Viterbo POLITICA In Comune assistiamo quotidianamente a contrasti sterili sia nella maggioranza di centrosinistra sia nell’area di centrodestra

 

Le nostre istituzioni in balìa di continui scontri di parte, che non portano alcun beneficio al territorio, perdono di vista gli interessi collettivi.

In Comune assistiamo quotidianamente a contrasti sterili sia nella maggioranza di centrosinistra sia nell’area di centrodestra.

Atteggiamenti che nascondono l’unica volontà di mantenere posizioni di potere senza attuare concrete risposte ai problemi dei cittadini. Non si può commentare diversamente lo spettacolo indecoroso di queste settimane.

Ultimo in ordine di tempo l’annullamento della riunione della quinta commissione comunale che, dopo due mesi di fermo, doveva discutere su temi prioritari quali Tuscia Expo e la dismissione delle società partecipate.

Il motivo? Ufficialmente un problema di salute improvviso di una consigliera del PD che ha costretto il vicepresidente a non convocare, suo malgrado, l’assemblea e che ora intende dimettersi per la stagnazione amministrativa.

Sul tema dei rifiuti e della viabilità i risultati fallimentari di gestione sono sotto gli occhi di tutti: le frazioni di Viterbo sono invase dall’immondizia, così come molte altre aree della città; lo stato delle strade comunali e provinciali è a dir poco indecente. Sono all’ordine del giorno denunce per l’incuria di queste ultime.

Proprio oggi il Comune di Rignano Flaminio ha diffidato la provincia di Viterbo per lo stato di degrado in cui verte il tratto della Falisca, di spettanza e competenza viterbese, che attraversa il Comune in provincia di Roma, rappresentando un costante pericolo per i cittadini. Mentre l’amministrazione provinciale è completamente assorta e distolta dal lancio delle candidature per la nomina del nuovo Presidente, di una istituzione che permane e continua a produrre inefficienze.

L’incapacità amministrativa è stata dimostrata anche dalla vicenda della Talete sulla gestione del ciclo idrico dell’acqua.

Non sono bastati i proclami fatti negli ultimi anni di risanamento della partecipata, né gli annunci di accordo generale tra i Comuni della Tuscia che hanno aderito alla società di gestione. Il carico ulteriore è arrivato anche dalla Regione Lazio, che ha minacciato di commissariare tutti i Comuni che non aderiscono a Talete, indebitata fino al collo e sull’orlo del collasso.

Per il bene di tutti servirebbe dismettere queste “conduzioni ibride” dei servizi.

Nel programma di Italia Unica è ben chiara l’esigenza di ridurre l’enorme mondo delle partecipate pubbliche dove spesso le amministrazioni centrali e locali collocano attività che non possono svolgere direttamente e dove si annidano gli sprechi.  Chiudere pertanto o reinserire nella PA o privatizzare – a entità profit o non profit secondo i casi – tutte le partecipazioni attualmente detenute dalle amministrazioni centrali  e locali è assolutamente indispensabile.

Anche l’Università della Tuscia sembra essere completamente avulsa dai problemi del territorio. L’agricoltura, che dovrebbe rappresentare il nostro settore di eccellenza continua sempre più ad arretrare, nella totale indifferenza delle istituzioni.

E’ essenziale avere una concezione prospettica della crescita che riduca lo sperpero delle risorse pubbliche e punti alla rivalutazione delle nostre vocazioni endemiche.

Italia Unica Viterbo chiede che gli amministratori  e le istituzioni si occupino e lavorino seriamente in questa direzione per salvare un territorio che sta vivendo una crisi senza precedenti.

Il rilancio dell’economia parte da idee e progetti condivise che si discostano fortemente dalla distribuzione a pioggia di fondi e risorse, troppo spesso finalizzati demagogicamente al consenso e non suffragati da un piano di sviluppo organico e programmatico.

Italia Unica Viterbo 

 

 

 

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