Gallese EVENTI
Claudio Pennisi

 

Grazie all'impegno di Don Giacomo sacerdote della Parrocchia di San Sebastiano di Gallese Scalo,

torna dopo sette anni la festa di San Sebastiano nelle giornate dell' 8, 9 e 10 giugno. Tre giornate all'insegna del divertimento, ma soprattutto della devozione verso San Sebastiano, ci saranno stand gastronomici, serate di liscio, tornei di briscola, scopa e burraco, intrattenimento per bambini, il raduno delle 500, il concerto con Radio Flit Liga Cover Band e tanto altro. Il Triduo inizierà venerdì 8 alle 18:00 con la Solennità del Sacro Cuore e terminerà domenica con una messa in Onore di San Sebastiano seguita poi da una Solenne Processione.

Visto che i tre giorni di festeggiamenti sono dedicati a San Sebastiano come non ricordare la sua storia, che magari alcuni hanno dimenticato oppure non conoscono? San Sebastiano nasce a Milano intorno all'anno 260, da genitori cristiani e benestanti, il padre viene da Narbona (Francia) mentre la madre è milanese.

Il giovane Sebastiano si trasferisce a Roma e verso l'anno 283 entra nella carriera militare accedendo al "tribunato laticlavio", primo incarico militare per i giovani, che dopo anni di servizio potevano diventare " tribuni" di una coorte e raggiungere il grado di comandante in una legione. Sebastiano dopo anni di servizio militare è  promosso a tribuno della prima coorte, quella che si trovava a difesa dell'imperatore e di Roma.

Purtroppo il 24 febbraio del 303, a Nicomedia, l'imperatore Diocleziano istigato dal cesare Galerio, pubblica un editto che scatenerà una delle più crudeli persecuzioni verso i cristiani. Nonostante tutto Sebastiano continua ad essere un fervente cristiano e lo dimostra con le sue azioni, aiuta i cristiani prigionieri e cerca di convertire anche dei militari.

Passa il tempo e il Cristianesimo si afferma anche nelle classi agiate di Roma, una delle cause di questa diffusione è identificata in Sebastiano, che è processato, accusato di tradimento e condannato a morte dal prefetto Fabiano. La pena di morte non è eseguita tramite decapitazione, ma con delle frecce scoccate dagli arcieri. Sebastiano è legato ad un palo, denudato e in breve tempo il suo corpo è trafitto da numerose frecce.

Creduto morto, il Santo viene abbandonato alla pietà di qualche cristiano che provvederà alla sua sepoltura. Quella che poi diventerà Sant'Irene, provvede a curare il corpo di Sebastiano crivellato dalle frecce fino a farlo tornare completamente in forze. Sebastiano non si allontana da Roma, come gli consigliano gli amici, ma affronta l'imperatore Massimiano, proclamando la sua fede in Gesù Cristo e rimproverandolo di perseguitare ingiustamente i cristiani.

Sebastiano è arrestato immediatamente e il sovrano lo condanna immediatamente a morte per flagellazione, il cadavere è successivamente gettato nella "Cloaca Maxima".

Il corpo ritrovato sulle rive del Tevere  è seppellito nelle catacombe sulla Via Appia. In quel luogo nel IV secolo verrà edificata una basilica dedicata agli Apostoli che nel VII secolo prenderà il nome del martire: Basilica di San Sebastiano.