Viterbo LIBRI

Sarà presentato il 6 aprile 2017, il volume dal titolo Viterbo e i Giubilei del Rinascimento (1450-1550). Storia, personaggi, opere (GBEditoriA 2017) con i contributi di Enzo Bentivoglio, Daniela Gallavotti Cavallero, Salvatore Enrico Anselmi, Simonetta Valtieri.

Sarà presentato il volume da Giovanni Morello (Storico dell'Arte e già Presidente della Fondazione per i Beni e le Attività artistiche della Chiesa).

Interverrà: Mario Brutti (Presidente della Fondazione Carivit).

Saranno presenti gli autori e l'editore.

 Con la pubblicazione di questo volume (curato dall'Associazione RinascimentiAmo: un Futuro per il Passato, patrocinato dalla Fondazione Carivit e edito dalla GBE / Ginevra Bentivoglio EditoriA) si compie un percorso – inaugurato nel marzo dello scorso anno con un incontro alla RinascimentiAmo Gallery dedicato alla tradizione dei Giubilei – nato in coincidenza con l'apertura dell'Anno Giubilare della Misericordia indetto da papa Francesco. Questo progetto fa parte delle iniziative portate avanti dai soci dell'Associazione culturale “RinascimentiAmo: un Futuro per il Passato”, nel suo primo anno di attività, il 2016.

Nel volume, Simonetta Valtieri traccia i profili dei papi che hanno indetto i giubilei e i loro rapporti con Viterbo, approfondendo le conseguenze del giubileo di Nicolò V, che segna lo sviluppo del culto di Santa Rosa e coincide con l'arrivo a Viterbo del nuovo linguaggio rinascimentale attraverso opere di importanti artisti toscani operanti per il papa, come Benozzo Gozzoli e Bernardo Rossellino.

Enzo Bentivoglio tratta della promozione di Sisto IV nei lavori di due opere significative – il palazzo del Governatore e il Santuario della Quercia – e approfondisce il profilo del papa Farnese, di origine viterbese, che indice l'ultimo dei giubilei esaminati, leggendo attraverso la figura di Paolo III l'ascesa e il tramonto della cultura rinascimentale.

Salvatore Enrico Anselmi, nell'individuare gli interventi urbanistici e architettonici a Viterbo in vista del giubileo di Sisto IV, in un momento che vede il consolidarsi della cultura rinascimentale, analizza la pala del Salvator Mundi del Duomo di Viterbo, trovandovi una connessione con gli intenti della Bolla di emanazione del giubileo.

Daniela Gallavotti Cavallero contestualizza nel periodo critico per la Chiesa, seguito alla Riforma luterana e alla disfatta imposta dai Turchi, il dipinto della Flagellazione di Cristo di Sebastiano del Piombo, commissionato nell'anno giubilare del 1525, indetto da Clemente VII, in un tempo che vede l'affievolirsi della cultura rinascimentale.

La scelta di quest'opera per la copertina del volume, oltre che per il suo significato – una Chiesa idealizzata nella perfezione del corpo di Cristo indenne dalle violenze inferte dagli eretici e dagli infedeli – ha inteso mettere in evidenza l'altissima qualità delle opere compiute per la committenza viterbese nel Rinascimento.