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Viterbo CRONACA Si tratta di un lavoro imponente: le Scuderie, infatti, sono un rudere, in balia dell'incuria
di Laura Ciulli

 

Simonetta Valtieri e Antonio Rocca

Presentato il Progetto di Restauro delle monumentali Scuderie della Rocca Albornoz sabato 22 novembre al Museo nazionale etrusco di Viterbo. Ad introdurre l'evento il direttore Valeria D'Atri e l'assessore alla cultura Antonio Delli Iaconi, che passa il testimone a Enzo Bentivoglio.

Vedi la galleria fotografica di Gianni Uggeri alla fine dell'articolo

L'architetto presenta la figura di Bramante, personaggio luminante, nella patria di Egidio di Viterbo, conoscitore della lingua caldea, latina, greca, con riferimenti a Giulio II.

Si tratta di un lavoro imponente: le Scuderie, infatti, sono un rudere, in balia dell'incuria. Una parte di Viterbo da recuperare, per un'avventura affascinante, struttura immersa per tre metri nella vegetazione, aperta a vista, in un oblio collettivo.

Fondate nel 1534 dal cardinale Albornoz, trasformate in carcere nel 1839 dall'ingegnere Federici furono acquistate al Demanio dal Comune di Viterbo nel 2012 con il contributo della Fondazione Carivit.

“Sono riemerse 24 colonne, alte 4,52 metri, nel restituire quest'opera bramantesca dopo 500 anni" afferma l'architetto Simonetta Valtieri, illustrando il progetto che recupera l'antico,  ricorrendo a tecniche moderne e sofisticate.

Per il direttore artistico di Egidio17, Antonio Rocca, emerge l'importanza di Viterbo non solo città mediovale, bensì rinascimentale, "Perché è stata seppellita questa immagine di Viterbo rinascimentale ed ho capito che questa è un'altra tappa del percorso Egidio17".

Reduce da Avignone il sindaco Leonardo Michelini in riferimento al suo viaggio afferma che si tratta di "un eventuale fidanzamento, poiché Avignone è gemellata con Siena, ma spero che diventi un matrimonio". 

Per il primo cittadino Viterbo può diventare una città europea ed anche della cultura, proprio guardando oltre, "fieri di essere Viterbesi, ma non indolenti in una regola di concorrenza con gli altri".

Nell'affollata sala conferenze erano presenti: il presidente della Fondazione Carivit, Mario Brutti, il Premio Nobel, Riccardo Valentini, ed il presidente della cooperativa sociale " La Zaffa", Salvatore Zafarana.

Laura Ciulli

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