Viterbo STORIA Tutti ne parlano tutti ne discutono ma la borsa nera più che mai vive e si sviluppa
di Emanuela Dei

 

Il 15 novembre 1944 il quindicinale “Il Bulicame”, con direttori responsabili Buzzi e Buffetti, indirono un referendum sulla borsa nera a Viterbo e Provincia.

“Certamente uno dei più gravi problemi che ci affligge in questi tempi calamitosi” scriveva Buzzi “è la borsa nera.

Tutti ne parlano tutti ne discutono ma la borsa nera più che mai vive e si sviluppa. Tutti credono di sapere le origini di questa piaga e di conoscere il modo di distruggerla e la convinzione di ognuno e che finora il Governo e le autorità locali ben poco abbiano fatto per eliminarla. Ma da che cosa dipende la borsa nera?

Quali provvedimenti prendereste per eliminarla?

Il nostro giornale, invita i lettori a rispondere alle seguenti domande, le migliori risposte saranno pubblicate”.

Il mercato nero in Italia fu conseguenziale alla disorganizzazione delle autorità civili nella gestione e distribuzione dei generi alimentari, dall'inizio del conflitto della seconda guerra mondiale.

Naturalmente anche la progressiva riduzione di derrate disponibili nelle città portò alla nascita e al consolidamento di una rete clandestina di scambi. Funzionari, commercianti e produttori alimentavano tale mercato aggirando così il sistema di stoccaggio degli ammassi pubblici e il razionamento delle derrate alimentari.

In una lettera del sig Giulio Fapperdue rispondeva al referendum promosso dal giornale fornendo alcune soluzioni. “Aumento dei prezzi dei prodotti conferiti agli ammassi, perché è assurdo pretendere che i produttori portino all'ammasso i fagioli a lire 10 al kg. e le lenticchie a 13 lire, quando possono agevolmente venderle a 80-100 lire.

Triplicando i prezzi che si corrispondono oggi, si andrebbe incontro alle necessità dei produttori, che hanno un carico fiscale oneroso e pagano la mano d'opera a 200-300 lire al giorno per persona. Che si puniscano esemplarmente gli evasori servendosi di dati che gli Uffici Provinciali statistici economici dell'agricoltura potrebbero fornire.” In ultimo, “che si intensifichino i sequestri alla Roma Nord e sulle autolinee Garbini.”

Il signor B. Apollo pensa invece che la borsa nera dipenda dalla poca volontà del Governo di eliminarla, perché solo con essa i pezzi grossi, ovvero coloro che possono spendere rispettabili biglietti da mille, hanno la possibilità di accaparrarsi generi di sostentamento.

Apollo propone di risalire, per ogni singolo caso, alle diverse “fonti della borsa nera” senza indietreggiare quando si inciampi in un Commendatore o in un Grand'Ufficiale e punirli severamente.

Nell'ultima lettera del sig. M. Alba si può leggere che: “la borsa nera trae la sua origine principale dall'insufficienza di viveri, generi di abbigliamento, tabacchi, ecc. Per rimediarvi bisogna stroncare il male alle radici, cioè procedere ad una maggiore distribuzione di generi e per questo ogni produttore dovrebbe conferire i generi ai magazzini popolari, e il Governo, in cambio, dovrebbe rifornire gli agricoltori di scarpe, vestiti e così via”.

Emanuela Dei

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 430 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it