Viterbo STORIA Quindicesimo incontro con i lettori de La Città (www.lacitta.eu)
Maurizio Pinna

Leggi la Prima parteAdriano Ceccarini, musicista viterbese che viterbese non è - 1

Seguito della prima parte pubblicata il 9 marzo

 

Le notizie trovate sul conto dal Maestro Ceccarini, non mi hanno consentito di conoscere la data del suo trasferimento da Giulianova a Viterbo e le circostanze che portarono il padre Fabrizio, nativo di Forlì, a lavorare nella nostra città.

Nonostante ciò è evidente che, per Adriano, lo “Stabilimento musicale” del padre ha instradato i suoi studi, fino a diventare un artista qui a Viterbo.

Per sentito dire le sue opere furono molte e tutte di successo, ma qui mi limiterò a riferire soltanto quanto ho potuto accertare, iniziando con «l’elenco delle pubblicazioni fatte», trascritte a penna in una dichiarazione inviata dal musicista il 23 giugno 1924 alla Camera di Commercio e Industria di Roma.

Leggo nella nota: «Intermezzo dell’Opera “Donna Rios”; intermezzo dell’Opera “Lia”; preludio nell’Operetta “Un matrimonio originale”; foxtrot “Champagne”; valzer “L’ultimo ballo”; marcia “Militare”, “All’alba”, “Di notte”, “Gli alpini”, “Margherita”, “Religiosa”, “Ora mistica”, “Funebre”, “Verso il nulla”, ed altre composizioni di vario genere poco leggibili nella nota compilata a mano.

Siamo solo nel ‘24 e l’attività artistica di Ceccarini durerà fino al 1955. In questo secondo quarto di secolo Ceccarini dovette subire, con molta probabilità, dei torti che lo hanno privato dei più giusti riconoscimenti, secondo quanto pubblicato nell’articolo apparso su Il Messaggero di giovedì 18 settembre 1947, rintracciato presso l’emeroteca di Viterbo e trascritto integralmente più avanti.

Un riferimento a mio avviso importante perché consente di conoscere, attraverso le parole dello stesso Ceccarini, gli umori ed i veri motivi che hanno penalizzato professionalmente il nostro musicista, amareggiato nel vedersi sottrarre un premio già destinato alla sua “Donna Rios”. Nell’articolo, inoltre, figurano altre opere, “Clea” e “Largo per arpa ed archi”, «radiotrasmesso da piazza del Comune». Ma chissà quante altre opere avrà composto!

Il 14 marzo 1978, con delibera n. 182 del Consiglio Comunale di Viterbo, sindaco il dottor Rosato Rosati, al Maestro Adriano Ceccarini è stata intitolata una strada cittadina che congiunge via B.Tecchi a via Garbini, nel quartiere di Villanova.

Purtroppo nella delibera, dove speravo di trovare un accenno al trascorso artistico di Ceccarini, oltre alla stringata motivazione «compositore autore di opere liriche», non sono riferite altre notizie, essendo l’Atto stesso un documento con il quale sono state intitolate ben tredici vie di Viterbo e della frazione di Grotte Santo Stefano.

Le mie ricerche sul Maestro Ceccarini terminano qui, ma sento l’obbligo ed il piacere di riferire un altro onorevole particolare riguardante la famiglia Confalonieri, genitori e fratelli della sposa di Ceccarini.

Maria Confalonieri (1900-1959) moglie del M° Ceccarini, figlia del Cav. Ernesto Confalonieri (1857-1923) ed Elvira Franchi (1866-1949), è anche la sorella di Filippo Confalonieri (1904-1976) e del Ten. Vincenzo Confalonieri (1894-1917).

Vincenzo Confalonieri, nativo di Orvieto, ha partecipato con i gradi di Ufficiale al Primo conflitto mondiale. Aiutante Maggiore del I battaglione del 236° Reggimento fanteria, è deceduto all’ospedale da campo 0148 in Redipuglia per le complicazioni delle ferite riportate in guerra. Per le sue eroiche azioni è stato decorato con due Medaglie d’argento al valor militare.

Inizialmente sepolto a San Pier d’Isonzo di Gorizia, oggi riposa sotto una croce bianca nel riquadro vicino al Monumento ai Caduti della Prima guerra, presso il Cimitero di San Lazzaro a Viterbo.

Il Messaggero

Giovedì 18 settembre 1947

Incontri d’Arte

L’opera “Donna Rios” al centro di un’interessante vertenza tra Ildebrando

Pizzetti ed il compositore viterbese maestro Adriano Ceccarini.

Viterbo, 17.

L’esecuzione, durante il grande concerto radiotrasmesso da piazza del Comune, del “Largo per arpa e archi” del maestro Adriano Ceccarini, ha fatto rievocare negli ambienti musicali viterbesi la vertenza che il noto compositore concittadino, autore, fra l’altro, delle opere “Clea”, “Lia” e “Donna Rios” e dell’operetta “Un matrimonio originale”, ha con il maestro Ildebrando Pizzetti. Crediamo interessante per i nostri lettori stralciare da una lettera aperta diretta dal sig. Ceccarini al maestro Pizzetti i brani che possano illuminarli sulla questione stessa.

Adriano Ceccarini

«Illustre Maestro, sono ormai trascorsi circa otto anni da quando ebbe luogo il concorso per un’opera destinata al carro di Tespi lirico. Io vi presi parte colla mia “Donna Rios”, che, come sapete, avrebbe avuto diritto al premio. Per provarlo dispongo di documenti scritti e di testimonianze.

Poco dopo la caduta del regime fascista voi pubblicaste un articolo nel quale affermavate che le commissioni per la scelta delle opere dei concorsi molte volte erano state costrette a dare il passo, per la rappresentazione, ad alcune che non erano meritevoli, sotto la pressione delle autorità fasciste.

La commissione per la scelta dei libretti ritenne ottimo quello della “Donna Rios”, segnalando ciò alla commissione per la musica, la quale a sua volta stese, nei riguardi della musica, un’altra buonissima relazione. Furono i rappresentanti del Ministero della cultura popolare che vollero bocciare l’opera perché di stile fine ‘800 e perciò non rispondente agli indirizzi pretesi dallo stesso Ministero.

I maestri Mascagni e Zandonat tentarono di opporsi ad una deliberazione quanto mai ingiusta ed odiosa, sostenendo che il provvedimento sarebbe stato contrario alle condizioni del concorso, i cui scopi erano quelli di promuovere la rinascita del nostro bel canto ed il riavvicinamento alla sana sensibilità popolare.

Ho motivo di ritenere che il provvedimento di allora fosse dovuto essenzialmente ad influenze politiche e confido pertanto che al vostro animo di artista non mancherà il modo di suggerirmi la via che mi consenta di portare alla meritata luce il mio lavoro, sì che esso possa affrontare sia pure in ritardo, il giudizio del pubblico».

Il maestro Pizzetti non ha finora risposto in alcuna maniera alla lettera del sig. Ceccarini, ma in ogni modo sarà nostra cura tenere informati i lettori sugli sviluppi dell’interessante vertenza. 

(Fonte e riferimenti bibliografici: Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai giorni nostri, Maurizio Pinna, 2011).

Maurizio Pinna

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