Bassano Romano EVENTI E STORIA
Micaela Merlino

Cristo risorto (Foto di Micaela Merlino)

Il 21 Febbraio prossimo due pregevoli opere dell’Arte Italiana del Rinascimento lasceranno le loro abituali sedi espositive per approdare alla National Gallery di Londra, dove dal 15 Marzo al 25 Giugno 2017 è in programma la mostra “Michelangelo e Sebastiano. Un incontro di idee”, curata dal Direttore Gabriele Finaldi e da Matthias Wivel.

Si tratta della scultura Cristo Risorto conservata nella chiesa di S. Vincenzo Martire di Bassano Romano, attribuita al fiorentino Michelangelo Buonarroti (1475-1564), e del dipinto La Pietà, detto anche Compianto di Cristo morto, ora nel Museo Civico di Viterbo ma in origine collocato nella chiesa di S. Francesco, realizzato nel 1516 dal veneziano Sebastiano Luciani, meglio conosciuto come Sebastiano del Piombo (1485-1547).

Questo importante evento culturale, progettato e realizzato dalla National Gallery in collaborazione con il Credit Suisse, una partnership avviatasi già dal 2008, intende mettere in risalto la proficua collaborazione artistica e la solida amicizia, che durarono per circa un venticinquennio, tra i due grandi artisti e maestri del Rinascimento.

Il loro primo incontro avvenne nel 1511 quando il giovane Sebastiano, giunto a Roma, ebbe modo di conoscere Michelangelo, artista già affermato e allora residente in questa città, il quale stava lavorando in Vaticano. Ben presto la loro intesa si colorì anche di un accentuato carattere competitivo ai danni di Raffaello, che arrivato a Roma si stava guadagnando grande fama di artista grazie alle sue eccellenti doti.

La collaborazione tra i due fu molto proficua, e soprattutto il più giovane Sebastiano poté avvalersi di consigli, idee, disegni e bozzetti che Michelangelo volentieri gli dispensava. L’amicizia si mantenne invariata anche quando Michelangelo nel 1516 tornò a Firenze.

La scultura del Cristo Risorto, in marmo bianco, fu commissionata a Michelangelo da Metello Vari per essere collocata nella chiesa di S. Maria sopra Minerva a Roma. L’artista si mise alacremente all’opera tra il 1514 e il 1515, ma quando stava quasi per completarla si accorse che una venatura scura del marmo solcava la guancia sinistra di Cristo, deturpandone il volto, secondo lui irrimediabilmente.

Infastidito dal contrattempo, decise di non proseguire il lavoro lasciando così incompiuta la scultura. Tuttavia il Vari, considerato che si trattava pur sempre di un’opera dell’apprezzato Michelangelo, se la fece consegnare e la collocò nell’hortus (giardino) del suo palazzo. Nel 1607 la statua finì sul mercato antiquario, assai fiorente all’epoca, e fu vista dall’occhio esperto del Marchese Vincenzo Giustiniani (1564-1637) grande intenditore d’Arte e mecenate, il quale possedeva un magnifico Palazzo a Bassano Romano e una ricchissima collezione di Antichità e di opere d’arte più recenti.

Rimasto affascinato da questa scultura decise di comprarla, sborsando 300 scudi, e facendola poi completare nelle parti mancanti da un artista anonimo. Secondo lo studioso Christoph Liutpold Frommel, parti della testa sarebbero state realizzate addirittura da Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), ma non tutti sono d’accordo con questa ipotesi.

Il Marchese volle che le labbra del Cristo fossero dischiuse, affinché la statua trasmettesse l’idea del Risorto come corpo glorioso spirante nuova vita. Il nipote Andrea suo successore (Vincenzo morì nel 1637 senza lasciare eredi maschi) fece collocare la scultura nella chiesa di S. Vincenzo Martire a Bassano Romano, fatta costruire proprio dallo zio Vincenzo, sopra l’altare maggiore, che per l’occasione fu impreziosito con splendidi marmi colorati; per ragioni di pudore Cristo, nudo, fu provvisto di un perizoma.

Nel 1979 la statua fu tolta dalla sua originaria collocazione e trasportata nella prima cappella di sinistra, mentre nei primi anni del XXI secolo fu collocata nella prima cappella di destra sopra un altare del XVII secolo, dove ancora si trova. Quanto a Michelangelo, poco tempo dopo aver interrotto la lavorazione di quest’opera ne realizzò una seconda versione, il c.d. Cristo portacroce conservato a Roma nella chiesa di S. Maria sopra Minerva.

