Viterbo POLITICA
Andrea Stefano Marini Balestra

            Piccola nota di colore. Nell’attesa dell’avvio della conferenza, uno dei presenti ha afferrato la bandiera europea che era collocata alla sinistra del palco e l’ha trasferita al grido “a Bruxelles, a Bruxelles” verso la porta tra gli applausi dei presenti.

            All’avvio dei lavori, Enrico Paolo, giornalista di “Libero” ha giovedì sera moderato “grossi calibri” del centro destra presenti a Viterbo presso le Terme dei Papi. Erano presenti: Francesco Aracri, Andrea Augello, Luciano Ciocchetti, Giuseppe Moles e Fabio Rampelli.

Indubbiamente un palco bel rappresentato.

            Erano presenti in sala personaggi locali del Centro-destra viterbese tra i quali Laura Allegrini, Giulio Marini, Claudio Ubertini, il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci, Umberto Fusco ed Enrico Contardo per Noi con Salvini ed un centinaio di simpatizzanti dei vari raggruppamenti delle sigle politiche, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Rivolta Italia, Direzione Italia, Popolo Idea Libertà e Comunità in movimento Cuori Italiani.

            Francesco Aracri nei suoi due interventi ha segnalato che nel 1994, quando il centro destra stravinse le elezioni politiche, la situazione era ben diversa rispetto quella odierna. Allora, il popolo dei moderati italiani era nell’effettivo timore di una scalata al potere dei comunisti guidati da Occhetto (“la meravigliosa macchina da guerra”), quindi si compattò attorno al Cavaliere e respinse la minaccia.

            Oggi, invece, il problema non è la scalata bolscevica al governo italiano, ma quello della povertà che attanaglia ormai il ceto medio, sfibrato dalla tassazione dei governi di centro-sinistra asserviti alle imposizioni europee e di conseguenza è un’esigenza prioritaria che i cittadini debbano reagire (come fecero allora nel 1994) al pericolo della prosecuzione di una dissennata politica del centro-sinistra solo capace di continue future vessazioni che nei programmi di governo della sinistra stanno sempre in agguato (adesso per es., nell’incapacità frenare la spesa pubblica, vogliono aumentare pure l’IVA!).

            Rampelli ed Augello, quest’ultimo con toni più moderati, hanno indicato la necessità di primarie del centro destra perché la scelta del leader deve tornare alla base e non cadere dall’alto.

            La difficoltà nell’unione di un centro destra, che unito (certamente vincente rispetto il PD e soprattutto 5Stelle), risiede sui personalismi dei vari leader restii, almeno sino ad oggi, restii per riconoscersi reciprocamente come capi del movimento.

            In buona sostanza, dai discorsi venuti dal palco degli oratori è giunta una volontà di unione delle forse del centro-destra, però non si è data risposta alle difficoltà operative che allo stato appaiono enormi. Basta andare in qualunque paese chiamato al prossimo voto di maggio per rendersi conto che nessuna sigla vuole sottomettersi ad un’altra solo per designare un sindaco comune.

            Purtroppo, gli interventi dei relatori sono comunque apparsi dettati da politichese stretto, fatto questo che ha determinato l’uscita dalla sala di molti convenuti prima della fine del convegno.

All’esterno, molti militanti hanno commentato che i leader del centro-destra, se vogliono tornare vincenti, devono parlare al cuore del popolo elettore, quindi, abbandonando tecnicismi politici, si rivolgano direttamente agli italiani e ricreino il risveglio dello spirito del 1994.

            Allo stato, a parere di chi scrive gli unici che perseguono questa strada sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Infatti, i loro partiti sono in crescita di consenso.

Andrea Stefano Marini Balestra

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