Viterbo ELEZIONI

Giampiero Monti, Massimo Ceccarelli, Angelo Conti

“Maggiore sicurezza? Ricordiamoci che esistono anche la Polizia Locale e Provinciale”

Giampiero Monti candidato alla Camera e Massimo Ceccarelli candidato in Regione Fratelli d’Italia - Viterbo

Sicurezza e maggiori tutele alle forze dell’ordine sono alcuni dei punti caratterizzanti il programma elettorale di Giampiero Monti, candidato alla Camera per Fratelli d’Italia e Massimo Ceccarelli candidato in Regione.

“Il grave episodio di criminalità che si è registrato qualche giorno fa a Prato Giardino impone dei provvedimenti urgenti a tutela della sicurezza dei cittadini.

In primis un necessario piano di coordinamento per le Polizie Locali da parte della Regione.

Guardando al Veneto, si potrebbe ad esempio, come primo passo, creare dei bacini ottimali dove la Polizia Locale possa operare in sinergia, specialmente nei piccoli comuni dove un numero sparuto di agenti non può certo farsi carico di tutte le mansioni affidate. Ciò permetterebbe sia di migliorare l’efficienza del servizio sia di risparmiare sulle economie a disposizione.

Per quanto riguarda invece il livello nazionale, non è più tollerabile che il corpo di Polizia Locale sia ancora inquadrato come personale impiegatizio, è quindi prioritario che venga approvato un contratto specifico che preveda le stesse prerogative dei corpi di polizia.

Un discorso a parte merita la Polizia Provinciale che in alcune province ancora esiste in altre no, in altre ancora funziona a metà. Questa situazione non è più sostenibile.

Va ripristinata con certezza giuridica la Polizia Provinciale conferendole tutte le attività di polizia ittico-venatoria, ambientale e lacuale, oltre al servizio di polizia stradale fuori dei centri abitati, in ausilio alla Polizia di Stato, in modo da garantire un’ ottimale copertura dei territori, ormai sguarniti di pattuglie, per rilevamento di sinistri ed in attività di prevenzione e non solo, come succede attualmente,  per piantonamento di autovelox.

Così facendo la Polizia di Stato sarebbe sgravata da quest’ultime mansioni e potrebbe dedicarsi, in maniera principale, al primario compito di tutela dell’ordine pubblico e repressione di reati di grave allarme sociale. 

E’necessario rimettere più uomini in divisa sulle strade, di giorno e di notte. 

Le macchine come gli autovelox o le telecamere di videosorveglianza sono sì efficaci ma non permettono un’azione immediata, non possono sostituire la funzione umana.

L’uomo in divisa sì. Questa è la differenza e ciò su cui bisogna puntare se si vuol far regredire il fenomeno dell’insicurezza vissuto dai cittadini.”

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Alternanza scuola-lavoro? La scuola deve essere un percorso di formazione e crescita prima che un serbatoio dove poter sfruttare giovani lavoratori

Angelo Conti Liberi e Uguali Candidato Regione Lazio

Liberi e Uguali mette al centro della sua campagna il diritto al lavoro. Lavoro per tutti, ma che sia stabile, professionalizzato e che sia in grado di sostenere il futuro dei giovani e delle famiglie.

Le cose non vanno bene, e si inizia proprio dalla scuola, con l’alternanza scuola lavoro a sfruttare i più giovani. La Buona Scuola, approvata dal governo Renzi, prevede 200 ore di alternanza scuola lavoro per i licei, 400 per gli istituiti tecnici ed istituti professionali. Già la prima disuguaglianza appare nitida, poiché non è ben chiaro, perché i liceali debbano “alternarsi meno” degli altri. Su 4000 studenti interessati, il 90% di chi ha fatto questa esperienza la ha giudica poco formativa.

Il Miur ribadisce che questa è un’occasione che i i ragazzi hanno per orientarsi nel mondo del lavoro, in modo da “promuovere il senso di responsabilità e accrescere la propria autostima”. “Il percorso di alternanza scuola-lavoro offre agli studenti l’opportunità di inserirsi in contesti lavorativi adatti a stimolare la propria creatività” e soprattutto “ “Lo studente in alternanza non è mai un lavoratore, ma apprende competenze coerenti con il percorso di studi scelto in realtà operative”.

Le attività svolte presso imprese, aziende, associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, ordini professionali e istituzioni hanno visto, però, studenti cimentarsi con la raccolta di mozziconi di sigarette, spiaggia di Ravanusa, Agrigento; ripulitura di pavimenti e spalare letame, in Veneto oppure, a Roma, lavorare per un call centre procacciando clienti per un portale web.

La scuola non è più un centro di sviluppo sociale e culturale, è diventato un luogo che produce tante, troppe spese. Non si investe più sul sapere, si abbassa, così, la competitività rispetto agli altri paesi d’Europa e crolla il numero dei diplomati. L’unico dato in ascesa è la dispersione scolastica + 14%.

Ora si pensa più al ritorno economico e meno a quello comunitario. Si basa la formazione su modelli produttivi dimenticando che una comunità ha bisogno, prima di tutto, di una formazione umana e critica che permetta di avere un’economia che contrasti le disuguaglianze, il razzismo, l’intolleranza.

La vera bomba sociale, che potrebbe sgretolare la società civile, può essere disinnescata solo dallo studio di discipline come letteratura, filosofia, storia e scienze etc. Queste offrono ai nostri ragazzi e ragazzi la capacità di leggere la società e accompagnarla nelle sue trasformazioni. La creatività, il pensiero critico devono essere stimolate. La scuola deve essere un percorso di formazione e crescita prima che un serbatoio dove poter sfruttare giovani lavoratori.