Viterbo POLITICA
Andrea Stefano Marini Balestra

Matteo Salvini

         Premettendo subito che l’”alleanza” di governo tra i movimenti politici più gettonati alle ultime elezioni politiche di primavera era l’unica possibilità per l’Italia di avere un governo che potesse governare in un sempre momento difficile per la Nazione, quindi, per evitare il ricorso ad un’ennesima anticipata caduta di una legislatura con la conseguenza di uno stallo amministrativo, questo si, un male peggiore di un governo qualunque.

         Infatti, dopo le piroette del “leader” dei 5Stelle, desideroso governare a tutti i costi, dopo il rifiuto di potersi alleare con chiunque, l’unica via d’uscita fu un governo con la Lega di Salvini che allora aveva ottenuto solo il 17% del consenso.

         Ricordiamoci le penose “trattative” per la stesura del “contratto” di governo, quindi la scelta del nome del Presidente del Consiglio, della lista dei ministri e sei sottosegretari e dei punti programmatici, che già preconizzavano future discordie.

         Era da subito evidente che anche se “pacta sunt servanda” nel corso della legislatura sarebbero emerse le profonde differenze tra i partiti ed i loro leader.

La spiegazione che può darsi risiede nella natura del Movimento 5Stelle rispetto all’assetto partitico della Lega.

Il movimento ideato da Grillo è certamente il risultato della pessima politica nazionale negli anni passati, pertanto un mostro, una specie di organismo OGM impazzito, frutto di congiunzioni tra transfughi da altri partiti, movimenti di piazza e da affabulazioni di capipopolo che hanno saputo capire il malcontento generale che, sfruttato abilmente, ha reso possibile che un terzo del corpo elettorale italiano, gli desse fiducia nell’urna.

Il programma 5Stelle, frutto di fantasie politiche ed amministrative nemmeno realizzabili in una piccola circoscrizione di un medio comune italiano, ha avuto la pretesa di farlo diventare nazionale. L’impreparazione dei vertici del movimento si sta manifestando alla grande in questi giorni, come la mancanza di una struttura di partito indispensabile per coordinare la base per prima presentare candidati soggetti degni della carica di parlamentare e non solo fantasisti portatori di illusioni.

                  Nell’altra gamba dell’esecutivo c’è la Lega di Salvini, il più vecchio partito esistente, dapprima fondato da un gruppo di lombardi sognanti la secessione del Nord, poi divenuto partito di governo sin dal 1994 e, soprattutto, ottimo amministratore delle più ricche e popolose regioni italiane.

                  La Lega ha quindi capacità comprovata di governo, una stabile organizzazione un ormai radicamento in ogni dove sul suolo italiano ed ha dimostrato nei fatti essere l’unica forza di governo capace di realizzare un programma politico realistico.

         I crescenti consensi che vengono registrati giorno per giorno dagli specialisti del sondaggio elettorale conferma che gli italiani hanno compreso che la politica della Lega non è solo frutto di un consenso effimero, di una protesta, ma di conferma che la “ricetta” leghista è quella ritenuta giusta per uscire dalle secche della recessione, dal colonialismo di Bruxelles e dalle oscure manovre della finanza internazionale.

         Questa è la differenza tra il Movimento 5Stelle e la Lega.

                  Quest’ultimo partito è retto da un segretario che dimostra, come già dimostrato in passato, di essere uno statista, cioè uomo di governo in grado catturare mediante il Presidente del Consiglio consenso dello scenario mondiale.

                  Le simpatie del governo statunitense e di quello russo come manifestato nei recenti viaggi del presidente Conte ed i rapporti con la dirigenza libica da riprova che la politica dell’immigrazione, come quella economica ed industriale a livello globale cosi come inquadrata dai tecnici della Lega, sia esatta.

                  Al contrario, nel Movimento 5Stelle manca una visione politica in ogni campo. Si cavalca solo la protesta, ora degli anti TAV, ora della TAP, poi per non fare grandi opere solo per mantenere il consenso locale di impazziti manifestanti sostenuti da politicucci di zona che hanno avuto un successo elettorale predicando chissacchè per la realizzazione di questo o quell’intervento indispensabile per la rinascita nazionale.

                  Dov’è il programma di governo di 5Stelle? Niun lo sa.

A parte il “reddito di cittadinanza”, la cui analisi porterebbe a ragionamenti lunghi, non si legge una proposta per come risolvere la gestione dell’immigrazione, della riforma fiscale e di quella giudiziaria.

Contestano la Lega per i respingimenti degli immigrati, per i provvedimenti sulla sicurezza, per la “pace fiscale”, quando solo propongono in campo giudiziario una riforma della prescrizione, e non hanno mai alzato un dito per proporre qualcosa di diverso. Capaci solo in Parlamento di proporre un enorme volume di emendamenti ai disegni di legge leghisti manco fossero all’opposizione.

                  La gente li ha capiti, li sta, infatti, abbandonando non perché non in grado realizzare le fantasie proposte in campagna elettorale, ma perché hanno capito che oltre il loro “Vaffa” c’è il vuoto.

         Ci si sta avvicinando forse presto ad una crisi di governo, poi a nuove elezioni.

Quanti “grillini” resteranno? Credo pochi, perché i loro leader hanno dimostrato non saper stare al governo, di fare gaffes istituzionali enormi e soprattutto non collaborare fattivamente con il loro attuale socio di governo.

                  Auspichiamo per il bene dell’Italia una Lega Salvini vincente ed un rinato unito centro-destra.

I risultati amministrativi di questi giorno lo stanno già dimostrando.

 

 

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