Viterbo LIBRI
Leonardo Vietri

“Money! Arte, economia, globalizzazione” di Luca Beatrice e Giuseppe Berta, a cura di Giulia Allegra Tosetti (Corraini Edizioni).

Impossibile scindere la storia delle società dalle loro produzioni artistiche, e allora perché non rendere conto di questo fenomeno e allo stesso tempo non farsi un’idea dei vari trend di consumo riguardanti le opere d’arte?

Partendo da un’analisi dei primi fenomeni di industrializzazione ed in seguito della globalizzazione portata dall’espansione e dall’intensificazione delle comunicazioni tra Stati Uniti ed Europa, la galleria di Money! prende le mosse dalle prime tele riguardanti appunto il processo economico, la fabbrica e il mercato.

Degas fu il primo ritraendo i mercanti di cotone a New Orleans (ma anche in Portraits à la bourse) passando per il fascino della Ville Lumière, Parigi e una ritrattistica dei mercanti d’arte fatta da Picasso, Renoir e Cezanne. Come dimenticare il celebre dipinto di Modigliani raffigurante il suo mecenate e mercante Léopold Zborowski.

Dai mercanti d’arte si passa poi agli artisti ricchi, che fecero sfoggio della loro artistica personalità e furono in grado di vendersi come oggetti d’arte: Dalì, la prima star dell’arte moderna, e poi Giorgio de Chirico e Duchamp, tra i molti altri.

Sul versante statunitense intanto l’artista latinoamericano Diego Ribeira (insieme a Frida Khalo) dipinge Detroit, la città ruggente degli anni venti attraverso 27 murales che compongono la rappresentazione Detroit Industry mentre Edward Hopper e Chrles Sheeler si fanno cantori dei paesaggi della grande crisi, per non parlare di Homeless, il quadro di William Gropper che ritrae gli “uomini e topi” portati alla fame dalle logiche industriali.

Necessariamente il passaggio fra la Grande Depressione del ’29 e il trionfo della Pop Art doveva essere quello dell’immancabile ottimismo del New Deal americano del presidente Roosevelt, tale da divenire un’icona lui stesso.

A questo punto fa il suo ingresso sua maestà Andy Warhol, che raccoglie tutti gli stimoli e li frulla nel suo centrifugatore Pop, sfornando decine di opere in serie che hanno come soggetto preferito il denaro e i simboli del consumismo più sfrenato (hamburgers, Coca-Cola, cinema) richiamando intorno a sé una lunga schiera di artisti Pop come Rosenquist, Rauschenberg, Oldenburg, Ruscha e la controparte europea, il pittore inglese Richard Hamilton, e il suo noto collage-manifesto della mostra This is Tomorrow.
Completano il volume le valutazioni dei pezzi più costosi di artisti contemporanei come Jeff Koons, Damien Hirst, Maurizio Cattelan (l’artista italiano più costoso al mondo) e delle artiste donne più care (Tamara De Lempicka, Cindy Sherman).

Leonardo Vietri