Viterbo STORIA Diciottesimo incontro con i lettori de La Città (www.lacitta.eu)
Maurizio Pinna

 

Viterbo, nel 1941, fu scelta da Roberto Rossellini per le riprese del film Un pilota ritorna, realizzato sotto gli auspici del “Comando Generale della Gioventù italiana del Littorio”.

«Il film», si legge nei titoli, «è dedicato con fraterno cuore ai piloti che dai cieli della Grecia non hanno fatto più ritorno».

Ricorda Romano Mussolini, nel suo libro Il Duce mio padre, che Mussolini aveva molto a cuore il cinema italiano e avrebbe voluto imprimergli un forte sviluppo trasformandolo in un’industria efficiente come quella americana.

 

 

 

 

 

 


Vittorio Mussolini, fratello di Romano, si appassionò al cinema sin da ragazzo e nel 1937, a soli 21 anni, prese i suoi primi contatti con Hollywood.

Prima che la guerra interrompesse il suo sogno, la sua ascesa era già iniziata.

Scrive Romano: «Nel 1941 mio fratello scrisse il soggetto per I tre aquilotti, uno dei primi film in cui Alberto Sordi recitò da protagonista.

La regia era di Mario Mattioli (...).

Sempre Vittorio, con lo pseudonimo di Tito Silvio Mursino, realizzò altri due film affidandone la regia a Roberto Rossellini: Un pilota ritorna, con Massimo Girotti e Michela Belmonte, e L’uomo della croce, con Alberto Tavazzi e Roswita Schmidt».

Molte scene del film “Un pilota ritorna”, furono girate a Viterbo, presso il Regio aeroporto militare e presso l’Anfiteatro di Ferento.

Nei fotogrammi recuperati dal film si possono notare:

l’ingresso del Regio aeroporto “Tommaso Fabbri”  di Viterbo, nel 1941;

il corpo di guardia dell’aeroporto;

la popolazione sfollata presso l’anfiteatro di Ferento;

l’aereo che sorvola Santa Maria in Gradi e le Ceramiche Tedeschi.

Dietro il cupolino dell’aereo, inoltre, una rarissima veduta della chiesa di Santa Maria delle Fortezze, a sinistra di Porta Romana, successivamente distrutta dai bombardamenti degli alleati anglo-americani;

l’aereo sorvola il nuovo Istituto Costanzo Ciano, l’attuale istituto per ragionieri;

l’aereo di ritorno dalla Grecia effettua un sorvolo a bassa quota dell’attuale parcheggio di piazzale Martiri d’Ungheria;

uomini e donne che, a seguito di un allarme aereo, corrono in via Cairoli per raggiungere il rifugio;

una veduta aerea dell’aeroporto “T.Fabbri”;

il pilota fuggito dalla prigionia in Grecia, è atterrato all’aeroporto viterbese e abbracciato dai suoi colleghi.

(Fonte e riferimenti bibliografici: Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai giorni nostri, Maurizio Pinna, 2011).

Maurizio Pinna