Viterbo EVENTI
 
Dalle trincee ai campi e alle officine. Dibattito pubblico sul Centenario della Vittoria nella Grande guerra.
Organizzato da Patria Socialista, Sezione Celestino Avico della Tuscia, in collaborazione con la Federazione provinciale Usb 

sabato 3 novembre 2018, ore 17.30
Sala conferenze della Federazione provinciale Usb 
via Igino Garbini, 51, Viterbo 

Seguirà vermouth d’onore 

Cento anni fa, il 4 novembre 1918, dopo aver occupato Vittorio Veneto e affondato la flotta austriaca Viribus unitis, il Corpo di spedizione italiano sbarcava a Trieste ed entrava in vigore l’Armistizio. L’11 successivo, con la capitolazione tedesca, terminava la Prima guerra mondiale, con dieci milioni di morti.  

L’Italia, che aveva mobilitato sei milioni di soldati, aveva lasciato nelle trincee più di 600 mila morti, cui si va ad aggiungere un milione di feriti, mutilati e invalidi. 

Nel Centenario della ricorrenza, Patria Socialista ricorda il sacrificio delle centinaia di migliaia di soldati, dei figli del popolo, i “fanti-contadini”, cui si deve il principale merito della Vittoria, e con esso quell’interventismo democratico e rivoluzionario che, se vedrà disattese le speranze dello sconvolgimento sociale e politico anelato, tradite dal fascismo, getterà quei semi destinati a germogliare negli anni successivi.

Il proposito è quello di sottrarre l’anniversario al reazionarismo e al nazionalismo di stampo fascista, onde restituirlo alla classe lavoratrice cui spetta di diritto.
 
Per far ciò occorre ricordare le genuine pulsioni di quella sinistra rivoluzionaria italiana che, pressoché in blocco, si riversava al Fronte per demolire quegli Imperi Centrali che già Mazzini aveva indicato come principale ostacolo all’emancipazione dei popoli europei.
 
Occorre ricordare anche l’Esperienza di Fiume, della Reggenza del Carnaro, con i suoi elementi di progresso e rivoluzione cui fattori, endogeni ed esogeni, impediranno lo sviluppo. Occorre ricordare, inoltre, quel Biennio rosso, operaio e contadino, che spesso vedeva a capo i Combattenti di guerra, e, infine, quell’Arditismo popolare, che trovava origine nei Reparti d’assalto della Guerra, nasceva su iniziativa di Arditi e combattenti, e si strutturerà come la prima vera e propria organizzazione nazionale antifascista. 

Germogli, quelli della trincea, di sangue, vitalità e coscienza, che saranno gelosamente conservati nell’opposizione durante il Ventennio, tra il carcere, il confino e l’esilio, fioriranno nella difesa della II Repubblica di Spagna e daranno i loro frutti con la Resistenza.      

 

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