Viterbo POLITICA
Massimo Erbetti Candidato Sindaco M5S Viterbo

L'Ospedale Grande degli Infermi

“Non ci sono soldi”... È fra le motivazioni che il più delle volte ci sentiamo rispondere quando vorremmo una maggiore efficienza da parte di un servizio pubblico.

Non sapendo esattamente come stanno le cose, troviamo la risposta a volte plausibile (…colpa della crisi!).

Eppure, spesso c’è chi nasconde le proprie responsabilità dietro una tale affermazione allo stesso modo di come si getta la polvere sotto un tappeto. Invece magari soldi ci sono, seppur non in liquidità immediata e stanno proprio là in quella terra di mezzo posta tra la superficialità e la dubbia moralità.

Penso al patrimonio su cui potrebbe contare la nostra città. Penso in particolare al patrimonio ASL. C’è da dire che dipanare il groviglio in cui esso è stato trascinato è cosa difficile, poiché si dovrebbe procedere ad una larghissima ricerca tra Ospedale Grande, ASL, Comune, Regione, demanio e società alcune delle quali finite sotto inchiesta.

Sicché oggi pochissimi sanno forse in cosa consiste il “nostro” patrimonio dimenticato ed è giunto il momento di saperlo. Basterebbe ricordare l’Ospedale Grande degli Infermi per comprendere di quali cifre si sta parlando (fu stimato 18 / 20 milioni di euro); ma voglio ricordare anche il complesso di San Simone (un pezzo di storia ridotto praticamente ad una giungla), il palazzo Calabresi (oltre 2 milioni di euro la stima dell'Agenzia del Territorio nel 2007).

E poi qual è lo stato attuale della gestione dei 400 ettari del Bosco Montagna? Di questo patrimonio qualcuno conosce la storia, talvolta i benefattori dai quali esso ha avuto origine, ma poco o nulla si sa dello stato attuale, dei progetti cui si intende dar seguito, dello stato di avanzamento di quelli in essere o degli esiti di provvedimenti già assunti.

I cittadini invece hanno il diritto di essere informati e magari interpellati riguardo la gestione, la destinazione, l’alienazione che potranno essere decise. Di tanto in tanto veniamo a conoscenza che è stato necessario intervenire per porre rimedio ai gravi danni provocati dal vandalismo, oppure abbiamo notizia di nuovi saccheggi perpetrati ai nostri beni.

Questo è valso finora per tutti gli edifici che ho prima menzionato e che il più delle volte rappresentano un peso economico, più che risorse. E’ giunto il momento di procedere a verifiche profonde e attendibili per informare i Viterbesi che, certamente, non beneficiano di tali situazioni.

L’Ospedale Grande, dichiarato inagibile fra le polemiche nel dicembre del 2005 dall’allora Direttore Generale ASL Giuseppe Aloisio, fu cartolarizzato (provvedimento emesso anch’esso fra le polemiche) per decisione di Storace, nel tentativo di fare cassa e coprire parte dei debiti sanitari della Regione Lazio. Attualmente, la cartolarizzazione relativa all’Ospedale Grande ci costa una rata pari a 840.000 euro all'anno da versare alle banche che nel frattempo hanno garantito il prestito alla Regione. Così che nel 2024, anno della piena riappropriazione dell’immobile, i cittadini avranno versato una cifra (18 / 20 milioni di euro) che sarà pari al doppio del suo valore adeguato al nuovo stato.

Intendo riproporre questa annosa questione proprio perché è una delle cause delle ristrettezze che ci impediscono di curarci e vivere da cittadini con standard europei. Contrastare lo stato d’abbandono e le passività, infatti, non vuol dire soltanto coltivare l’amore per le nostre radici, ma ottimizzare i servizi con maggiori risorse umane e tecnologiche.

La mancata cura nella gestione dei nostri beni, fra l’altro frutto di donazioni, rappresenta invece uno schiaffo alla memoria dei generosi concittadini del passato e mina alle radici una società veramente solidale e democratica.

Vorrei far si che i viterbesi si sentissero motivati ad una proficua partecipazione civica garantendo loro un vero diritto all’informazione permanente circa lo stato, gli intenti e gli interessi che ruotano attorno ad un patrimonio che giace quotidianamente sotto gli occhi di tutti, ma dimenticato; vorrei che i miei concittadini si riappropriassero definitivamente di un così grande patrimonio storico-culturale ed economico, potendone decidere democraticamente le sorti.

L’oblio in cui è scivolato l’antico nome “Ospedale Grande” sembra incoraggiato appositamente per far dimenticare pure gli effetti del suo abbandono e questo non può farci sentire a posto con la coscienza. Per questi motivi intendo richiamare alla memoria l’antico patrimonio ASL, un patrimonio troppo spesso “dimenticato”.

 

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