Viterbo POLITICA L’amministrazione comunale è troppo vincolata da regole e paletti imposti da una burocrazia che nulla ha a che fare con la nostra passione

 

Federico Fracassini, coordinatore provinciale del movimento Patriae, Fronte dei popoli europei

Il trasporto della Macchina di Santa Rosa e soprattutto la straordinaria tradizione diventata Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco vanno protetti, difesi da comportamenti completamente staccati dalla città e dai cittadini.

Federico Fracassini, coordinatore provinciale del movimento Patriae, Fronte dei popoli europei, movimento vicino alla Lega Nord, dopo lo polemiche sul bando della nuova Macchina e possibili strascichi legali che fanno solo male alla festa e alla secolare storia civile e religiosa della città, lancia un’idea completamente condivisa da tutto il coordinamento: ridare Santa Rosa a viterbesi.

“L’amministrazione comunale è troppo vincolata da regole e paletti imposti da una burocrazia che nulla ha a che fare con la nostra passione per il 3 settembre – sottolinea il coordinatore – e non si può trattare un evento religioso e culturale di un’intera comunità alla stregua dell’acquisto di un arredo urbano, nemmeno fosse un lampione!”

La reazione del movimento Patriae nasce spontanea e naturale dopo la selezione per la nuova Macchina di Santa Rosa, senza alcun giudizio di merito su Gloria, che sarà sicuramente bellissima e potrà valorizzare al meglio la festa. Il problema nasce sul metodo, scelto dall’amministrazione comunale, e quindi della politica, che, come ampiamente previsto all’uscita del bando e alla scelta della commissione, ha mostrato tutta la scollatura con la città e con chi la festa la dona ogni anno ai viterbesi.

“La stessa esistenza di una commissione ristretta va in contrasto con la grandezza di una manifestazione Patrimonio dell’umanità – prosegue Fracassini -. Per questo lanciamo l’unica proposta possibile: la creazione di una Fondazione che agisca con l’unica finalità della tradizione e della cultura sulla nostra ‘piccola’ Rosa, che potrebbe legittimamente coinvolgere tutte le realtà locali che costituiscono la comunità protagonista, sia chi contribuisce ogni anno all’esistenza stessa del Trasporto della Macchina, che il mondo religioso e i cittadini. Diamo la giusta di dignità ad un avvenimento importantissimo per la nostra cultura, tradizione e devozione”.

La Fondazione potrebbe contribuire a tutelare e salvaguardare lo spirito dell’intera comunità, aprirsi all’imprenditoria, ascoltare le voci di tutti i protagonisti ed agire tenendo a margine una parte burocratica che soffoca e deprime la tradizione, soprattutto viterbese, che deve necessariamente essere “tutta d’un sentimento”.

Movimento Patriae, Fronte dei popoli europei

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