Roma EVENTI
Antonello Ricci

 

Domenica 14 ottobre alle ore 17 presso lo spazio Cinema Barbarigo in Roma, davanti al metro Laurentina proiezione del Film Risveglio regia di Pietro Benedetti.

Al di là delle novità (che non mancano: l’ambizione al lungometraggio, per dirne soltanto una) e delle costanti (la consueta intenzione narrativa, con lo sviluppo filmico teso al plot).

Questo intenso Risveglio, diretto e interpretato da Pietro Benedetti con l’estro inventivo il pathos la cura artigianale che da sempre caratterizzano i suoi lavori (al cinema come a teatro), s’impone senz’altro per l’irruzione in scena di una verità forte – forte perché eterodossa – che vi si consuma senza mediazioni.

Quella dei corpi e delle voci dei 37 detenuti della casa circondariale di Civitavecchia, che vi hanno recitato dopo aver frequentato, sotto la sua vigile guida, nel corso di questo 2017, il laboratorio cinematografico “Un cielo tra le sbarre”. Alcune scene di questo film non si dimenticheranno facilmente: quella del meticoloso rito di preparazione del caffè da offrire al nuovo arrivato, per esempio.

Ma anche la partitella a carte. O la partita di pallone giocata sul campo assolato e polveroso del carcere. Le chiacchiere a tavolino e per il corridoio. Momenti di verità nuda, assoluti e imperfetti come la vita stessa, che irrompono senza filtri dal set sullo schermo, al di là di ogni – pur comprensibile e perseguito – sforzo per una retorica della recitazione.

In Risveglio i detenuti non recitano. Essi sono il loro personaggio. Sotto questo profilo Pietro – memore della pedagogia approfondita in seno all’ormai decennale esperienza targata “Banda del racconto”: dietro ogni storia raccontata ci sono un’arte attenta e un’etica dell’ascolto – lezione che egli stesso ha contribuito nel tempo ad affinare – sotto questo profilo, dicevo, Pietro è davvero insuperabile: professionale nel formare e dirigere questi uomini, simpatetico nel recitare insieme con loro, in mezzo a loro. Così che loro infine si sono fidati di lui in pieno, senza remore.

E nel film si vede. Non mancano, per chiudere, anche momenti di genuina improvvisazione (resi possibili da una totale disponibilità all’affidamento, dono prezioso dei suoi ragazzi, ma sempre incoraggiati dalla sua peculiarissima rodata maestria nell’incoraggiamento): acrobazie estemporanee al cui rischio Pietro ha saputo puntualmente-coraggiosamente lasciarsi andare.

Su tutte, non dimenticheremo qui una schitarrata di gruppo con gustosa imitazione del mitico Molleggiato, Adriano Celentano.

 

 

 

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