Soriano nel Cimino SPORT

E cinque... no, niente starnuti, anche se il freddo, dalle parti del Palavecchio di Spoleto, era quello giusto per restare a letto con la copertina tirata fino al naso e la tisana calda sul comodino.

Cinque sono, udite udite, le vittorie di fila dei Soriano Virus, che, evidentemente, ci hanno preso gusto, polverizzando il record della franchigia: stavolta, a cadere sotto i colpi della banda di Eugenio Azzoni è stata l'Atomika basket di Spoleto, regolata a domicilio 67-63. Tuttavia, complice la trasferta infrasettimanale e un avversario rognoso assai, di certo non si è trattato di una passeggiata di salute. Peraltro, il campo foderato di linoleum e duro come la roccia, nuoceva alle giunture sorianesi, soprattutto a quelle dei “diversamente giovani e/o sani”.

Da qui un inizio lentino anzi che no, condito da imprecisioni varie e mani fucilate da ambo le parti, alché, dopo due giri di orologio il punteggio era ancora inchiodato sul 4-4. L'equilibrio continuava fino alla doppia cifra, finché i Virus, complici gli inverecondi errori dei padroni di casa sui passaggi, cominciavano a prendere un po' di abbrivio: tra intercetti vari, contropiedi, lanci lunghi e un paio di missili terra aria dall'arco, la gelida manina di Samuele Rossi entrava in temperatura, contribuendo a scavare il primo importante divario, con l'ovvia conseguenza che il primo quarto si chiudeva su un comodo 18-11.

Ovviamente il coach di Spoleto spettinava le chiome dei suoi con un paio di urlacci di quelli buoni, ma la musica, ad inizio secondo quarto, non cambiava e De La Rosa maramaldeggiava spesso in palleggio tra le trincee nemiche per portare l'arancia a destinazione con comodi layup; si arrivava così ad un confortante vantaggio a doppia cifra, sul 31-20. Gara in ghiaccio? Beh, quando parliamo dei virus, never say never...

Infatti, capitan Damiani e compagnia cominciavano improvvisamente a pensare più alla raccolta dello scalpo che al consolidamento del vantaggio e quindi, i ragazzi di Spoleto, complici un paio di bei recuperi difensivi, iniziavano a riorganizzarsi. Soprattutto in difesa i locali alzavano il ritmo, mentre il fruscio del macramé diventava per i Virus un arcano ricordo dei giorni passati. Punticino dopo punticino Spoleto risaliva la corrente, completando la rimonta a ridosso della sirena dell'intervallo lungo sul 32-32.

Negli spogliatoi, la faccia di coach Azzoni cambiava colore, passando dall'ultravioletto all'infrarosso, e il suo eloquio andava di pari passo, accarezzando ogni nome con la giusta dose di insulti, nel tentativo di suscitare un moto di orgoglio. Purtroppo però, alla ripresa delle operazioni, il vascello dei Cimini continuava ad imbarcare acqua, scendendo pericolosamente sotto la linea di galleggiamento. Spoleto, infatti, continuava il suo atteggiamento aggressivo in difesa e, per di più, complice l'amato canestro “in discesa”, infilava un'interessante serie di triple che, ogni qualvolta i nostri riuscivano a rimettere il musetto avanti, rimetteva le cose a posto per i padroni di casa.

Per fortuna Petricca, scongelato dal frigo da coach Azzoni, trovava una prestazione d'eccellenza, facendo coincidere ogni suo minuto di permanenza in campo con un punticino, costruito a suon di penetrazioni e di interessanti giocate in miss match. Tuttavia, se la guardia dei virus era utile per la sopravvivenza,  non poteva certo abbattere il nemico da solo, nonostante la sua preparazione militare. Tanto più che sotto canestro il solo Felici combatteva con orgoglio, dall'arco lungo le polveri risultavano assai bagnate e dalla linea della carità la fortuna andava e veniva (più spesso andava...). Quando, sul 54-50 per i locali, il presidente Catalani, in tribuna, pregustava un bel referto in yellow, accadeva l'imprevedibile.

Soriano, infatti, pur rimanendo imprecisa, stringeva le maglie difensive e grazie alle penetrazioni di Damiani, al dominio di Felici nel pitturato e ai frequenti viaggi premio in lunetta, agganciava i locali e li staccava di cinque punti (59-54). Spoleto, però, non mollava e grazie anche a un Fatiganti, improvvisatosi inopinatamente nel ruolo di “sesto uomo” dell'Atomika, metteva paura. Per fortuna però, i Virus riuscivano a mantenere i nervi saldi e soprattutto almeno due possessi di vantaggio, portando a casa la rosea W e, con essa, un virtuale secondo posto in classifica a fine girone di andata, che, dopo anni di magra, ha comunque il suo perché.

E ora, poi, nel giorno della Madonna (e non è un'esclamazione alla Renato Pozzetto, anche se, piacendo agli dei del basket, potrebbe diventarlo) appuntamento a Terni con la capolista Interamna, per allungare la striscia, agganciare la vetta e, soprattutto, guadagnarsi un buono pasto utile a coprire la cena sociale a ridosso del Natale.

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