, appostamenti e fabbriche a nord-est di Roma».

 

15 aprile 1944

Alle ore 14,45, alcuni caccia bombardieri anglo-americani hanno lasciato cadere due spezzoni nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Grotte Santo Stefano, esattamente vicino al luogo in cui si trovavano alcuni cannoni tedeschi in attesa di riparazione.

Altre bombe hanno colpito il passaggio a livello in località Campo delle Morre ed altre sono esplose in località Montecacciano, vicino la provinciale Teverina. Danni alla stazione ed alle abitazioni (molti vetri rotti); nessun danno alle persone.

 

16 aprile 1944

Il 20 aprile 1944 il Capo della Provincia, Rottoli, scrive al vescovo di Viterbo, S.E. Adelchi Albanesi, per elogiare il Sac. don Egisto Fatiganti, parroco di Bagnaia, per «l’opera veramente attiva e proficua prestata dal Sacerdote (...) durante ed in seguito dell’incursione aerea nemica del 16 c.m. su quella frazione».

(Fonte e riferimenti bibliografici: Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai giorni nostri, Maurizio Pinna, 2011).

Maurizio Pinna