Nella National Gallery alla prima versione della statua sarà affiancata una copia in gesso del XIX secolo del Cristo portacroce, permettendo così per la prima volta al pubblico non solo di ammirare contemporaneamente le due opere, ma di coglierne le diversità e le somiglianze iconografiche e iconologiche. Da segnalare che per lungo tempo il Cristo Risorto fu attribuito ad un artista anonimo, poi grazie alle ricerche compiute dalla studiosa Silvia Squarzina Danesi nell’Archivio della famiglia Giustiniani, ora conservato presso l’Archivio di Stato di Roma a S. Ivo alla Sapienza, si scoprì che l’autore fu proprio il grande Michelangelo.

La Pietà, detta anche Compianto di Cristo morto, di Sebastiano del Piombo

L’altra opera che sarà esposta alla National Gallery è la Pietà, detta anche Compianto di Cristo morto, di Sebastiano del Piombo realizzata tra il 1512 e il 1516, il primo dipinto frutto della collaborazione tra lui e il suo amico Michelangelo. L’opera si segnala anche per il fatto che costituisce la prima iconografia di paesaggio notturno conosciuta, e per la singolare posizione in cui è raffigurato Cristo, separato dal grembo di sua madre S. Maria.

A proposito dell’ambientazione notturna della scena così scrisse Giorgio Vasari nell’opera Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti (1568) “…vi fece un paese tenebroso molto lodato, l’invenzione però ed il cartone fu di Michelagnolo”. Singolare è la scelta dell’artista di prolungare il buio oltre la morte di Cristo, in evidente contrasto con quanto raccontano i Vangeli, mentre la separazione tra il corpo di Cristo e sua Madre sottolinea una “solitudine senza speranza”, come ebbe a dire lo stesso Vasari. La mostra accoglierà altre opere dell’artista veneziano, prestiti eccezionali concessi per l’occasione, come La Visitazione (Parigi, Louvre), la Discesa di Cristo al Limbo (Madrid, Museo del Prado), e il Compianto sul Cristo morto (S. Pietroburgo, Hermitage).

In origine si trattava di un trittico collocato nella Cappella Borgherini all’interno della chiesa di S. Pietro in Montorio a Roma, che fu però separato nel 1646. Il trionfo dell’amicizia e della collaborazione tra Michelangelo e Sebastiano del Piombo sarà dunque illustrato da questa importante mostra, che accoglierà complessivamente 70 opere d’arte e parte di un carteggio epistolare. Ma la storia del lungo affetto amicale e della reciproca stima tra i due artisti ebbe un finale amaro.

Nel 1534, infatti, ebbero un grave dissidio circa la tecnica pittorica da impiegare nella realizzazione della decorazione della Cappella Sistina, che il Papa aveva commissionato a Michelangelo. Già da tempo Sebastiano si era guadagnata molta considerazione presso la corte papale, e nel 1531 gli era stata affidata anche la carica di Piombatore pontificio (Guardasigilli) delle bolle e delle lettere apostoliche, nonché gli era stato imposto di indossare la tonaca da frate.

Egli era riuscito a convincere il Papa a far realizzare ad olio, piuttosto che ad affresco, la decorazione della Cappella. Ma Michelangelo non ne voleva proprio sapere di usare quella tecnica, e secondo quanto scrisse il Vasari arrivò a dire che “…il colorire a olio era arte da donna e da persone agiate et infingarde, come frà Bastiano; e così gettata a terra l’incrostatura fatta con ordine del frate, e fatto arricciare ogni cosa in modo da poter lavorare a fresco, Michelagnolo mise mano all’opera, non si scordando però l’ingiuria che gli pareva avere ricevuta da frà Bastiano, col quale tenne odio fin quasi alla morte di lui”.

Quel dissenso lasciò il segno e la loro amicizia naufragò irrimediabilmente: Sebastiano non era più il giovane pittore che necessitava di consigli e di cartoni da Michelangelo, ma un uomo e un artista ormai maturo ed affermato, che non si faceva scrupolo di voler imporre al maestro la propria volontà. Nel mondo dell’Arte spesso la “Musa” che ha sempre dispensato più ispirazione è la Superbia.

Micaela Merlino

 

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