Valentano LIBRI Immagino quanti si sorprenderanno soltanto nel leggere il titolo di questa recensione

 

Certamente Andrea Camilleri non necessita di pubblicità per i suoi libri, tanti sono i suoi appassionati lettori che, appena edito un suo libro, lo acquistano facendolo balzare alla top-ten dei libri più venduti in Italia.

Ci piace comunque segnalare la penultima sua opera "Inseguendo un’ombra" che ha sorprendenti riferimenti a Viterbo proprio in conclusione della vicenda narrata.

Così ci presenta il libro l’amico Romualdo Luzi.

Immagino quanti si sorprenderanno soltanto nel leggere il titolo di questa recensione… Non si tratta della fortunata serie del commissario Montalbano ma una delle tante perle che questo prolifico autore offre ai suoi appassionati lettori nella prestigiosa collana della Sellerio con il racconto che si anima sullo sfondo di vicende che trovano humus e ispirazione nelle pagine della “storia” millenaria della terra di Sicilia.

Ci piace definire questo scritto un vero e proprio “romanzo storico” anche perché il tutto è anche condito da note bibliografiche che naturalmente stimolano e conquistano i “bibliofili” smaliziati.

La vicenda mostra un mare di sfaccettature nella narrazione della vita di un personaggio che, nello svolgersi del Quattrocento, gli si apre dalla lettura di una piccola nota dell’amico Leonardo Sciascia.

Poi, come capita a molti storici, ha la curiosità di mettersi ad inseguire un’ombra (da qui il titolo) per delimitare le fattezze e ricostruire la straordinaria esistenza del giovane ebreo siciliano Samuel ben Nissim Abul Farag, divenuto quindi il cristiano convertito Guglielmo Raimondo Moncada, da tutti ricercato per la straordinaria sapienza, la conoscenza delle antiche scritture, della cabala e per il possesso di una biblioteca di preziosi manoscritti.

Sono i libri su cui lui ha fondato la sua conoscenza e che porta sempre con sé ovunque, perfino a Roma ove avrà rapporti strettissimi con la curia vaticana, con Sisto IV e il cardinale Giovanni Battista Cybo… Ma non sta a noi raccontare la storia. Aggiungeremo solo che per le sue disavventure lo troveremo in giro per l’Europa per poi ripassare le Alpi e tornare in Italia dove assumerà ancora un altro nome, quello di Flavio Mitridate.

Della sua cerchia di amici citeremo solo qualche nome, l’accademico romano Pomponio Leto, Giovanni Pico della Mirandola, il giovane Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, con cui il nostro Moncada avrà anche una lettera di raccomandazione che gli tornerà utile quando le sue vicende lo porteranno a Viterbo ove avrà aiuti da Angelo Farnese, fratello maggiore di Alessandro e dalla sua cognata Lella Orsini di Pitigliano, allora residenti in città nel grandioso Palazzo Farnese.

Non diciamo nemmeno cosa avverrà a Viterbo perché ogni pagina va letta con l’ansia della scoperta e poi va sottolineato che la “storia”, pur nella realtà del tempo, infine assumerà il sapore dell’ “invenzione” con cui il maestro Camilleri torna a sorprenderci ancora una volta.

Romualdo Luzi

Il Palazzo Farnese di Caprarola in un antico dipinto