Viterbo LIBRI
Leonardo Vietri

 

“L’uccello di fuoco” illustrazioni di Charlotte Gastaut, dal balletto di Igor Stravinskij  (Gallucci)

Nei primi anni del Novecento l’emigrazione in massa verso gli Stati Uniti di più di un milione di russi favorì l’instaurarsi di un nuovo rinascimento artistico che partendo da New York arrivò ben presto in Europa, grazie alla felice intuizione dell’impresario dei Ballets Russes Sergej Djagilev.

Nella miriade di coreografi, danzatori, compositori e artisti del “movimento artistico russo” dai quali poteva attingere – fra loro c’erano Stravinskij, Rachmaninov, Prokof’ev, Nižinskij, Pavolva, Ŝaljapin, Kreisler, Zimbalist – Djagilev chiese al coreografo Michail Fokin di creare un’opera autenticamente “russa” nella forma e nei contenuti, traendo ispirazione dalle fiabe tradizionali. Igor’ Fëdorovič Stravinskij, in seguito considerato uno dei massimi compositori del XX secolo, si fece notare al grande pubblico proprio in occasione della prima del suo balletto “L’oiseau de feu” – il 25 giugno 1910 al Palais Garnier di Parigi – sancendone immediatamente il grande successo di pubblico e critica.

Il volume pubblicato da Gallucci in una pregevole edizione maxi formato è caratterizzato dall’uso della pagina traforata che permette ai lettori di interagire tattilmente e visivamente con le pagine e la storia narrata grazie a questo artificio di notevole resa stilistica. La gabbia in cui viene rinchiuso l’uccello d’oro e la sagoma del castello del mago Kaščej sono tra le pagine più riuscite dell’intera fiaba raccontata dalle immagini dell’illustratrice francese Charlotte Gastaut, senza dimenticare la sensazione delle foglie e dei rami all’interno della foresta incantata dove si muovono il giovane Žarevic Ivan e la bella principessa.

Non è la prima volta che la Gastaut rimescola nel calderone delle fiabe tradizionali, dato che si è già misurata con diversi classici della mitologia come l’Odissea e Le 12 fatiche di Ercole, o fiabe come Cenerentola, Pollicina e La Sirenetta.

In questa edizione, come già nel caso del Flauto Magico tratto dall’opera di Wolgang Amadeus Mozart, ha affrontato la sfida di portare sulla carta dei classici dell’opera e del balletto, ricreando ad arte delle vere e proprie coreografie tridimensionali. Il risultato è convincente, e viene la curiosità di curiosare tra gli altri suoi libri per vedere come si è confrontata con le diverse fiabe e le loro latitudini, sia narrative che iconografiche. Ma alla Gastaut – come per magia – sembra riuscire tutto facile e suggestivo.

Leonardo Vietri

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