Viterbo EVENTI Centocinquanta personaggi faranno rivivere un mistero che si ripete da duemila anni
di Giuseppe Bracchi

 

La terza ed ultima rappresentazione del Presepe vivente presso la frazione de Le Coste a Montefiascone, si terrà il 6 gennaio prossimo con inizio alle ore 17,00.

Centocinquanta personaggi faranno rivivere un mistero che si ripete da duemila anni, sempre più bello e sempre nuovo per gli occhi di chi non sa trattenere la propria emozione e commozione davanti al pianto, alla semplicità e fragilità del Bambino, la cui nascita ha spaccato in due la storia, prima e dopo di Cristo, liberando l’uomo dalla legge dei numeri e dalla servitù dell’appartenenza ad ogni razza, religione, sesso e condizione umana e sociale.

La piccola e popolosa frazione de Le Coste vuole così ricordare la nascita del Cristo, secondo scene di vita quotidiana, nel rispetto della cultura e della tradizione del territorio Falisco. Per oltre tre mesi un’intera comunità ha lavorato sodo attorno al progetto elaborato da Roberto Buzi e sotto la regia dello stesso ideatore e dell’infaticabile Gianna Scoponi, per regalare al visitatore l’evento più naturale, ma più vero che mai dell’incarnazione di un Dio, fattosi uomo fra storie di vita quotidiana, che dalla Palestina hanno fatto il giro del mondo, approdando fin sopra Le Coste, lasciandosi poi cullare, ora fra le braccia sempre verdi della collina, ora fra le acque increspate di quel lago che pare raccogliere e custodire. Gustose scenette d’ordinaria amministrazione sempre antiche e sempre nuove, perché sempre antiche e sempre nuove sono le storie che nascono e muoiono nella piccola frazione de Le Coste, come in ogni parte del mondo.

Allora non sorprende che Erode, pur adornato da vesti damascate, parli il linguaggio del volgo per sancire le sue leggi e distribuire premi e punizioni ai sudditi, che a lui ricorrono nel dialetto costarolo, per avere giustizia del furto di una gallina o del porco, prima che lo stesso Re decreti con enfasi e crudeltà la strage degli innocenti.

Così come scene legate al dialetto costarolo, hanno fatto e fanno rivivere l’attesa del censimento, l’agitarsi della vita quotidiana attorno ai  bazar  delle arti e dei mestieri o al caratteristico vociare dei frequentatori della locanda, fra un bicchiere di vino e tipiche tonalità di voce, che, sempre nella forma del dialetto costarolo sottolineano il dipanarsi della vita quotidiana ed accompagnano il visitatore davanti alla stalla, dove un bimbo giace, sotto lo sguardo amorevole del papà e della mamma, riscaldato dal fiato del bue e dell’asinello.

Così è nato Gesù a Le Coste, così un’ intera frazione, fatta di uomini e donne, grandi e piccini lo ha rivisitato ed accolto e continuerà ad accoglierlo nonostante il trascorrere inesorabile del tempo ed il mutare dei suoi ritmi. Per la ricorrenza dell’Epifania, poi, il Presepe si arricchirà anche dell’arrivo e della presenza dei Magi.

 Un ringraziamento, oltre a Roberto Buzi e a Gianna Scoponi, va anche alle catechiste, per la pazienza con la quale hanno ricamato i tessuti e le vesti; un grazie agli Amici del presepe per la pazienza e la vigoria con le quali hanno ricostruito e fatto rivivere dal legno le scene della natività, sottraendo tempo necessario agli affetti familiari ed alle normali occupazioni; un grazie alle compagnie teatrali dei Burloni e di Gianlorenzo; un grazie a tutta la frazione de Le Coste e a Giancarlo Breccola per la mostra fotografica con la quale ha inteso dare un ulteriore tocco di nostalgia, un mix di storia e di ricordi vissuti e mai sbiaditi, attraverso le foto del tempo.

Giuseppe Bracchi

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