Viterbo POLITICA Leggendo Emilio mi viene da pensare che non sia tutto perduto

 

Emilio Innocenzi

Ho il piacere di leggere nel blog di Emilio Innocenzi, un ragazzo di Corchiano di ventisette anni, una riflessione che condivido e che mi fa ben pensare ad una generazione che non è marcia e da buttare, ma solo da rendere più importante, consapevole, ascoltata e partecipe.

Forse ci sono altre generazioni ormai marce e irrecuperabili che dovremmo iniziare a spodestare dalle scelte importanti della nostra vita e del nostro Paese.
Leggendo Emilio mi viene da pensare che non sia tutto perduto e che la nostra Nazione abbia ancora un’anima forte che può e deve ripartire… in fretta !
Un’anima un po’ sopita che può e deve tornare a splendere nel mondo.
Mi piace condividere le sue considerazioni:

“Non trovo la democrazia.
Guardo nei cassetti, sotto al letto e sopra gli armadi eppure niente, non trovo più la democrazia.
Scherzi a parte, se 100 anni fa, senza internet e droghe che ci distoglievano dalle cose veramente importanti ci avessero tolto il diritto di scegliere i nostri governanti, saremmo scesi in piazza numerosi e probabilmente anche armati.
Qualcuno si domanderà: Ma dove la si vede questa assenza di democrazia?
Partiamo da due anni fa, quando tutti si lamentavano delle spese esagerate all'interno dei palazzi governativi, dal più piccolo comune fino alle 2 camere più importanti del Paese.
Monti partì con la famosa “spending review”, che in inglese suona bene, un po' meno se la si chiama "revisione della spesa".

L'Europa ci chiedeva sacrifici e tagli, ovvero niente di nuovo rispetto ai precedenti governi, anche se questa volta hanno fatto parecchie vittime a livello economico e sociale: Imprenditori che si suicidavano, e si suicidano ancora, lavoratori che vedono allontanarsi sempre più la pensione insieme agli esodati della riforma Fornero, e nuclei familiari che esasperati vivono in tende o nelle proprie vetture a causa delle chiusure delle fabbriche o per i licenziamenti.
E' difficile ritrovare lavoro dopo i 40 anni e pensare che siamo una repubblica fondata sul lavoro.
Eppure nonostante il bisogno di liquidità per far ripartire proprio il mondo del lavoro e dell'imprenditoria, i tagli alla spesa pubblica non vengo attuati nel mondo della politica.

Il movimento 5 stelle proprio su questa tematica ha basato la sua campagna elettorale del 2013.
Nel loro programma i tagli maggiori andavano fatti negli stipendi e nei vitalizi dei parlamentari, difficili in realtà da decurtare poiché serve una modifica costituzionale, e la cancellazione delle provincie e del Senato, emiciclo facente le medesime funzioni della Camera dei Deputati.
Ora dopo due anni, tre governi e le promesse di Renzi, nulla è cambiato.
Forse la situazione è anche peggiorata !

I tagli agli stipendi e vitalizi, per varie ragioni politiche e tecniche, non sono stati effettuati, le provincie sono state limitate nelle loro funzioni e non sono più elette direttamente dai cittadini ed infine il Senato è ancora in vigore con l'unica novità di non essere più eletto dal popolo.
Nello specifico le provincie sono state private di molte funzioni e fungono solo da ente di controllo per le strade e poco più. Praticamente sono rimaste e sono ancora più inutili di prima e proporzionalmente rimangono più costose in quanto nessuno dei dipendenti è stato licenziato o spostato ad altro ente.
Il consiglio provinciale continua ad esistere ed a costarci in termini di stipendi, perdipiù esso non è più eletto dalla gente ma dai consiglieri comunali tramite una proporzione sulla base della grandezza dei comuni stessi.

Per chiarire: un capoluogo comunale ha un potere decisionale pari a quasi la metà della provincia; il voto di un consigliere comunale del capoluogo ha più valore di quello di un sindaco avente un comune sotto i 3000 abitanti.
Questo fa sì che le elezioni comunali, nelle quali prima si votava per l'amico onesto anche se era di uno schieramento opposto, adesso sarà preferito ad una persona di partito poichè il suo voto andrà ad influenzare l'esito delle elezioni provinciali.
Modificando le provincie insomma si è andato ad influire negativamente anche sui consigli comunali.

Simile è quello che avverrà con le elezioni del Senato della Repubblica. I consiglieri regionali e i Presidenti di Regione sembra dovranno decidere tra di loro, probabilmente con accordi politici di scambio, chi verrà eletto nel nuovo Senato che si trasforma in Camera delle Regioni.
Tutto questo diminuendo sì il numero dei parlamentari, ma senza abbatterne i costi.
Come citava la famosa frase de “il gattopardo”: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Per le elezioni che riguardano la Camera dei deputati già abbiamo visto come funzionano, ovvero si vota per una lista bloccata, quindi decisa dai partiti e non più con la preferenza.

Detto questo, è palese che il nostro voto è diventato un diritto irriso e irrisorio.
Un diritto fondamentale della democrazia e del mondo civilizzato che viene tenuto solo nel nome e non nella sostanza.
Una cancellazione di libertà guadagnate nei secoli anche con il sangue e per i quali si è combattuto anche contro dittature ed imperi.

Con gli ultimi tre anni di governi sono riusciti, tramite anche il terrore del fallimento economico, a svuotare questo diritto senza che il popolo se ne accorgesse poiché distratto dai media, e senza che protestasse né con la forza delle armi né occupando piazze pacificamente.
Queste riforme limitanti per il cittadino che fanno si che tutto venga già deciso dentro al palazzo, hanno fatto si che il cittadino stesso, deluso dalla politica, rinunciasse da tempo a esercitare il proprio voto accrescendo le percentuali di astensionismo, mai così alte nel nostro Paese.
Siamo assuefatti dai media e dai social network, nei quali sfoghiamo la nostra rabbia senza indirizzarla verso chi invece è il vero responsabile.

Ormai siamo tutti leoni da tastiera e non un fronte combattivo, troppo pigri per alzarci dalla nostra sedia e per affrontare i politici nelle piazze e negli incontri.
Sveglia gente, se continuiamo così moriremo sotto la dittatura delle multinazionali e dei poteri forti.
Siamo il popolo di Masaniello e di Garibaldi, dei fratelli Bandiera e di Targhini e Montanari, non facciamoci rubare le nostre libertà e combattiamo contro le nuove dittature politiche e finanziarie. IL DIRITTO DI VOTO E' INALIENABILE E NON SI TOCCA, E' LA MAGGIORE ESPRESSIONE DI LIBERTA'.” – Tratto da http://emilio-innocenzi.blogspot.it
Democrazia !
Spero che ognuno di noi torni ad esercitarne pienamente il diritto prima che questo ci venga totalmente rubato !
Spero che la politica tutta possa scendere uno scalino, riguadagnare umiltà e dignità e riscoprire la propria funzione per tornare attivamente a fare gli interessi degli Italiani.


Fratelli d’Italia
Il Portavoce Comunale di Viterbo
Paolo Bozzi