Viterbo ELEZIONI
Andrea Stefano Marini Balestra

Andrea Stefano Marini Balestra

            Ringraziando i miei lettori che hanno raccolto l’invito di recarsi ai seggi per votare anche restando in piedi scomodamente anche sotto la pioggia anche per un’ora e più per poter essere ammessi al rito democratico del voto, l’esito elettorale di domenica scorsa è tutto nel segno del cambiamento.

Forse veramente oggi abbiamo una Terza Repubblica !

            Le logiche ottocentesche di destra e sinistra sono state archiviate anche in Italia, così come il voto fidelizzato (discorso per es.: ”Mio nonno era sinistra, papà pure ed io anche devo restarci”) di famiglia che vedeva padre, madre, figli e nipoti tutti accumunati nello stesso voto anche per lo stesso candidato.

Finalmente gli elettori italiani si sono liberati da ogni logica ed hanno votato, anche se in qualche “turandosi il naso” come avevo consigliato, in modo disinvolto e scevro da pregiudizi.

            Quale era la posta in giuoco! Enorme.

Votare omologati per le forze che avevano sostenuto i precedenti governi cosiddetti “del presidente” di scopo (fare alcune riforme e via) gli italiani non se la sono sentita.

            Il ritornello renziano e governativo della “stabilità” in occasione di una conferma al voto PD non ha fatto presa. Le minacce di un tracollo finanziario nelle borse, poi non avvenuto, non è stato creduto come nessuno se l’è sentita di perpetuare ogni politica pratica in questi ultimi anni senza utile riscontro per i cittadini.

Certo che di fronte ad una compagine che antepone il risanamento di banche ai bisogni spicci degli italiani, l’appiattimento alle “direttive” europee che hanno sconvolto il nostro sistema industriale ed hanno affondato il comparto agricolo, gli elettori, non certo facendo un deliberato salto nel buio, ma ragionando di testa propria, hanno preferito programmi elettorali che ponevano il cittadino italiano “al centro”.

            Ma, non sono comunque queste considerazioni che hanno portato al successo i nuovi protagonisti della politica italiana e precisamente: Movimento 5 Stelle e la Lega. Sarebbe riduttivo e sembrerebbe solo un’ipotesi di rivincita dei poveri cittadini italiani (molti!) battuti dalla misera politica di Renzi, ritenere il voto di ieri ad un voto di protesta.

            La verità è un’altra e cioè, che il 4 marzo 18 è nata una terza repubblica dove la sinistra storica, cioè quella derivata dal Partito comunista, poi trasformatosi nelle varie successive appellazioni di DS, Ulivo, PD ed altro, non è più quella parte che ormai da troppi anni ha fatto gli interessi delle classi lavoratrici, dei piccoli imprenditori e dei cittadini medi, cioè di quelli che una volta era il proletariato, ma dei potentati, dei comitati d’affari dei protettori dei grandi interessi della finanza internazionale che muove le su pedine approfittando della debolezza delle istituzioni europee.

Quindi, una sinistra, non sinistra nel senso classico, ma un mascherato connubio tra conservatori, finanzieri intrallazzatori internazionali appoggiati dai cd “grandi vecchi” affamatori dei popoli e delle loro culture nazionali con la scusa di un nuovo mondo integrato nelle culture e negli affari. Le politiche italiane della sinistra al governo sono state quelle che hanno agevolato l’immigrazione selvaggia per creare nuovi schiavi ed hanno collaborato perché la cultura antieuropea volgesse al declino.

Invece le politiche degli odierni vincitori, contenendo in pieno le istanze di una sinistra moderata, hanno fatto leva sul concetto di nazione, di sovranità e di priorità di esigenze del popolo, quindi una sorta di socialismo nazionale.

            Ecco la novità!

La sinistra moderna, ed attuale non è quella espressa del PD di Liberi ed Uguali ed altre listuccie tipo Bonino, ma quella presente nei cosiddetti partiti classificati di destra.

Questi ultimi hanno nei loro programmi vere istanze una volta tipiche della sinistra “classiche”, per es.:, premessa della priorità del lavoro per tutti, corretto assistenzialismo, però, soprattutto superando alcune scorie bolsceviche presenti in taluni, la fine della lotta di classe e la cooperazione tra lavoro ed impresa finalizzata al progresso della Nazione e non solo all’Europa.

Il voto degli italiani del 4 marzo 18 è stato quindi un voto convinto di sinistra (tant’è certa e sicura sia avvenuta una cannibalizzazione dei voti dal PD alla Lega), ma non della sinistra di Renzi, Gentiloni e Padoan custodi della conservazione nostalgica di un sistema di sistema governativo tramontato, ma di una attuale sinistra che si rifà ad un corretto sano nazionalismo (vedasi politica di Macron in Francia), che di fronte agli errori e danni del mondialismo, è in ripresa in tutto il mondo.

Osservate, hanno perso proprio quelle parti politiche che si sono dichiarate europeiste, viceversa vincenti quelle critiche a Bruxelles.

L’europeista Berlusconi, per non parlare della Bonino, che fine gli hanno fare gli elettori? Meditate, meditate gente.

Per concludere, il voto degli italiani non è stato un voto nostalgico clerico-fascista a favore del Movimento 5 Stelle o della Lega, ma un voto per una attuale sinistra di governo, sinistra sì, ma quella nazionale, mai vetero-marxista.

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