Civita Castellana LIBRI Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, Mons. Divo Zadi, Vescovo emerito di Civita Castellana, rende noto il diario di guerra dello zio Giuseppe Zadi

La prima guerra mondiale fu il conflitto armato che coinvolse le principali potenze mondiali e nel maggio del 1915 anche l'Italia entrò in guerra, a fianco di Francia e Inghilterra, dopo lunghi e vibranti contrasti interni.

Contrari all'intervento si erano dichiarati, con Giolitti, molti cattolici e socialisti. Favorevoli furono i nazionalisti ma anche molti democratici e socialisti riformisti, convinti che la guerra fosse necessaria per completare l'indipendenza nazionale con la conquista di Trento e Trieste.

Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, Mons. Divo Zadi, Vescovo emerito di Civita Castellana, rende noto il diario di guerra dello zio Giuseppe Zadi, matricola n. 717 e appartenente al distretto di Arezzo.

Giuseppe ha operato maggiormente nella pianura dell'Isonzo contro le postazioni fortificate austro-ungariche, attestate lungo il corso del fiume Isonzo e nei monti San Michele e San Martino, "Monti grondanti di sangue che richiedono il sacrificio di tante vite umane".

Ogni volta gli assalti frontali degli italiani cozzarono sanguinosamente contro le trincee austro-ungariche attestate sul bordo dell'altopiano del Carso, che sbarrava agli attaccanti la via per Gorizia e Trieste.

Giuseppe Zadi non era un interventista, era pacifista, un uomo carico di valori umani e fedele all'ideale del socialismo. Nel diario riporta fedelmente lo stato d'animo, le crude sofferenze della guerra di trincea, un fronte lungo migliaia di chilometri e che occupavano milioni di combattenti.

La vita dei soldati al fronte è raccontata da molti autori, che, partecipando al conflitto, ne scoprono l'orrore e l'avversione, ma anche dalle molte lettere dei soldati alle famiglie.

Ovunque affiora nei loro manoscritti un senso di precarietà e di debolezza davanti a una guerra che sembra non avere mai fine. Tra le “voci” che sono giunte fino a noi sulla Prima Guerra Mondiale, c'è quella di Giuseppe Zadi, un autodidatta, ma che ci lascia in modo semplice e ricco di particolari, notizie interessanti e sconvolgenti della sua vita militare, vita di trincea, fatta stenti, di fatiche giornaliere, di sofferenze atroci, ma che trovano in questo diario tutta la realtà della guerra e che fu "Una inutile strage" come la definì Papa Benedetto XV.

Che queste testimonianze vere possano servire alle nuove generazioni per costruire un mondo di pace, di convivenza, dove è possibile condividere un sistema di valori comuni e universali, per la costruzione di una società giusta e solidale per un futuro di fraternità.


Giancarlo Palazzi

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