Viterbo LIBRI Questo romanzo si legge in poche ore. Divertente, ironico è un bazar di situazioni dell'assurdo
Emanuela Dei

 

Arci Capranica si dà da fare.

Accende il camino, prepara da mangiare e presenta il libro di Francesco Franceschini “Scemo chi legge”, Meridiano Zero.

Un titolo insolito per chi ama scrivere e soprattutto leggere. Ma se la frase è il pretesto per cementare una solida amicizia allora può funzionare e dare origine a una bella storia.

Bart, celebre barman del Balena Snack, muore in un letto d'ospedale ed Eddy si ritrova a raccogliere le sue ultime volontà.

Lo Jutland, nel Nord della Danimarca, è meraviglioso.

Bart vorrebbe che le sue ceneri venissero seppellite là, in modo da avere per sempre una vista mozzafiato. Una promessa va sempre mantenuta specialmente se fatta in punto di morte ed ecco che Eddy è costretto a partire, insieme al suo compare, conosciuto precedentemente in galera, alla guida di un sidecar.

Fin qui non sarebbe una storia poi tanto diversa da tante altre, ma se in questo sidecar, oltre all'urna funebre, ci sono anche una partita di cocaina purissima e un bottino di due milioni di euro, ecco che l'intreccio si aggroviglia e la “missione Jutland” diventa un' ottima ragione per sparire e far perdere le proprie tracce.

Fabrizio Franceschini ha pubblicato il suo primo libro “Le cose che abbiamo in comune sono un milione e 250” per le edizioni Newton Compton nel 2012. A causa della sua brillante scrittura è stato definito un po' 'Fabio Volo e un po' Nick Horby', cosa che lo fa ridere ogni volta che ci pensa.

Scrive due giorni alla settimana e soffre d'insonnia. Vive alla periferia di Roma in un appartamento che divide, nel caos generale, con la moglie e le due figlie adolescenti. Nei suoi romanzi i personaggi appaiono vividi e ben delineati. Uno tra tutti? “Lato per Lato, il suo nome vero era Marco, ma tutti lo conoscevano con questo soprannome perché era geometrico. Un cubo fatto di carne umana alto un metro e settanta, anche se pareva molto più basso a causa della grandezza esagerata delle spalle. Alcune volte, per entrare dalla porta, doveva girarsi leggermente di fianco. Il suo carattere l'aveva costretto ad abbandonare il ring: l'indole bonaria, non corrispondeva alla reale forza fisica, che non riusciva a usare verso che non gli aveva fatto alcun male.”

Questo romanzo si legge in poche ore. Divertente, ironico è un bazar di situazioni dell'assurdo. Il linguaggio dell'autore è semplice ed immediato, i capitoli, brevi, si susseguono velocemente senza dare al lettore il tempo di annoiarsi. Riusciranno i nostri due ex ergastolani a fuggire da polizia e mafia e consegnare le ceneri dell'amico alla terra? Comprate il libro e lo scoprirete.

Emanuela Dei

 

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 I libri

di Mauro Galeotti

 

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