Viterbo POLITICA
Andrea Stefano Marini Balestra  

La pubblicazione ufficiale del Servizio Studi della Camera dei Deputati n. 216\12 Parte seconda – maggio 2016- stampato dal Poligrafico dello Stato recita: La riforma costituzionale – Testo di legge costituzionale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15.4.2016”.

         In questa pubblicazione ufficiale vi una patente violazione dell’art. 138 della vigente Costituzione che recita: “ Le leggi di revisione della Costituzione ed altre leggi costituzionali sono adottate……(omissis)”.

         Bene.

Nel vocabolario della Lingua Italiana edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana (“Treccani”) al lemma “Revisione” (pag.1385 ibidem) si legge: “Nuovo esame inteso ad accertare e a controllare ed eventualmente correggere i risultati e le valutazioni di un esame già operato” mentre al lemma “Riforma” (pag.1402 ibidem): “Modificazione sostanziale, attuata con metodo non violento, di uno stato di cose, o di un’istituzione, un ordinamento, etc”.

         Senza essere linguisti e soci dell’Accademia della Crusca, si osserva che tra il concetto di revisione e riforma ce ne corre.

         I linguisti che ripulirono i concetti dei padri costituenti del 1947 (essi infatti si avvalsero di capaci redattori di testi di legge, oggi evidentemente no) vollero usare la parola Revisione e con ciò blindarono la Costituzione Italiana che pertanto è un oggi un TESTO IMMODIFICABILE, ma solo REVISIONABILE.

         Nelle passate leggi costituzionali, che hanno aggiunto ed integrato il dettato del testo costituzionale del 1947, non si osservano che semplici revisioni, mai riforme.

Oggi pretendere di escludere il voto diretto dei cittadini per eleggere componenti di un Senato in grado di discutere, osservare, e proporre leggi nonché votare trattati internazionali e direttive europee non può ritenersi Revisione, ma una vera Riforma, cioè: “modificazione sostanziale attuata con metodo non violento” cui si vanifica il principio costituzionale espresso nella prima parte all’art 48: diritto di voto dei cittadini elettori.

Quindi diritto, non facoltà.

         Il testo del Disegno di legge costituzionale oggi all’esame referendario (rectius plebiscito) contiene vere e proprie riforme, per es. comprime il diritto di voto, pertanto appare per certo un testo anticostituzionale.

         Sono già pronti ricorsi alla Corte Costituzionale nell’ipotesi che la riforma Renzi-Boschi ottenga il via libera. Saranno guai veri quando ci si troverà nel guado di una legge Costituzionale sub judice, quindi di una “nuova” Costituzione di fatto non applicabile, senza però che rimanga vigente l’attuale “vecchia” Costituzione.

         Non vi pare questo un elemento di riflessione per votare “NO”.

Nella situazione economica italiana del momento, in bilico tra un possibile default ed un’impossibile pronta ripresa, certo non è igienico gettarsi nell’incognita di una riformata costituzione che porterà non solo ulteriori divisioni tra cittadini, ma un enorme necessità di emanare a leggi ad essa attuative (vedi legge elettorale del nuovo Senato) che non potrà che bloccare l’attuale Parlamento (che comunque resta in vigore com’è perché la Nuova costituzione entrerebbe in vigore solo nella prossima legislatura. Nel 2018 ?).

         Nel frattempo caos.

Queste sono le vere ragioni del “NO”.

         Con il rifiuto alla pretesa riforma costituzionale, le cose restano come sono e come sono state collaudate e verificate per quasi 70 anni, anni nei quali nessun dittatore è apparso nella politica, nessuna guerra è stata combattuta, la coscienza democratica si è affermata e l’Italia è cresciuta (Ricordate? Negli anni 80 era la quinta potenza mondiale), ma oggi solo deperita per causa delle direttive di Bruxelles cui proprio la proposta riforma costituzionale le conferisce valore costituzionale.

Alla barba dell’indipendenza italiana conquistata con i martiri del Risorgimento e confermata col sangue di tutti combattenti durante la lotta partigiana !

Per ultimo (questa è l’ultima mia osservazione per la rubrica “La costituzione giorno per giorno”). Un proverbio (sapienza dei secoli) afferma: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quella che la lascia, ma non quella che trova”. Meditate anche su questo, ma se proprio non vi siete riusciti a farvi certa convinzione delle ragioni del No o quelle del SI, domenica prossima restate a casa.

Andrea Stefano Marini Balestra