Viterbo POLITICA
Avv. Andrea Stefano Marini Balestra


Avv. Andrea Stefano Marini Balestra

            Scrivo queste due note dopo aver ascoltato il numero speciale di “Porta a Porta” di mercoledì sera e dopo in “Matrix” il Presidente Berlusconi.

Mentre il Presidente del Consiglio Renzi accompagnato dal Ministro Lorenzin e dal Sindaco di Verona sig. Tosi, come un disco rotto hanno ripetuto che solo votando “SI” potrà esserci un rilancio della Nazione, dall’altra parte la Meloni, l’on. D’Ettorri ed il Governatore della Liguria Toti, li hanno messi al muro loro contestando le falsità contenute nel loro (ma solo loro!) noto Disegno di legge costituzionale.

            Passando adesso noi al solito commento per la Rubrica “La costituzione, giorno per giorno” all’art. 120 nel testo “novellato” si osserva che nel comma secondo, lo Stato entra a gamba tesa sull’autonomia delle Regioni. Infatti, ampliando il testo vigente, il presunto innovatore costituzionale (ripetiamo: Boschi, Verdini, ed altri) stabilisce la “esclusione dei titolari di organi di governo regionali e locali dall’esercizio delle loro rispettive funzioni quando è stato accertato lo stato di grave dissesto finanziario dell’ente”.

            Che sta a significare ciò ?

Che il Governo può sostituirsi ad organi delle Regioni, delle città metropolitane e dei comuni non solo per i motivi previsti in precedenza (per es. mancato rispetto di norme e trattati internazionali, etc) ma in ogni caso in cui questi enti territoriali versino in stato di dissesto finanziario.

            In conclusione, il Comune di Roma sarà avocato dai suoi amministratori, cosi anche la Regione Lazio ed un corollario enorme di Regioni del Sud, ed almeno un terzo abbondante di comuni.

            Lo Stato, pertanto intende sostituirsi agli enti territoriali in modo subdolo in applicazione di tale sciagurata norma alla quale dire NO è il minimo.

            I Sindaci ed amministratori locali che mi leggono sanno bene che lo Stato loro limita le risorse in maniera crescente, per cui il dissesto degli enti da loro amministrati corrono sempre di più il pericolo del “dissesto finanziario” ed in conseguenza di ciò saranno sostituiti dallo Stato per mezzo del governo di turno ed allora in barba al più volte citato dell’art.5 della prima parte della Costituzione (principio del decentramento amministrativo negli enti locali), ampli strati di popolazione saranno diretti dal governo centrale senza poter controllare i loro territori.

            Anche mediante questa norma si propone un’ipotesi di governo forte accentratore e dispotico.

            Questo particolare dell’art. 120 non è stato attentamente esaminato nel dibattito preelettorale in quanto altri punti della “schiforma” hanno attratto di più ed hanno avuto maggiore presa nel pubblico.

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