Viterbo CRONACA

Un ultimo saluto sarà recato venerdì 10 gennaio 2014 alle ore 15 presso il Cimitero comunale di Viterbo, leggi la nota del figlio Marco


San Martino al Cimino nel 1941

(Archivio Mauro Galeotti)

Ci ha lasciato il 5 Gennaio 2014, ma chi era Giovanni Battista Ambrosini, che nasce a S. Martino al Cimino, Viterbo, il 17 settembre 1948, da padre veneziano e da madre maremmana?

 

Pubblichiamo la nota che ci invia Marco Ambrosini

È deceduto a Viterbo domenica 5 gennaio 2014 Giovanni Battista Ambrosini.

 

Era nato a San Martino al Cimino (Viterbo) il 17 settembre 1948.

 

 

Artista di fama internazionale, partecipe dagli anni '60 delle più vitali ed innovative ricerche estetiche ed esperienze artistiche e culturali, aveva molto viaggiato ponendosi all'ascolto della natura e delle culture dei diversi continenti e delle diverse tradizioni; a Viterbo aveva dato vita a un'esperienza di cura dei boschi amorevole e sapiente, ed in varie parti del mondo alla realizzazione di progetti ed opere in cui saggezza e scienza ed arte - e accudente umiltà dinanzi al mondo vivente, agli elementi ed ai processi naturali - s'incontravano e cooperavano illuminandosi reciprocamente.

 

Intellettuale dai molteplici interessi e dal forte impegno civile, difensore dei diritti delle persone, dei popoli e della natura; autore di un'opera aperta in cui antropologia ed ecologia, pluralità dei linguaggi e dei segni, delle culture e delle manifestazioni della natura, si compongono in dono ed invito. Un'opera in cui meditazione teorica, vissuto esistenziale, appercezione e creazione di forme si congiungono in un esito e un afflato che esorta alla comune responsabilità, alla condivisione e alla liberazione comune.

 

 

È stato il suo un impegno ad un tempo di contemplazione e compassione, di ricerca espressiva e di convivialità all'insegna del rispetto della vita e del riconoscimento della bellezza e della dignità, di ascolto della natura e delle culture, di amore per il mondo vivente e la vivente plurale umanità, di difesa dei diritti di tutti.

 

È stato un uomo saggio e una persona buona, semplice e profonda.

 

 

Con gli strumenti dell'arte e del pensiero - con l'opera e nelle relazioni - ha dato il suo contributo all'umanità, alla sua consapevolezza ed alla sua felicità.

 

Chi lo ha conosciuto lo ricorda con affetto che non si estingue.

 

 

Un ultimo saluto sarà recato venerdì 10 gennaio 2014 alle ore 15.presso il cimitero comunale di Viterbo

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La biografia di Giovanni Battista Ambrosini

A quattordici anni si dedica già alle prime mostre. Nel 1968 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Roma e nel '70 fonda con altri compagni di Cassino il Circolo Mao tse Tung. Nel 1974, alla ricerca di nuove forme espressive, lascia la Facoltà di Architettura e comincia a viaggiare per l'Europa visitando i maggiori Musei d'arte a Berlino, Amburgo, Dusseldorf, Colonia, Monaco, Amsterdam, Londra, Parigi.

Dall'Europa si sposta nei paesi dell'Africa del Nord, Tunisia, Algeria, Marocco, dove affascinato dalla cultura, decide di soggiornarvi alcuni mesi; lasciata l'Africa si trasferisce in Spagna ed ha occasione di incontrare Salvador Dalì. Al rientro in Italia si sposa e si stabilisce nella campagna viterbese, Dal 1976 comincia il suo lavoro nei boschi: per otto anni si dedica ai rimboschimenti e alla lotta contro il fuoco.

All'inizio degli anni Ottanta, il lavoro di Giovani Battista Ambrosini si sviluppa attraverso una ricerca di spoliazione del colore e delle forme: sono di questi anni opere quali Lineare-diagonale, Plinto di volta, Costellazione. Alla fine degli anni Ottanta l'incontro con Sergio Dangelo e Sarenco è determinante per l'accostamento alla ceramica: l'artista inizia a progettare e realizzare alcune sculture ed oggetti dipinti presso le Fornaci di Albisola.

La mostra svoltasi a Roma presso lo "Studio Soligo" nel 1993 rappresenta un recupero, da parte dell'artista viterbese, sia del colore che delle forme. Nello stesso anno G. B. Ambrosini espone per la prima volta a Castello Tesino, in provincia di Trento, 12 cassette della memoria, lavori che introducono la nuova linea di ricerca dell'artista. Le cassette sono contenitori di tele, carte o formelle in gesso che sono il risultato di un lavoro operato sulla superficie dagli elementi naturali: aria, acqua, sole.

Compito dell'artista è inizialmente quello di preparare le superfici, tela o carte, affinché queste possano essere modificate dal lavoro che gli elementi naturali svolgeranno su di esse durante un arco di tempo naturale quale un Solstizio od un Equinozio.

La ricerca intrapresa e la frequentazione degli artisti Dada, Fluxus, Nucleari, Poesia visiva, Poesia concreta, Poesia sonora, T. Koening (Histoire de la peintur chez Fantomas). La banda dei marsigliesi (J. Blain ecc.) Azionismo Viennese, Desiato e la Body Art, i musicisti, V. Gelmetti, M. Bortolotti e negli ultimi anni, S. Lux e la Scuola Romana, gli Eventualisti, G. Baruchello, l'Astrazione Povera, lo hanno portato ad elaborare quello che lui chiama "astrazione umile".

Questo concetto di umiltà così terreno, così umico, così ricco di substrato è il motore di tutte le macchine che ha realizzato e che realizzerà. L'idea trainante è quella di disseminare un certo numero di macchine in diverse nazioni, queste macchine sculture, una volta costruite diventano attive, producendo ciascuna un certo numero di dipinti, ogni solstizio od equinozio, pertanto l'atto progettuale iniziale, gli permetterà di produrre contemporaneamente ed in luoghi diversi un oggetto pittorico che pur tuttavia rimane un quadro.

Note tratte da http://www.luxflux.org/artists/ambrosi/ambiog.htm