Montefiascone STORIA Lo sforzo de Paciacca” un “Matteotti” montefiasconese
di Giancarlo Breccola (da La Loggetta n° 52)

Paciacca, al secolo Agostino Nardini detto Nino, in divisa di combattente della Prima guerra mondiale

L’articolo di Antonio Mattei (L’aggressione a Felice Falesiedi, nella Loggetta n. 50) e l’inaspettato epilogo fornito da Renzo Falesiedi (Mio nonno fu vendicato, nella Loggetta n. 51), mi ha fatto ricordare un episodio avvenuto a Montefiascone nei primi anni del “ventennio”.

Storia che, pur concludendosi in maniera meno drammatica, presenta singolari analogie con quel doloroso episodio.

Il 5 aprile 1924 si svolsero in Italia le elezioni nazionali, tenute secondo il nuovo sistema maggioritario, che fecero registrare un successo del “listone” promosso dal partito fascista.

Grazie alle aperte intimidazioni ed alla complicità delle autorità locali, i fascisti ottennero, in quell’occasione, il 65% dei voti e 374 seggi.

A Montefiascone la notizia della vittoria venne data dal segretario politico Manfredo Basili Luciani, il quale, dalla loggetta comunale, esordì con un trionfante: “Abbiamo vinto!”.

Tra i numerosi montefiasconesi radunati in piazza vi era anche un certo Agostino Nardini, detto Nino e soprannominato “Paciacca”, che non riuscì a resistere alla tentazione di commentare l’enfatica dichiarazione. A voce più o meno alta disse quindi: “Ciavete fatto ‘no sforzo!”.

Paciacca non possedeva la stoffa dell’eroe ed anche alla fine del fascismo confessò agli amici che, a distanza d’anni, ancora non riusciva a capacitarsi dell’involontaria provocazione. In un attimo, comunque, fu circondato dai presenti ed inseguito lungo il corso, ove tentò maldestramente di ripararsi in una cassa vuota di baccalà che stava fuori della drogheria Marzetti. Fu raggiunto e preso a calci, ceffoni e botte in testa.

E avrebbe fatto la fine di Giacomo Matteotti - anche lui colpevole di aver denunciato, pur se in maniera più autorevole ed energica, i brogli elettorali fascisti - se, mentre il pestaggio stava degenerando, non fosse intervenuto il maresciallo dei carabinieri il quale, viste le condizioni del malcapitato, per sottrarlo all’ira dei presenti, lo ammanettò e lo portò in caserma.

Rimase in guardina per tre giorni, ufficialmente per accertamenti, in realtà per far sbollire la rabbia ed il risentimento delle persone provocate.

L’episodio, volando di bocca in bocca, raggiunse una grande notorietà e si sintetizzò in un detto popolare. Ancora oggi, a Montefiascone, quando si parla di una piccola cosa con toni grandiosi o si vuol commentare l’esito scontato di un facile tentativo, si dice: “Ha fatto lo sforzo de Paciacca”.
Paciacca, che morì nel 1964, a settant’anni, era un uomo di aspetto mite, ancora oggi ricordato dai più anziani per l’innocente abitudine di raccontare senza sosta episodi della Grande Guerra. Sposato, con due figlie, abitava in via Santa Maria e lavorava alle dipendenze di Mario Manzi nella sua bottega di falegname in via Verentana.

Giancarlo Breccola

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 1256 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it