Vetralla EVENTI La verve comica dei brillanti attori fa dimenticare la monotonia della scenografia fissa
di Zampa

 La Compagnia dei Casaioli di Vetralla

Entrando nel teatro parrocchiale di Cura di Vetralla, nascosto dietro la chiesa della frazione La Botte, ti aspetti di vedere un’amena recita parrocchiale, imbastita da un gruppo di dilettanti e, invece, quando si alza il sipario, capisci, in pochi minuti, il bel regalo che ti sta facendo un’affiatata compagnia teatrale, quella dei Casaioli, rappresentando uno degli originali soggetti comici di sua creazione, ambientati nel paese e recitati nel dialetto locale, da attori preparati e totalmente immersi nei personaggi di una realtà contadina di fine ‘900.

Il piccolo mondo antico in cui vivono personaggi ingenui e poco istruiti, perpetuando rituali giornalieri, superstizioni e schemi familiari anacronistici, viene turbato dalle ansie di modernità delle giovani figlie e dalle incursioni di zitelle di città, che civettano pietosamente per accalappiare un sempliciotto che credono benestante o di parenti che vivono nella capitale, passandosela male, e che cercano di trarre profitti intimidendo i campagnoli ignoranti con una grottesca simulazione di atteggiamenti da gran signora metropolitana che rivelano, invece, la loro natura di burine ripulite.

Dagli intrecci tra improbabili matrimoni combinati, pratiche per levare il malocchio, pettegole che inguaiano tutti con la loro linguaccia affilata, sordidi notai, imbroglioni matricolati, mariti ubriaconi e un po’ coglioni, nascono gag esilaranti che strappano agli spettatori fragorose risate e commenti spontanei a scena aperta.

La verve comica dei brillanti attori fa dimenticare la monotonia della scenografia fissa.
Personalmente, ho potuto godere, con grande interesse e divertimento, solo due delle cinque commedie del programma: “hanno spaso ‘na chiacchiara”, farsa in due atti degna di palcoscenici nazionali e “ l’occhiaticcio”, divertente dissacrazione  della paura del malocchio, rappresentata questo sabato e mi dolgo di non aver letto il programma quando ero in tempo per vederle tutte.

Questo è il teatro vero, quello di casa nostra, che non dovrebbe essere relegato in sale parrocchiali a causa dei costi di produzione, ma, con una maggiore attenzione da parte degli assessori alla cultura e di impresari teatrali locali, dovrebbe trovare giusto spazio e finanziamento nell’ambito delle manifestazioni popolari e culturali che, ormai, nella nostra provincia, privilegiano esclusivamente le band musicali o le compagnie teatrali già note a livello nazionale.

Io posso solo offrire, insieme alle foto scattate durante le rappresentazioni, il mio caloroso applauso ad Anna Venanzi, versatile capocomico di grande personalità ed autrice dei soggetti e dei dialoghi, al regista e attore di grande impatto comico Gabriele Giannantoni, all’eclettico Angelo Pastorelli, attor giovane che riesce persino a rappresentare due personaggi nella stessa piece, trasformandosi da contadino sempliciotto in una spassosa fattucchiera che pratica improbabili pratiche contro l’occhiaticcio, all’abile ed incisivo Mario Felli (scaltro e sordido notaio ne “ l’occhiaticcio”) e agli altri che cito di seguito, altrettanto bravi ed impegnati:

Claudio Bernini (marito malato di malocchio e dissenteria ne “l’occhiaticcio”);

Davide Ubaldi (compare Dolfino, rimediologo improvvisato che ha causato la dissenteria);

Federica Conti (Maddalena, figlia scansafatiche e con smanie di divertimento);

Lorella Ricci  (Priscilla, cittadina adescatrice di notai benestanti e zitelloni);

I promettenti bambini (figli di Lorella Ricci) Leonardo ed Eleonora Poli (ragazzi alla cerca di oboli per la festa del paese);

Enrico Bruzzichini (Bice la levatrice in “hanno spaso ‘na chiacchiara”);

Marianna Silvani (pettegola micidiale in “hanno spaso ‘na chiacchiara”) e, infine,

Simone Silvani (Tecnico luci e audio e addetto alle pubbliche relazioni e alle “rogne diverse” della compagnia).

Grazie per le belle e serene serate, vi auguro di sostituire presto la scatola per le “offerte libere”, con la biglietteria di un vero teatro.

Zampa

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