Viterbo EVENTI

 

All'ex mattatoio di Valle Faul un pomeriggio con al centro i temi dell'immigrazione e del valore dell'integrazione. Il Presidente Brutti: “Siamo convinti dell'importanza di costruire un habitat di convivenza”.

'Mio fratello che guardi il mondo', un evento voluto da Fondazione Carivit per promuovere a livello provinciale un tavolo sui temi dell'immigrazione e dell'accoglienza. Mercoledì all'Auditorium di Valle Faul si sono incontrati il Prefetto di Viterbo Rita Piermatti, il Presidente della Provincia Mauro Mazzola, il Sindaco di Viterbo Leonardo Michelini e il Vescovo Lino Fumagalli.

A fare gli onori di casa il Presidente Mario Brutti. Suo il discorso d'apertura: “Come Fondazione siamo convinti dell'importanza di costruire un habitat di convivenza reciprocamente vantaggiosa e che questa sia una sfida possibile e centrale per il presente e il futuro, quindi dobbiamo prepararci a trovare soluzioni intelligenti.

Ritengo che sul fenomeno ci siano seri problemi di comunicazione. Si cerca sempre di enfatizzare i contenuti più deteriori e si trascura tutto quello che può essere significativamente positivo. Con questo incontro e l'importante confronto che intendiamo avviare sul territorio vogliamo dare un contributo capace di incidere”.

La giornata di mercoledì ha evidenziato l'importante lavoro sull'integrazione portato avanti settimanalmente presso la Casa delle Arti dalla scuola d'italiano per stranieri Penny Wirton Viterbo. Il pomeriggio ha visto protagonisti oltre cento, tra ragazzi stranieri e insegnanti volontari, per una lezione negli spazi dell'ex mattatoio. Presenti anche gli studenti del liceo classico Mariano Buratti e dell'Istituto Omnicomprensivo Fabio Besta di Orte.

A organizzare il tutto la cooperativa sociale Gli Aquiloni, che ha coinvolto per l'evento l'associazione Juppiter. Un mosaico di storie, colori, idee e prospettive positive ha caratterizzato la giornata. Importanti gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni presenti.

Dal Vescovo Lino Fumagalli: “Tendiamo sempre più all’individualismo ma la verità è che non c’è un io se non in relazione con un tu. Abbiamo tutti bisogno degli altri e la cultura dell’accoglienza è l’unica strada che permetterà a ognuno di noi di realizzare ciò che è chiamato a essere per il futuro. L’individualismo rende idioti. E poi chi ci dice che tra cinquanta anni non saremo noi a premere sui confini dell’Africa?”. Al Prefetto Piermatti che ha evidenziato l'importanza di realizzare un modello d'accoglienza diffuso sul territorio provinciale, passando per Michelini: “Viterbo deve avere il volto dell'accoglienza, è nel nostro dna”; e Mauro Mazzola: “Troppa cattiva informazione, bisogna essere pronti a sostenere con forza i valori dell'accoglienza e del rispetto per l'altro, soprattutto per chi è più in difficoltà”.

In chiusura 'Essere Umani' di Marco Mengoni cantata dai ragazzi di Juppiter e della Penny Wirton, qualche lacrima di commozione e un aperitivo multietnico a ricordare che viviamo nell'era del villaggio globale e non dei muri.