Viterbo CULTURA MILITARE

L’architetto e ingegnere Ascanio Vitozzi da Bolsena a Torino (1539-1615) e la parentesi laziale al servizio di Paolo Giordano Orsini conferenza di Fabiano T. Fagliari Zeni Buchicchio

 

L’attività del capitano Ascanio Vitozzi da Bolsena al servizio del duca Carlo Emanuele di Savoia è ben nota per essere stato il maggiore architetto e ingegnere militare operante in Torino e nel ducato dal 1584 al 1615 e coadiuvato, a partire dal 1593, dal pronipote Vitozzo Vitozzi.

Ora una prima attenta ricerca e un esame comparativo fra le fonti archivistiche torinesi e quelle dell’Italia centrale consentono di mettere in luce gli stretti rapporti fra i Vitozzi di Bolsena, i Farnese, gli Sforza di Santa Fiora e i Rufini di Roma; si sono così identificate anche le madri di Ascanio e di Vitozzo.

Nel 1571 all’età di 32 anni Ascanio Vitozzi prese parte alla battaglia di Lepanto unitamente al cugino Muzio Vitozzi Rufini, a Prospero Colonna, al sabaudo Carlo Muti e al duca di Bracciano Paolo Giordano Orsini. Ancora nel 1579 mantenne contatti epistolari con conterranei di Bolsena, probabilmente già risiedendo in Roma. Qui infatti, negli anni 1582-1583, si trovò al servizio di Paolo Giordano Orsini, proprio quando l’architetto principale Giacomo del Duca era temporaneamente assente dall’Italia.

Da Roma il Vitozzi si recò a Bracciano e fu ospitato in quella Rocca per seguire e dirigere da vicino i diversi cantieri allora in piena attività nel ducato. Fece sopralluoghi e propose lavori anche nei porti lacustri di Trevignano Romano e di Anguillara Sabazia. Su richiesta dello stesso duca Orsini progettò la costruzione di una fontana pubblica presso una sorgente di campagna e il prosciugamento di due aree paludose verso Galeria per renderle coltivabili; propose la sistemazione del tratto iniziale del fiume Arrone a valle del lago di Bracciano, onde evitare il cattivo ristagno delle acque.

Questi ultimi lavori, subito dopo la partenza del Vitozzi per Torino, furono realizzati dall’architetto Ascanio Finizio da Gubbio, lo stesso che poi, sotto il pontificato di Sisto V, intraprese il prosciugamento delle paludi Pontine. Sicuramente è il Vitozzi e non Giacomo del Duca ad essere mandato, nel novembre del 1582, al servizio della comunità di Capranica per progettare il rettifilo con la piazza e le botteghe, poi mai realizzate, di fronte alla nuova chiesa della Madonna del Piano, appena realizzata su progetto del Vignola.

Non sappiamo invece da chi fu progettato l’intero acquedotto con le arcate sul fosso di Monterano, realizzato nel 1575 con una prima fontana presso la Rocca, mentre è certo che altri lavori nella Rocca di Monterano furono progettati da Giacomo del Duca poco prima del 20 aprile 1582.

Preziose testimonianze personali sono sette lettere scritte al duca di Bracciano dallo stesso Ascanio Vitozzi. Si parla anche dell’impegno professionale occorsogli per preparare un suo progetto di sistemazione del fiume Tevere per preservare Roma dalle alluvioni; si riferisce dei rapporti con il cardinale Alessandro Farnese e dei sopralluoghi alla foce del Tevere, in presenza di papa Gregorio XIII, e delle dispute con altri architetti.

Soprattutto le ultime difficoltà nei rapporti economici con il duca di Bracciano e il mancato incarico per i lavori del Tevere e delle paludi delle Chiane, a Nord di Orvieto, ci spiegano la sua scelta di allontanarsi da Roma per lavorare al servizio del duca di Savoia; non a caso anche da Torino desiderò più volte di ritornare a Roma, se effettivamente chiamato dal Papa, proprio per realizzare i suoi progetti per il Tevere e per prevenire alla città eterna i danni dalle alluvioni.

 

 

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