Viterbo STORIA Combattere per la liberazione d'Italia, per vendicare i martiri gloriosi, per tenere alto il nome della nostra Nazione
Emanuela Dei

 

Cittadini! Il Governo Nazionale ha chiamato alle armi le classi dal 1914 al 1924: queste classi dovranno costituire un forte esercito, che si affiancherà alle valorose truppe alleate per la liberazione dei fratelli Italiani del Nord, ancora sotto il giogo Nazi-fascista.

Tutti i popoli del mondo sono impegnati con ogni loro forza contro la belva hitleriana, sempre più incalzata e stretta da ogni parte, resa più feroce dai colpi mortali che ogni giorno le vengono inflitti.

Il Popolo Italiano che deve riscattare 22 anni di tradimenti e di errori perpetrati dal Governo fascista, non può rimanere assente da questa lotta decisiva, che dovrà decidere l'avvenire stesso del nostro paese. Nell'Italia settentrionale gli eroici partigiani vi danno luminoso esempio di quanto possa l'entusiasmo, tenendo a bada le soverchianti schiere dei nazi-fascisti, con abnegazione e spirito di sacrificio questi partigiani versano il loro sangue per raggiungere di nuovo l'unità d'Italia.

Giovani richiamati alle armi! Non ascoltate le insinuazioni dei nemici della Patria, che vorrebbero innovare l'onta del passato, allontanandovi dal vostro dovere: riviva in voi l'ardore che animò i patrioti del Risorgimento quando cioè si trattò di scacciare dal sacro suolo Nazionale il tedesco invasore. Oggi non deve esistere divisione di partito, non diversità di convinzione politica ma una sola necessità: Combattere!

Combattere per la liberazione d'Italia, per vendicare i martiri gloriosi, per tenere alto il nome della nostra Nazione. Accorrete in massa alla chiamata alle armi: sono i nostri Eroi di ogni tempo che vi parlano, perché rinnoviate le favolose gesta che immortalano i combattenti Italiani su i campi di battaglia. Smentite la speranza del nemico che fida nella vostra assenza per seguitare a fare scempio del suolo italiano, dimostratevi degni della fiducia che in voi ripone la Patria.”

Questo era l'appello del Comitato di Liberazione Nazionale (C. N. L.) che compariva nel quindicinale di vita viterbese “Il Bulicame”, il quattro febbraio 1945.

Per chi fa il mestiere di scrivere, elaborare e interpretare notizie, un articolo così mette il buon umore. Il linguaggio è forbito e chiaro, il messaggio diretto. Non c'è bisogno di interpretare, manipolare, far contento qualcuno. Il nemico? Sono i tedeschi e bisogna sconfiggerli. Il sacrificio è necessario e dovuto, perché chi ci ha preceduto è morto per consegnarci un' Italia unitaria e libera dall'invasore.

L'informazione, di oggi è molto cambiata dal 1945 e anche le guerre. Oggi un po' tutti scrivono e un po' tutti criticano senza avere le doti per farlo. Il linguaggio è molto più colloquiale e, grazie alla tecnologia, lo scrittore deve sottoporsi a regole tecniche per essere “cliccato”. L'informazione si fa sui Social e se non vieni letto, non esisti.

È stato inventato SEO (Search Engine Optimization) che permette di far reperire informazioni in un sito, sui motori di ricerca. Pochi sanno però, che questa macchina ottimizzatrice non fa altro che cercare e ricercare sempre le stesse parole escludendo sinonimi e parafrasi. Ecco, ora sapete perché leggete venti volte, dal titolo al riassunto all'occhiello, la solita frase, ad esempio: sagra-castagna-Tuscia. SEO non ammette fantasia o rielaborazioni e chi scrive lo sa. Se vuoi essere letto devi scrivere come un computer comanda. Questa è la morte della scrittura e del giornalismo.

Per quanto riguarda le guerre poi, anche queste cambiano forma. Ci sono sempre le armi sì, ma vengono vendute ai popoli più bisognosi in cambio di petrolio. Gliele vendiamo e poi gli dichiariamo guerra per avere magari il controllo diretto del mercato. La guerra è anche fatta di terrore che scoppia all'improvviso nelle capitali europee. Persone che non hanno nulla da perdere si fanno esplodere, mitragliano i passanti, e questo genera la paura che ci inchioda nelle case.

Inoltre, la fiducia nei governi o nel Governo è pressoché nulla. Lo Stato è una fonte di tasse. Tasse che vengono camuffate e ribattezzate. Pochi beneficano di tali tributi. Il potere è nelle mani di pochi. Non ci si fida più di nessuno: dello Stato, dei vicini, dei nemici. Tutti potrebbero essere tutto e l'onestà, i valori sono praticamente ricordi del passato. Questo è il nuovo mondo che certamente non era nemmeno immaginato dai nostri martiri. Questa è la nuova era, dove si anela ad una finta uguaglianza che porti nel mondo la prosperità.

 Emanuela Dei