Viterbo STORIA Secondo le fonti bibliche il popolo dei “Tubareni” abitava l’Asia Minore e diede i natali agli abitanti di Lemno
Alessandro Gatti

 

La stele di Lemno è la possibile derivazione asiatica degli Etruschi.

Mito biblico

Nella Bibbia si hanno notizie di un grande popolo, antico e celebre, proveniente dall’Asia Minore: i “Tubareni”. Questi vengono descritti come esperti metallurgi, soprannominati “Giganti” per via della grandezza delle conoscenze artistiche e tecniche in loro possesso.

Se fosse giusta, l’equivalenza ipotizzata tra “Tubareni” e Tirreni, gli Etruschi discenderebbero da questo popolo biblico. Tali genti, dell’Età del Bronzo, si dicevano figli di Tubal-Cain, inventore della metallurgia.

Secondo le fonti bibliche il popolo dei “Tubareni” abitava l’Asia Minore e diede i natali agli abitanti di Lemno, isola greca localizzata nella parte settentrionale del Mar Egeo. Da qui si sarebbero spostati. Esportarono in Italia numerose competenze tecniche applicate; edilizie, navali, agricole, artistiche ed idrauliche. Presso le coste del Mediterraneo si pensa si fusero e confusero con i Popoli dei Mari: i Pelasgi.

La stele di Lemno e gli studi etnografici del professor Claudio De Palma

Claudio De Palma, eminente linguista e storico, è stato uno dei massimi studiosi della stele di Lemno. Questo reperto venne trovato, nel 1885, incastonato sulla colonna di una chiesa e da subito sembrò presentare incisioni etrusco-arcaiche.

Lo stesso Tucidide parla di un gruppo di pirati Tirreni, presenti presso Lemno prima che gli Ateniesi la conquistassero.

Le tesi plausibili sono dunque  due: o vi è stata una fase linguistica comune in tutta l’area mediterranea, dall’Etruria a Lemno, nel qual caso è probabile che gli Etruschi originerebbero dall’Asia Minore; oppure questi discendono da quel gruppo di pirati di cui parla Tucidide. In questo secondo caso sarebbero giunti via mare nei pressi di Lemno, probabilmente lungo le coste tirreniche, e l’avrebbero occupata.

Le ricerche del professor De Palma, pubblicate da Leo Olschki editore in “Il paese dei Tirreni”, sono state portate a termine tra il 2003 ed il 2004 con la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze e testimoniano un’antica civiltà che, verso la fine del VI secolo, permeava di se il Mediterraneo.

La stele di Lemno raffigura un volto di soldato e riporta delle descrizioni su chi fosse; trattasi pertanto di una sorta di lapide funeraria.

Le ipotesi avanzate dal professor De Palma nei suoi recenti studi vedono gli Etruschi discendere dai Tirreni, signori dei metalli e del mare, i quali crearono un vero e proprio “Regno dei Tirreni”. A essi si deve la genealogia di tutti i futuri popoli del Mediterraneo fino ai Romani.

I Tirreni fondarono, dall’Anatolia all’Iberia, un substrato culturale, etnico e linguistico che coinvolge arti, tecniche di lavoro agricolo, architetture e perfino la scrittura.

Così scrive lo stesso De Palma:

“ I Tirreni fin dal 4 millennio avanti Cristo hanno lasciato testimonianze.  Poi con la scrittura le loro tracce si sono moltiplicate. Poiché possedevano grandi capacità nel trattare i metalli, si può pensare che arrivassero dalla Colchide, l'attuale Georgia ed Armenia, ma anche la mèta degli argonauti e delle magìe di Medea. Un pò alla volta, spindi probabilmente dalle invasioni dei Traci e degli Illiri, furono costretti ad imbarcarsi e a ricercare nuove terre. […]Li ritrovammo nell'Egeo a Lesbo, a Chio, a Samo, a Siro. E da lì fino a Santorini che fu distrutta dalla nota esplosione."

Il Professor De Palma spiega come, grazie allo studio dei toponimi, si è potuto vedere con certezza che questo popolo straordinario è stato presente anche nella terra dei Filistei, presso l’odierna Israele. Sono sicuramente venuti a contatto con gli Egizi, hanno superato lo stretto di Messina per raggiungere poi le Eolie.

Secondo il professor De Palma è pressoché impossibile che tale approccio scientifico non sia veritiero poiché i toponimi, dal punto di vista del linguaggio, rappresentano l’elemento più affidabile in quanto non soggetti a modifiche possibili.

Secondo questa tesi, è quindi ipotizzabile, che i Tirreni abbiano imparato molte cose anche dal contatto con gli egiziani e che abbiano avuto delle interessanti contaminazioni linguistiche con gli Estoni e i Finnici. Non a caso gli storici hanno teorizzato, più volte, che i popoli Italici potrebbero vantare una discendenza finnica.

L’aspetto più interessante della ricerca del professor De palma si evince forse nelle sue conclusioni volte a dimostrare come fosse la distribuzione etnica di allora attorno al Mediterraneo.

"Penso di aver dimostrato l'esistenza di tre grandi aree di cultura tirrenica nel Mediterraneo. Quella Orientale, dall' Anatolia all' Egeo. Quella centro meridionale in Italia e Sardegna. Quella occidentale nell' Iberia meridionale. Aree che vengono raggiunte in periodi successivi dal 4 millennio fino al 700 avanti Cristo. Ovviamente la mia pubblicazione non segna la parola fine. La grande avventura dei Tirreni è forse soltanto all' inizio. altre ricerche, altri studi, ci aiuteranno a capire sino in fondo questo popolo che portò la civiltà nel Mediterraneo"

E’ dunque assai probabile che gli Etruschi discendano da questo popolo, riportato anche nella Bibbia, che provenendo dall’Asia Minore, si è poi fuso con gli altri popoli pelasgici creando una commistione di sviluppo tale da gettare le fondamenta di quello che sarà la Civiltà Latina.

Alessandro Gatti

Bibliografia

-        Claudio De Palma,” Il Paese dei Tirreni”

-        Claudio De Palma,  “Le origini degli Etruschi”

-        Giovanni Feo, “miti, segni e simboli etruschi”

-        Conte Giovanni Rinaldo Carli - dedicato all’Arcivescovo Angelo Maria Durini, “Delle antichità Italiche”, libro primo 1788-1791.

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