Viterbo STORIA

Santa Giacinta Marescotti la santa di Vignanello da tanto sfarzo a tanta umiltà

 

Santino con santa Giacinta che soccorre un infermo

Il 6 Gennaio 1605 fu ammessa alla comunità di san Bernardino la ventenne Clarice Marescotti. Nacque a Vignanello il 6 Marzo 1585, interessante paese della Provincia di Viterbo, dal principe Marcantonio e dalla principessa Ottavia Orsini.

L’8 Gennaio 1605, entrata contro la sua volontà nel Monastero di san Bernardino, con una dote di oltre seicento scudi e una rendita annua di quaranta scudi, Clarice scelse il nome di Giacinta e per circa dieci anni visse con tutte le sue abitudini di nobile.

Addirittura in una visita al monastero, nel 1612, del vescovo Muti, l’alto prelato contestò lo sfarzo delle camere abitate dalla Marescotti e chiese maggior rigore «acciò non siano viste verso il Pian di Scarano».

Colpita da grave malattia e a seguito della visita del padre Antonio Bianchetti che sconvolse l’animo nobile di Giacinta, decise di cambiar modo di comportarsi e iniziò così a martirizzare il suo corpo, per rendere più grande il suo spirito.

Giacinta riuscì a convertire un prepotente avventuriere, un certo Francesco Pacini di Pistoia, il quale diventò il suo principale collaboratore nella realizzazione di opere pie da lei stessa promosse. Con lui istituì la Confraternita dei Sacconi, o dei Sacchi, vestita con sacco di color bianco, cinto da una fune, che per fine caritatevole aveva l’assistenza ed il soccorso ai bisognosi e agli infermi negli ospedali, e la Congregazione degli Oblati di Maria che per fine aveva l’assistenza ai vecchi e agli storpi, in san Carlo a Pianoscarano.

Giacinta morì nel Monastero di san Bernardino il 30 Gennaio 1640, il suo corpo fu esposto in chiesa ai fedeli e siccome gran parte di quest’ultimi per reliquia tagliuzzarono il vestito della santa, si dice che le monache furono costrette a cambiare il vestito per ben tre volte.

Le notizie le ho tratte dal mio libro edito nel 2002: L'illustrissima città di Viterbo.

Mauro Galeotti