Montefiascone STORIA La romanza era intitolata EST EST ed era ispirata appunto alla leggenda di questo vescovo tedesco
di Quinto Ficari

 

 

Il poeta tedesco Wilhelm Muller

Henry Wadsworth Longfellow, scrittore americano di fama mondiale, noto oltre che per la sua attività di autore anche per aver curato la traduzione e la divulgazione della Divina Commedia negli Stati Uniti, durante un suo viaggio in direzione Roma, incuriosito dalla notizia della presenza nella chiesa di San Flaviano a Montefiascone di una singolare lastra tombale che rimandava ad un prelato morto per il troppo bere, fece di tutto per visitarla.

Henry Wadsworth Longfellow aveva conosciuto la storiella dalla lettura di una romanza scritta nel 1825 dal poeta tedesco Wilhelm Muller, famoso in Europa per i suoi lavori (Die schöne Müllerin e Winterreise)  musicati da Franz Schubert.

 

La romanza era intitolata EST EST ed era ispirata appunto alla leggenda di questo vescovo tedesco che aveva sacrificato la propria vita alla bontà del vino di Montefiascone. Nel suo diario di viaggio ( Prose Works – The Journey for Italy -1828) Longfellow ci racconta che a causa del maltempo arrivò a Montefiascone molto tardi, e che, non volendo rinunciare alla visita, chiese di poter visitare comunque la tomba di questo singolare personaggio.

Era la mezzanotte di una fredda sera di gennaio del 1828, quando Henry Wadsworth Longfellow ottenne di poter visitare la basilica di San Flaviano per poter ammirare di persona la famosa lastra tombale che aveva ispirato il suo collega Wilhelm Muller…

 

Henry Wadsworth Longfellow

 

Wilhelm Müller  Est Est! (da GEDICHTE – 1825).

 Romanze

 Hart an dem Bolsener See,*
Auf des Flaschenberges Höh,**
Steht ein kleiner Leichenstein
Mit der kurzen Inschrift drein:
Propter nimium Est Est
Dominus meus mortuus est.

 Unter diesem Monument,
Welches keinen Namen nennt,
Ruht ein Herr von deutschem Blut,
Deutschem Schlund und deutschem Mut,
Der hier starb den schönsten Tod –
Seine Schuld vergeb ihm Gott!

 Als er reist’ im welschen Land,
Vielen schlechten Wein er fand,
Welcher leicht, wie Wasser, wog
Und die Lippen schief ihm zog;
Und er rief: Ich halt’s nicht aus!
Lieber Knappe, reit voraus!

Sprich in jedem Wirtshaus ein,
Und probiere jeden Wein;
Wo er dir zum besten schmeckt,
Sei für mich der Tisch gedeckt,
Und damit ich find das Nest,
Schreib ans Tor mir an ein Est.

 Und der Knappe ritt voran,
Hielt vor jedem Schenkhaus an,
Trank ein Glas von jedem Wein,
War der gut, so kehrt’ er ein,
War der schlecht, so sprengt’ er fort,
Bis er fand den rechten Ort.

 Also kam er nach der Stadt,
Die den Muskateller hat,
Der im ganzen welschen Land
Für den besten wird genannt;
Als von diesem trank der Knecht,
Dünkt’ ein Est ihm gar zu schlecht.

 Und mit feuerrotem Stift,
Und mit riesengroßer Schrift,
Malt er nach des Weins Gebühr
Est Est an der Schenke Tür;
Ja, nach anderem Bericht
Fehlt die dritte Silbe nicht.

 Der Herr Ritter kam, sah, trank,
Bis er tot zu Boden sank.
Schenke, Schenkin, Kellner, Knapp
Gruben ihm ein schönes Grab,
Hart an dem Bolsener See,
Auf des Flaschenberges Höh.

Und sein Knapp, der Kostewein,
Setzt’ ihm einen Leichenstein,
Ohne Wappen, Stern und Hut,
Mit der Inschrift kurz und gut:
Propter nimium Est Est
Dominus meus mortuus est.

