Vignanello POLITICA

Il deputato del Pd ieri 6 aprile a Vignanello ha illustrato l’iter e i contenuti del ddl.

“Entro l’estate contiamo di approvare in via definitiva il disegno di legge contro il bullismo e il cyber bullismo. Vogliamo così rispondere a un fenomeno preoccupante e sempre più diffuso, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico”. Lo ha annunciato Alessandro Mazzoli, deputato del Partito democratico, partecipando ieri pomeriggio a “Navigar per mare. Giornate di incontri per informare, condividere e riflettere sul tema del bullismo”, iniziativa del Comune di Vignanello alla presenza del sindaco Vincenzo Grasselli e del vicesindaco Cristina Olivieri.

“Questi – ha dichiarato il parlamentare dem – sono temi di straordinaria rilevanza e notevole complessità. La  cosa migliore è parlarne, far emergere queste problematiche affinché siano argomenti di confronto tra i cittadini: più sale la consapevolezza meglio si possono affrontare questi aspetti. Servono gli strumenti giusti per fronteggiare il bullismo: le leggi sono fondamentali ma da sole non bastano, vanno applicate e serve consapevolezza diffusa. Il provvedimento è molto atteso e serve a colmare le lacune della nostra legislazione su un tema di rilevanza sociale sempre maggiore. Parliamo di violenza, aggressioni fisiche o verbali, emarginazione di una vittima ritenuta più debole o diversa, additata per un modo di vestire non conforme o il suo orientamento sessuale. Parliamo di un disturbo delle relazioni sociali tipico dell’adolescenza ma non per questo giustificabile. Coinvolge la vittima, il bullo ma anche gli spettatori che assistono a questi episodi”.

“Questi fenomeni – ha continuato Mazzoli – avvenivano fino a poco tempo fa in una dimensione tutto sommato ristretta come la scuola o un luogo fisico preciso, ma con la diffusione degli smartphone quella nicchia diventa l’universo. Non c’è più il limite di spazio e di tempo: l’atto che il bullo compie non ha più solo il riscontro della vittima ma ha un risalto e una ricaduta di una potenza inimmaginabile. Basta riprendere gli atti di bullismo, postarli sulla rete e diventano un fatto di dominio pubblico con una durata nel tempo indefinita. La vittima peggiora così la sua condizione, finendo alla mercé di un pubblico illimitato, mentre il bullo sulla rete si sente più protetto accedendo anche in forma di anonimato. Per questo serve un controllo”.

“In Parlamento – ha raccontato il deputato Pd - abbiamo lavorato dopo un confronto con la società e tutti i soggetti che conoscono il fenomeno tramite audizioni lunghe e articolate, penso al Miur, alle forze dell’ordine, al ministero dell’Interno e alle associazioni. I numeri delle ricerche sono allarmanti. L’ultima condotta dal Censis e dalla Polizia postale rivela che nell’ultimo anno in 1.700 istituti medi e superiori il 52% dei dirigenti scolastici ha registrato un episodio di bullismo, il 10% di sexting (scambio di immagini sessuali), il 3% di adescamento online. La ricerca rivela la scarsa attenzione delle famiglie con molti dirigenti che denunciano come i genitori considerino gli episodi poco più che ragazzate. Il 90% dei ragazzi italiani tra i 14 e i 18 anni è iscritto a un social ma tendono a sottovalutarne i rischi se non sono informati. La rete è una straordinaria opportunità formativa ma è necessaria la collaborazione stretta tra i diversi soggetti per ridurne i pericoli. La strategia è educare, prevenire e poi sanzionare con un approccio multiplo fatto da istituzioni, esperti, associazioni e operatori di mercato dei servizi in Internet”.

Questo disegno di legge ha iniziato il suo percorso nel 2015 e nasce come un’iniziativa parlamentare. Partita dal Senato, la proposta alla Camera ha subito alcune modifiche, ora è tornata al Senato. Nata come legge sul cyber bullismo, nel passaggio alla Camera si è allargata ad abbracciare tutto il fenomeno del bullismo. Al Senato nasce come una legge solo per i minori ma visto che il cyber bullismo va oltre i tetti anagrafici, ci si concentrerà su tutti gli anni scolastici, andando fino ai 21 anni di età.

Mazzoli ha quindi illustrato i contenuti della legge. “Sono numerosi – ha illustrato – gli strumenti a favore delle vittime che possono ottenere l’oscuramento, la rimozione e il blocco dei contenuti entro 24 ore con apposita istanza presentata ai gestori della piattaforma. Se questi non rispondono è possibile investire il Garante della Privacy che interviene direttamente. I gestori dovranno dotarsi di procedure specifiche per essere contattati ed è previsto un codice di regolamentazione per gli operatori della rete che verrà predisposto e reso attivo da un tavolo tecnico nazionale presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Nella legge c’è un articolo specifico dedicato alla scuola che ha un ruolo cruciale nella strategia di prevenzione: prevede un aggiornamento biennale delle linee previste dal Miur, l’individuazione di un responsabile scolastico, la formazione dei docenti, incontri con gli studenti e la collaborazione con la Polizia postale.

Agli uffici scolastici regionali spetterà il finanziamento di progetti ah hoc presentati da reti di scuole. I compiti del dirigente scolastico riguardano il coinvolgimento delle famiglie e se necessario degli assistenti sociali per recuperare i bulli e assistere le vittime. Sono previste anche sanzioni in base alla gravità degli addebiti ma sempre nell’ottica della rieducazione. Lo Stato sosterrà l’attività dedicata dalla polizia postale al contrasto del fenomeno con un incremento dei fondi nel triennio 2016-2018. Il Questore viene fornito di uno  strumento in più: l’ammonimento per atti che non costituiscono reati procedibili d’ufficio, ovvero una segnalazione diretta al bullo”.

Mazzoli ha quindi concluso rivelando come un punto di discussione acceso nell’iter della legge si è aperto con le società che gestiscono le piattaforme internet che vedono queste misure come tentativi di censure al web. “Niente di più distante – ha ribadito il parlamentare dem - rispetto allo spirito della legge perché andiamo a normare e colpire attività lesive della dignità delle persone ed eventi di aggressione vera e propria. Con l’approvazione della legge non si potrà più far finta di niente: le vittime vanno tutelate e i colpevoli recuperati ma servono segnali forti e certi. La legge è stata votata al Senato da una larga maggioranza, nel passaggio alla Camera contiamo nell’approvazione definitiva per tutelare i minori e dare una risposta di civiltà a un fenomeno troppo diffuso e dalle manifestazioni preoccupanti”.