Viterbo LIBRI
Emanuela Dei

Strutturato per lo più sotto forma di dialogo, "Io non ho un sogno", di Fabio Bacile di Castiglione, è un romanzo «istintivamente “filosofico”»: così lo definisce il noto critico letterario Renato Minore.

La trama vuole suggerire all'immaginazione del lettore il tentativo di esistenza di Diego, appena diplomatosi e in cerca della sua strada. Quasi nulla viene narrato: la storia si legge attraverso i pensieri e le parole del protagonista e degli altri personaggi. «Ho capito che la vita non è comprare e possedere, ma essere, donare e sorridere.

Solo mi resta sempre in testa quella domanda. È un tarlo che mi divora: a cosa servo io? Perché sto al mondo? Divertirsi ci rende felici, ma perché? Perché? Siamo tante anime sole, solo l'amore può darci il desiderio che è vita. Senza Amore ci sentiamo caccole, esseri mai nati».

Le difficoltà di comunicazione con la famiglia, l'idealizzazione del padre e la conseguente uccisione del suo mito, le amicizie sbagliate e l'angoscia per il proprio futuro porteranno il giovane a rifugiarsi nell'alcol e nella droga, rifuggendo la vita. Ma l'amore, la bellezza e l'incontro con la saggezza di un misterioso personaggio lo condurranno per un cammino iniziatico verso la rinascita. C'è anche il tema del “destino”, ne Io non ho un sogno edito da Il Seme Bianco, che preoccupa e “occupa” la mente di Diego.

Ed è come un'idea fissa e quasi ossessiva che lo insegue sempre, lo accompagna come un'ombra in tutta la sua parabola, dalla “caduta” o “cadute” iniziali con le amicizie sbagliate e l'angoscia per il proprio futuro fino alla “rinascita” conclusiva, avviata attraverso occasioni e imprevisti che sono come un provvidenziale scarto rispetto al passato. O se volete un inatteso tapis roulant che, deviando, imprime alla marcia un ritmo diverso da cui l'intero percorso risulta alla fine irriconoscibile.

Questo tema affiora tra le maglie del racconto per imporsi con bella evidenza come scolpito nelle ultime parole (una pagina di diario? Un soliloquio trascritto? Una confessione ad altri?) con cui Diego fotografa il suo sentimento, mette a fuoco la sua emozione, centra il suo sempre mobile pensiero: «Voglio vivere, ma non voglio e non posso essere una storia priva di significato. Ora voglio ballare, voglio seguire la mia strada: la percepisco. Però è tutto così fragile; anche le farfalle».

Ma soprattutto, come un fuoco che arde sotto la cenere e non è mai spento anche quando sembra esserlo, il destino “occupa” la scrittura del romanzo, impegnata com'è (nella forma aperta e disomogenea dei continui dialoghi e monologhi che segna la struttura stessa del romanzo) a “catturarlo” (quel tema con tutti i suoi conseguenti risvolti) nei panni sfuggenti di Diego, nella sua psicologia fin dove è riconoscibile, nell'identikit anche sociale del comportamento.

Fabio Bacile di Castiglione, salentino, ha restaurato l'antico e suggestivo ipogeo Bacile di Spongano al fine di ospitare al suo interno mostre d'arte, concerti, spettacoli teatrali e presentazioni di libri.

È autore dei titoli Vita (Gruppo Albatros il Filo); Grafici di borsa (Salento Books) e 7 pagine bianche (Salento Books), dal quale è stato tratto un adattamento per il teatro.

"Io non ho un sogno", Fabio Bacile di Castiglione, Il Seme Bianco, pp.143, euro 13,90.

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Io non ho un sogno”: una generazione alla ricerca della propria identità

Fabio Bacile di Castiglione scrive un romanzo per giovani diplomati

Perché questo titolo?

È una trasformazione del famoso “I have a dream” di Martin Luther King: “Io non ho un sogno” nasce dal mio desiderio di scrivere qualcosa per tutti quei ragazzi che si avvicinano alla fine delle superiori e che si sentono investiti dal dover decidere cosa fare nella vita. Molti soffrono perché hanno paura di non farcela a superare il cammino che li divide dal loro sogno.

Quando avevo diciotto anni, per esempio, mi trovai in questa situazione: per colpa dell’avvenenza delle assistenti del mio dentista, sognavo di fare il dentista a mia volta, ma ero terrorizzato dall’idea di non riuscire a superare i test di ammissione all’università. Pensavo che se non avessi superato quel concorso tutta la mia vita sarebbe stata un fallimento.

Così mi rovinai l’ultimo anno di liceo e tutta l’estate della maturità a studiare come un pazzo preso dall’ansia. In quei giorni mi innervosivano i miei amici che si lamentavano perché non avevano idea di cosa fare.

Li vedevo come dei fortunati perché per loro qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Non mi rendevo conto di come molti di loro soffrivano molto più di me perché non avere un sogno non significa certamente non desiderarlo. Così ho provato a scrivere questo testo descrivendo i turbamenti di chi cerca la propria strada e non si sente ascoltato.

Chi è Diego?

Diego è il protagonista del mio romanzo, uno dei tanti figli di papà a cui non manca la possibilità di costruirsi un futuro brillante. È circondato da beni materiali ma non ha nessuna persona che sia in grado di ascoltare i suoi tormenti.

Che a rapporto ha con la famiglia, ad esempio la madre?

La mamma di Diego è una donna ansiosa, molto pettegola che si preoccupa per un non nulla. Gli sporadici incontri con suo figlio vengono presentati come dei monologhi: lei fa domande ma non si cura della risposte.

Che rapporto ha con suo padre?

Diego considera il padre un uomo vincente e lo ammira. Ma un brutto giorno scopre che tutto il denaro che guadagna proviene da oscuri traffici. Il mito paterno cade e il protagonista si ritrova solo nella ricerca della sua identità: droga, sballo e alcol saranno i suoi nuovi mentori. 

Cosa cerca Diego in realtà?

Egli crede di cercare un sogno, in realtà cerca l’amore che è in grado di dare senso all’esistenza. L’amore lo riconoscerà in una ragazza che aveva da sempre avuto vicino e che tutti ritenevano essere la ragazza giusta per lui. Con lei, finalmente, inizierà a parlare e a conoscersi.

Questo romanzo è un moderno romanzo di formazione?

Sì, credo si possa definire un moderno romanzo di formazione, anche se per formazione non si deve intendere la capacità di adeguarsi al mondo, ma la capacità di conoscere se stessi.

Diego riuscirà trovare lo scopo della sua vita?

Sì, grazie all’aiuto della fidanzata e poi c’è il rapporto con uno strano personaggio,un vecchio reduce della seconda guerra mondiale conosciuto per pura combinazione, che lo spingerà a tirare fuori la propria energia e non lo giudicherà per il cammino che sta facendo.

 

 

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