 Als ich nach dem Berge kam,
Eine Flasch ich zu mir nahm,
Und die zweite trug ich fort
Nach dem weltberühmten Ort,
Wo der deutsche Ritter liegt,
Der vom Est Est ward besiegt.

 Selig preis ich deine Ruh,
Alter, guter Freiherr du,
Der du hier gefallen bist
Von dem Trank, der doppelt ist,
Doppelt ist in Kraft und Glut,
Goldnes Muskatellerblut!

 Jahr für Jahr an jenem Tag,
Wo dein Leib dem Geist erlag,
Zieht, was trinkt in Hof und Haus,
Feierlich zu dir hinaus,
Und begießt mit deinem Wein
Dir den Hügel und den Stein.

 Aber jeder deutsche Mann,
Welcher Est Est trinken kann,
Denke dein bei jedem Zug,
Und sobald er hat genug,
Opfr’ er fromm dem edlen Herrn,
Was er selbst noch tränke gern.

Also hab ich’s auch gemacht
Und dazu dies Lied erdacht.
Lieber singen Eins beim Wein,
Als im Grab besungen sein.
Propter nimium Est Est
Liegt manch einer schon im Nest.

 * Lago di Bolsena.
** Montefiascone

EST EST
Vicino al lago di Bolsena, Sulle altitudini del fiasco, Si trova una piccola lapide, Con la breve iscrizione: Propter nimium Est Est Dominus meus mortuus est.Sotto questo monumento, Che non riporta nessun nome, Riposa un signore di sangue tedesco, Di bocca tedesca e coraggio tedesco, Che qui morì la morte più bella – Che Dio gli rimettesse i suoi peccati!

Quando viaggi in quel paese romanico Trov del pessimo vino, Che era leggero come l’acqua. Egli storse le labbra; Ed egli esclamò : Non ce la faccio! Caro valletto, prendi il cavallo e vai avanti!

Entra in ogni locanda E assaggia ogni vino; Dove ti piace di più, Fai apparecchiare per me, E per indicare il villaggio, Scrivimi sulla porta un Est.
Ed il valletto procedé, Sostò davanti ad ogni taverna, Bevve un bicchiere di ogni vino, Se era buono si fermò , Se era cattivo se ne andò , Finchè non trovò il posto giusto.

Quindi arrivò nella città, Del migliore moscato, Che in tutto il paese romanico, Era conosciuto come il migliore; Quando il valletto lo assaggi , Un Est gli sembrò troppo poco.
E con una penna rosso fuoco, E con lettere giganti, Disegnò quel dovuto al vino Est Est sulla porta della taverna; Si, secondo altro racconto, La terza sillaba non manca.
Il Signor cavaliere venne, vide, bevve, Finchè cadde a terra morto. L’oste, la moglie, il cameriere, il valletto Gli scavarono una bella tomba, Vicino al lago di Bolsena, Sulle altitudini del fiasco.
Ed il suo valletto, il degustatore, Gli pose una lapide, Senza stemma, stella e cappello, Con un’iscrizione, per farla breve: Propter nimium Est Est

Dominus meus mortuus Est.

Quando io giunsi sulla collina, Bevvi una bottiglia, La seconda me la portai via. A quel posto famoso, dove riposa il cavaliere tedesco, Che fu combattuto dall’Est Est.
Inneggio alla tua quiete, Vecchio bravo Barone, che sei morto qua Per quella pozione che è doppia, Doppia in forza e fiamma, Sangue dorato di moscato! Ogni anno in quel giorno, In cui il tuo corpo fu stroncato dall’animo, tutti coloro che bevono, Solennemente ti vengono a trovare, E ti bagnano con il tuo vino La collina e la lapide.

Tuttavia se ogni uomo tedesco Che può bere l’Est Est, Ti pensasse ad ogni sorso, E quando ne ha bevuto abbastanza, Immolasse devotamente al nobile Signore, Ci che gli piacerebbe ancora bere. Così feci pure io. E ho concepito questa canzone.

Meglio cantare una canzone bevendo del vino, Che essere cantato nella tomba. Propter Nimium Est Est. Qualcuno è già sepolto.

Wilhelm Muller (1825)


 

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