Viterbo SPORT

Valerio Bertotto

Foto Luca Prosperoni

E' arrivato con un passato importante nel calcio e un bagaglio carico di esperienza e riconosciuta professionalità.

Valerio Bertotto, allenatore della Viterbese Castrense, è alla guida della squadra gialloblu in ritiro a Chianciano da poco più di una settimana, un periodo di tempo già sufficiente per avere ben chiari in mente gli obiettivi per il prossimo futuro.

Mister, cosa l’ha convinta a scegliere Viterbo e la Viterbese?

“La cosa che mi premeva dio più era dare continuità al mio lavoro, ho tanta voglia fare calcio, non volevo fermarmi. Ma era necessario partire solo con chi credesse in un progetto tecnico vero e serio. L'offerta last minute è arrivata dalla Viterbese, dove subito ho trovato disponibilità totale da parte del presidente Camilli, della società, del direttore, dello staff. Si è subito creato un feeling importante, anche se non ci eravamo conosciuti prima. Tutti crediamo che il progetto tecnico che portiamo avanti insieme sia realizzabile, e credo che questo rappresenti una base di partenza seria e solida per raggiungere gli obiettivi di questa stagione.

Con la società e la dirigenza è nato un buon feeling, dunque. Con la squadra e lo staff?

“Siamo partiti subito in maniera positiva. Con la squadra mi trovo bene, i calciatori della Viterbese sono tutti ottimi professionisti, ragazzi seri. Si sono messi subito a disposizione per cominciare a lavorare insieme nel modo adeguato, anche se in lieve ritardo rispetto ad altre squadre. La loro disponibilità è totale, si stanno allenando con ritmi notevoli e questo per me è un aspetto fondamentale. Lo stesso posso dire di tutte le figure professionali che ho conosciuto e trovato qui. Quando percepisci questa empatia il lavoro va liscio, le problematiche si superano con niente”.

Entriamo nel vivo dell’aspetto tecnico. Dopo otto giorni di lavoro, ha già la percezione di un gruppo che sappia recepire al massimo i suoi dettami di gioco?

“Direi assolutamente di sì. La squadra è work in progress, manca qualcuno ancora ma la società ci sta lavorando. La mia filosofia di gioco e di squadra l’hanno recepita tutti, dai più grandi ai giovani che sono venuti in prova tutti hanno lavorato bene. E’ chiaro che chi farà parte della Viterbese Castrense dovrà essere funzionale a questa idea di calcio.

Ha chiesto altri giocatori over alla società?

La squadra è da completare, con la società siamo perfettamente in linea sugli obiettivi in tutti i reparti e chi di dovere sta lavorando per questo. Per il resto, io dei giocatori valuto le caratteristiche tecniche e comportamentali, non anagrafiche. A me lavorare coi giovani non spaventa, quando valuto un profilo non ne faccio mai tanto un problema di età quanto di qualità. Se in un certo ruolo un ’96 è più forte di un ’90, o viceversa u ’88 è meglio di un ’97, per me la differenza la fa sempre la qualità.

Secondo lei Daniele Celiento è da considerare un centrale difensivo o potrà cambiare posizione?

Celiento è un centrale difensivo. Ha un’ottima predisposizione da centrale, è esplosivo. Poi all’occorrenza è anche un giocatore duttile, adattabile alla fascia. Ma da quella parte abbiamo già due giocatori importanti come Peverelli e Pandolfi.

Come valuta la sgambatura di ieri?

Positivamente. E’ presto, siamo ancora non al completo e di lavoro da fare ce n’è tantissimo. Ma sono emersi buoni spunti, buone indicazioni. Poi non sono i 9 gol l’importante, a me interessava capire se i ragazzi in ogni reparto avessero assimilato schemi e movimenti su cui lavoriamo da giorni. E mi pare che la risposta sia stata positiva. Apprezzo la loro grande voglia di lavorare in funzione di un comune obiettivo.

Con quale percentuale di forma si arriverà al via del campionato?

Essere partiti un po’ più tardi non mi preoccupa, la programmazione del lavoro è quella a prescindere. Lavoriamo per un rendimento costante e migliorativo nel corso del tempo: non mi interessa partire di slancio e fare al massimo 4 o 5 partite per poi calare. Stiamo lavorando per un rendimento costante nel tempo.

Domenica prossima si gioca in Coppa Italia. In questo momento della preparazione la si può considerare un ostacolo, soprattutto in vista di una trasferta in Sardegna complicata anche logisticamente a cavallo di Ferragosto?

Partiamo dal presupposto che io non scendo mai in campo per lasciare qualcosa agli avversari, quindi la Viterbese onorerà al massimo delle sue possibilità l’impegno di Coppa Italia. Però in questo momento è lecito considerare per noi la Coppa un buon test in vista della preparazione al campionato. L’obiettivo è trovare i giusti meccanismi per l’avvio della stagione.

Che ne pensa del girone A, in cui è stata inserita la Viterbese?

Era quello che mi aspettavo, il più razionale soprattutto come scelta logistica. Ci sono squadre importanti come Livorno, Alessandria, Piacenza. Squadre blasonate e impegnative. Io però credo moltissimo nel lavoro che stiamo facendo e la costruzione di questo lavoro passa attraverso l’aver sempre ben chiaro in mente l’obiettivo del successo. Procediamo a fari spenti sempre, i ragazzi devono giocare liberi e sereni, ma sempre per il successo. La base per far questo qui c'è, tutto è migliorabile ma di una cosa sono certo: la Viterbese dirà la sua. Posso aggiungere una cosa?”


Prego, ci mancherebbe.

“In questo nostro percorso mi auguro che i tifosi gialloblu stiano vicini alla squadra e alla società, accomunati dalla stessa unione di intenti, nell'interesse della Viterbese”.

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