Viterbo Strada Signorino, "la tagliata etrusca" negli anni '60 (Foto Secondo Bruti, archivio Mauro Galeotti)

Cava di sant’Antonio e Strada Signorino a Viterbo
Mauro Galeotti

Da ragazzo mi ha sempre incuriosito il nome "Signorino", riferito alla strada fuori Porta Faul, da grande mi sono dedicato a farne la storia e sapere chi era Signorino, credevo fosse un giovane ragazzo, invece...

Strada Signorino, già Cava di sant’Antonio, è di origine etrusca, si tratta di un camminamento scavato nel tufo con pareti alte anche dodici metri, dove in più punti il cielo è coperto dalla vegetazione rigogliosa e spontanea.

Santino del 1890
(Vedi anche http://www.madonnadellaquercia.it) 

Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli
 

Pontefici Romani divoti della Madonna della Quercia, vengono a visitarla, ricevono grazie, e concedono privilegi
(Leggi l'inizio delle visite, le trovi qui sotto, appresso alla pubblicità del Monastero)

Seguono altri Pontefici divoti

[...] L'anno 1577 concesse Indulgenza plenaria a chi visiterà questa Chiesa il dì 8 Aprile in cui si celebra la dedicazione di essa, come per Breve delli 4 Aprile.

 

Mauro Galeotti

Ezio Cardinali, fotografo

 

 

 

 
Chiesa di san Paolo ai Cappuccini
Mauro Galeotti dal libro L'illustrissima Città di Viterbo, Viterbo, 2002

Per raggiungere la Chiesa di san Paolo ai Cappuccini si deve percorrere una discreta ripida salita, la quale ha all’inizio sul lato sinistro una Croce e su quello destro la statua di padre Pio con la scritta sulla base:


Mauro Galeotti

 

Ezio Cardinali

 

 

Via san Pellegrino a Viterbo
Mauro Galeotti dal libro L'illustrissima Città di Viterbo, Viterbo, 2002

In Via san Pellegrino, che conduce all’omonimo quartiere medioevale, era fino a qualche tempo fa, al n° civico 116, a destra di chi guarda l’architrave della porta d’ingresso, una pietra con inciso A / N / VIII, segue al 110, sulla chiave dell’arco d’ingresso, uno stemma così descrivibile: una V con al centro una croce, più in basso sono le lettere T e V.

 

Viterbo, interno della Chiesa di sant'Ignazio di Loyola a metà di Via Saffi (Largo Mario Fani)

Antonio Cignini

Caro Mauro, in vista della festa di sant'Ignazio di Loyola - il 31 luglio - ti mando un articolo sul colto giurista benedettino viterbese Gregorio Sanzio che fu consulente del fondatore dei Gesuiti all'epoca della redazione della loro Regola. A Viterbo è la Chiesa di sant'Ignazio, della quale non male sarebbe linkare la storia che hai già pubblicato su questo quotidiano.

 

Foto Ezio Cardinali

 

Mauro Galeotti dal libro "L'illustrissima Città di Viterbo", Viterbo 2002

 

Ezio Cardinali, fotografo

Gli articoli precedenti
Porta della Verità è la porta di casa vostra, casa nostra, ma cade a pezzi, eppure di storia è carica
Porta di Pianoscarano è la porta di casa vostra, casa nostra, ma cade a pezzi, eppure di storia è carica
Porta San Pietro è la porta di casa vostra, casa nostra, ma cade a pezzi, eppure di storia è carica

Le foto in galleria alla fine dell'articolo sono di Ezio Cardinali che ringrazio ancora una volta per la sua professionalità. 
Per Ezio e per me è un atto d'amore inchinarsi dinanzi a questa gigantesca porta delle mura castellane, tutta in legno, antica, incardinata come prigioniera che non parla, non si muove, ferita a morte, ma è presente anche se ormai nessuno si è accorto esista. 

Porta Romana è la porta di casa vostra signori amministratori del Comune di Viterbo, porta di casa nostra, ma cade a pezzi, eppure la sua storia è carica di avvenimenti e merita un energico restauro e maggiore attenzione da parte dell'amministrazione comunale, troppo "distratta". E meritano rispetto dopo il restauro, anche i resti di essa, in peperino, abbandonati alla rinfusa a Prato Giardino.

Quattro le uniche porte sopravvissute, ma c'è chi le sta per far morire per sempre. Puah!

Quale viterbesità sventolano i nostri amministratori se ignorano e trascurano la storia dei nostri monumenti, quella che ha reso grande Viterbo? ari Puah!

Porta di san Sisto - Porta Romana

Porta di san Sisto si trova sul punto più alto della cinta muraria della città, è infatti a quota 354,60 metri sul livello del mare.

 

Foto Ezio Cardinali

 

Mauro Galeotti dal libro "L'illustrissima Città di Viterbo", Viterbo 2002

 

Ezio Cardinali, fotografo

Le foto in galleria alla fine dell'articolo sono di Ezio Cardinali che ringrazio ancora una volta per la sua professionalità. 
Per Ezio e per me è un atto d'amore inchinarsi dinanzi a questa porta delle mura, in legno, antica, incardinata come prigioniera che non parla, non si muove, ferita a morte, ma è presente anche se ormai nessuno si è accorto esista. 

Porta San Pietro è la porta di casa vostra signori amministratori del Comune di Viterbo, porta di casa nostra, ma cade a pezzi, eppure la sua storia è carica di avvenimenti e merita un energico restauro e maggiore attenzione da parte dell'amministrazione comunale, troppo "distratta". 

Porta san Pietro

All’anno 1095 il cronista Niccolò della Tuccia riporta che «fu fatto il muro dalla Porta di Sonza sino alla Porta Fiorita».

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 I libri

di Mauro Galeotti

 

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