Viterbo CRONACA MONDIALE

Mentre siamo in attesa di conoscere il risultato di oggi pomeriggio (ore 13,00 in Brasile) fra Italia ed Uruguay e, conseguentemente, se gli azzurri di Prandelli continueranno la loro marcia nel Mondiale, ho letto con molto interesse, perché proviene da una fonte insospettabile, le considerazioni di una vecchia volpe del calcio italiano, tal Luciano Moggi, sulla situazione del footbal nostrano.

 

Ebbene, proprio le tesi del Lucianone nazionale mi hanno confortato su quanto in modo molto meno autorevole di lui, la mia modesta persona va, tuttavia, sostenendo da almeno una quindicina di anni a questa parte e, cioè, che sarebbe ora che il calcio italiano chiudesse le frontiere o quanto meno limitasse l’ingresso dei calciatori stranieri nelle squadre di club, curando di più il settore giovanile.

Ad onor del vero questa idea non è nuova, ma fu sbandierata ai quattro venti e a chi voleva e non voleva sentire da uno degli eroi di Spagna 82, vale a dire quel Dino Zoff che nell’Europeo del 2000, giocato in Belgio e in Olanda, aveva sbalordito tutti conseguendo la finale, poi perduta per un soffio contro la Francia di Trezeguet.

Certo il Zoff pensiero non passò inosservato e furono guai per l’ex portiere della Juventus e della nazionale. Dopo essere stato esonerato dalla nazionale, nessuna squadra di club osò più chiamarlo sulla  panchina ad allenare. 

Resta comunque, a mio giudizio, tutta intera la verità di quando Dino sostenne allora ed oggi Lucianone Moggi vanno sostenendo con piglio e senza timori reverenziali nei confronti di chicchessia.

Inutile girare intorno all’argomento. La nazionale non ha più i talenti di un tempo, fantasisti degni di tal nome (per quanto tempo ancora Pirlo farà parte dei convocati?) attaccanti di razza in grado di piazzare la palla in rete.

Ed il perché è inutile nasconderselo. Fatta la debita eccezione per la Juventus di Bruno Conte, dalla Roma alla Fiorentina, passando per l’Inter (tutte formazioni che si sono piazzate fra i primi posti del campionato italiano della massima serie), quanti sono i giocatori che le summenzionate squadre forniscono alla Nazionale?

La domanda è retorica, ma al tempo stesso credo che dovrebbe farci riflettere. Certo non sarà facile vincere lo strapotere dei club, ai quali a ben vedere poco interessano le magnifiche sorti e progressive della nostra nazionale.

Però poi non lamentiamoci e non scandalizziamoci più di tanto se l’Italia non brilla più di luce propria e la classifica Uefa ci farà scivolare ancora verso il basso.

Giuseppe Bracchi