Viterbo CULTURA Il nutrito programma prevede, inoltre, il 15 novembre una conferenza su Olimpia Maidalchini Pamphili
di
Vincenzo Ceniti

Console Viterbo Touring Club

 

Il Palazzo Pamphili a san Martino al Cimino

Mentre il palazzo Pamphili di San Martino al Cimino va in malora, dopo la cancellazione delle Apt del Lazio da parte della regione, l’omologo palazzo di Valmontone continua a comunicare  interesse e cultura, forte  di un ciclo di affreschi nel piano nobile cui ha messo mani anche Mattia Preti (Taverna 1613- Malta 1699).

Sua la  “Stanza dell’Aria” (1661) dove il 3 novembre prossimo si terrà una giornata di studio sul tema “Sotto la volta dell’Aria. Mattia Preti approfondimenti e nuove ricerche” con l’esposizione (fino al 30 novembre) dello stendardo processionale prestato dal museo dell’Abate di San Martino al Cimino che Preti dipinse su commissione dell’arciconfraternita del SS. Sacramento e del Rosario per l’Anno Santo del 1650.

Lo stendardo, l’unico ad essere eseguito dal pittore di Taverna, raffigura nel recto San Martino a cavallo nell’atto di donare il mantello ad un povero e nel verso il Salvator mundi .

Il convegno di Valmontone, organizzato dal Comune e dalla Soprintendenza per i beni artistici, storici ed etnoantropologici del Lazio con il patrocinio della Repubblica di Malta, accoglie, tra gli altri,  interventi di Dora Catalano (Illustrazione dei dipinti di Mattia Preti della Stanza dell’Aria), Nicoletta Marconi (La Valletta di Mattia Preti – architettura e costruzione di una città di frontiera), Denis De Lucca (Mattia Preti architetto a Malta della “Sacra Religione”), Giorgio Leone (Mattia Preti e l’antico), Alessandro Cosma (Morire per la fede. Mattia Preti e la retorica del martirio) e Bruno Bevacqua (Il patrocinio di santa Barbara di Mattia Preti: un’ipotesi di lettura). 

Il nutrito programma prevede inoltre il 15 novembre una conferenza su Olimpia Maidalchini Pamphili (Vita e vezzi di una donna che ha cambiato lo Stato della Chiesa) e il 28 novembre l’inaugurazione della “Sala del Principe” dopo i restauri eseguiti dalla competente Soprintendenza diretta da Anna Imponente.

Il palazzo pamphiliano di Valmontone fu voluto da Camillo Pamphili, figlio di Olimpia, intorno alla metà del XVII sec. a coronamento di  un  progetto urbanistico per la realizzazione di una città ideale, “La città Panfilia”.      

Tornando a San Martino al Cimino, giova ricordare che il Palazzo Pamphili venne acquistato alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso dall’allora Ente Provinciale per il Turismo che provvide ad un suo radicale restauro per destinarlo a sede dell’ente e a centro congressuale.

Venne inaugurato nel 1996. Da allora ha accolto numerose manifestazioni artistiche e congressuali, promosse dalla stesso Ept poi Apt, fra cui la grande mostra “Il dipingere di Fiandra”, il convegno di Italcongressi, quello dei direttori degli enti turistici italiani, una giornata di studio su Mattia Preti e Corrado Alvaro, un convegno sui Cistercensi  e molte altre convention mediche, scientifiche e culturali che hanno arricchito la circolazione monetaria del posto con utili vantaggi per alberghi, ristoranti, negozi, pizzerie ed altro. . 

Oggi, come detto, è in totale abbandono, dopo la chiusura dell’Apt, e la regione Lazio (cui è confluita la proprietà), malgrado i propositi di recupero, ancora non ha fatto nulla per sottrarlo ad un inevitabile deperimento con gravi danni per l’economia turistico-culturale della zona.

Vincenzo Ceniti
Console Viterbo Touring Club 

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