Montefiascone STORIA La sua azione durante il suo pontificato subì pesantemente l’influenza della sudditanza nei confronti di Carlo d’Angiò
di Quinto Ficari

 

Martino IV, al secolo Simon de Brion, è stato l’ultimo papa eletto a Viterbo.

Fin dalla sua elezione al soglio pontificio, fortemente voluta e concretizzatasi grazie alle pressioni di Carlo d’Angiò, che arrivò a fare arrestare due cardinali a lui contrari nel conclave, (Matteo e Girolamo Orsini), Martino IV fu soggetto all’influenza degli Angioini.

A Roma il popolo e la maggior parte del clero non vedevano di buon occhio un francese come Papa, perciò, nel 1281, Martino IV venne incoronato ad Orvieto, che, con Montefiascone divenne la sua residenza.

La sua azione durante il suo pontificato subì pesantemente l’influenza della sudditanza nei confronti di Carlo d’Angiò, che, appunto, era stato determinante per la sua elezione. Per assecondare gli interessi di Carlo d'Angiò arrivò a rompere con la Chiesa Ortodossa, poi nel 1282, in seguito agli sviluppi della rivolta dei Vespri Siciliani, continuò a sostenere le ragioni dei francesi.

Nel novembre del 1282, Martino IV emanò, dalla basilica di San Flaviano a Montefiascone, la scomunica contro re Pietro d'Aragona, che si contrapponeva agli Angioini in Sicilia:

“...Intanto Papa Martino senza studiarsi ad occultar la fiera passione dell'animo suo, vibrava anatemi sopra anatemi contro Pietro, e' ministri e' guerrieri, e' Siciliani tutti: Da Montefiascone a diciotto novembre dell'ottantadue, dichiarolli involti nelle scomuniche comminate già prima, e a Pietro ricantò : sgombrasse di presente la Sicilia; non usurpasse il titolo, non esercitasse atto alcuno di Re.” (Michele Amari: “La guerra del Vespro Siciliano).

PROCESSUS MARTINI P.[apae] IV [aliis II] contra Petru[m] Arragonae Manoscritto della bolla di scomunica emanata da Papa Martino IV nel 1282 nei confronti di Michele VII Paleologo e re PIETRO III d'ARAGONA pubblicata all'interno della Basilica di San Flaviano in Montefiascone - Standford University California-

Nel 1285 Martino IV morì a Perugia, dove venne sepolto nella Cattedrale. Più che per il suo impegno pastorale, Martino IV è passato alla storia per la sua voracità...

Così lo descrive Iacopo della Lana: “ Fu molto vizioso della gola e per le altre ghiottonerie nel mangiare ch’elli usava, faceva t rre l’anguille del lago di Bolsena e quelle faceva annegare e morire nel vino alla vernaccia”. Nell’ottocento lo scrittore Tommaseo, cita un epitaffio che si diceva scolpito sulla sua tomba:

“Gaudent anguillae quod mortuus
hic jacet ille qui,
quasi morte reas, excoriabat eas”

ossia :

“Gioiscono le anguille perchè giace qui morto colui che, quasi fossero colpevoli di morte, le scorticava.” Se la figura di Martino IV è giunta fino ai giorni nostri in questi termini, lo si deve sopratutto a Dante Alighieri, che, nella sua Commedia, (pubblicata tra il 1304 e il 1321), lo colloca nel canto XXIV, nel girone dei golosi del Purgatorio:

“... e quella faccia
di là da lui più che l’altre
trapunta ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia:
da Torso fu, e purga per digiuno
l’anguille di Bolsena e la vernaccia”

(Martino IV prima di diventare Papa fu tesoriere del capitolo reale di St. Martin di Tours.)

Nel volume “Orme di Dante in Italia” di Alfredo Bassermann, (1902 pag. 294 -295), l’autore così commenta questi versi: “... Non senza importanza pei versi di Dante sembra essere a me altresì il fatto che Martino teneva la sua dimora prediletta a Montefiascone, quando noi pensiamo alla celebre iscrizione del canonico Fugger di Asburgo che si legge nella sotto chiesa di San Flaviano, non abbiamo bisogno di riflettere a lungo per indovinare donde proveniva la vernaccia in cui Martino affogava le sue anguille. Fu certamente la medesima qualità di vino est, est est che tanto al canonico come al Papa è riuscita infausta".

Quinto Ficari


 

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