Viterbo CRONACA Renzi la sa lunga, almeno quanto Berlusconi
Silvio Berlusconi
C come : Commento a Cassandra
Cassandra (lacitta.eu 18 luglio) ha fatto un intelligente e rigoroso ritratto dell’inconcludenza e del velleitarismo del presidente Renzi, che, non contento di (provare a) governare, pretende di fare la riforma della Costituzione.
Sono d’accordo con Cassandra su tutto o quasi. Non concordo però sull’affermazione che Renzi “la sa lunga, ma non la sa raccontare”.
Renzi la sa lunga, almeno quanto Berlusconi. E la sa raccontare benissimo, meglio di Berlusconi. Se no, perché gli italiani gli credono ormai quasi all’unanimità? persino i berlusconiani e, così pare, anche molti penta stellati?
Proprio Cassandra, il 26 giugno su questo giornale, ha definito Renzi “ottimo imbonitore”. E ottimo imbonitore è proprio chi “la sa raccontare”.
In Italia Renzi non ha problemi di credibilità se non con minoranze, che, per quanto siano agguerrite, lui trascura e snobba. Almeno così è per ora. Dove ha problemi di credibilità è in Europa. Anche là, la sa raccontare bene ed ha la battuta sempre pronta. Ecco un paio di battute europee : “Se oggi l’Europa facesse un selfie, che immagine verrebbe fuori?... [testuale, parola per parola]” “Potevano mandarci un messaggino, avremmo risparmiato un volo di stato… [battuta sunteggiata]”.
Ma i nostri partner stranieri, ammaestrati da decenni di politica italiana, chiacchierona e inconcludente, memori di personaggi come Mussolini e Berlusconi, sono molto diffidenti.
D come : Dogma della Magistratura
In Italia abbiamo tre miti, ovvero dogmi laici:
1) gli Italiani sono simpatici, brava gente
2) i Carabinieri sono corretti e fedeli
3) i Magistrati sono seri e indipendenti.
Credo fermamente nei primi due, meno nel terzo dogma; il quale, già indebolito dalla martellante aggressione berlusconiana, è meno credibile dopo la sentenza d’appello del processo Ruby. Non so quale sia la sentenza giusta, ma non mi pare né giuridicamente né razionalmente accettabile, che, in assenza di elementi nuovi, la sentenza di secondo grado sia completamente opposta a quella di primo grado.
E’ vero che per quanto riguarda il capo d’imputazione ‘concussione’ è intervenuta, tra i due gradi di giudizio, una variazione delle norme penali e quindi la sentenza è necessariamente diversa, ma per l’accusa di ‘prostituzione minorile’ nulla è cambiato, se non la valutazione dei giudici. Infatti sembra che in appello sia prevalsa la tesi della difesa: “B. poteva non sapere che Ruby era minorenne”.
Qualcuno sa dirmi se “A mia insaputa” è una malattia contagiosa?
Dicono con sussiego i vari esperti in TV: “Aspettiamo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza”. E qui la proverbiale lentezza della giustizia genera una serie di domande:
“Perché ci vogliono 90 giorni per pubblicare le motivazioni? Forse i giudici non le hanno già stabilite in camera di consiglio? E se no, allora con che criterio hanno deciso? Hanno forse tirato a sorte o deciso per simpatia, e quindi i tre mesi di tempo gli servono per escogitare una giustificazione?”
T come : Tavola rotonda (virtuale)
Nella parte n. 33 di questo vocabolario (voce: Zero a Zero) trattai di agonismo e aggressività ed esposi una mia idea impertinente e provocatoria: l’agonismo,basato su vincitori e vinti, favorisce l’aggressività e quindi è un male. Proposi anche una tavola rotonda virtuale, invitai i lettori a parteciparvi, e promisi di ritornare sull’argomento.
Alla tavola rotonda hanno partecipato due lettori. Pochi? Forse, ma non dico io stesso di avere un paio di lettori e che tanto mi basta?
Uno, anzi una lettrice (vedere lacitta.eu 29 giugno : “W de Coubertin…”) concordò con la mia tesi. Un lettore fu decisamente contrario e, bontà sua, mi prese pure garbatamente in giro (vedere lacitta.eu 30 giugno : “Si deve competere!”).
Data questa doverosa comunicazione, ritorno – come avevo promesso – sull’argomento. Mi ci spingono anche le brutte vicende dell’Ucraina, di Gaza, dell’Iraq, dell’Afganistan e delle tante lotte che insanguinano l’Africa. Ho sicuramente dimenticato altre tragedie. Ce n’è anche in casa nostra.
Ovviamente qui l’agonismo sportivo non c’entra. Ma, come scrissi a suo tempo, “Rivalità sul lavoro, concorrenza sleale, sopraffazioni e guerre … tutti questi mali, e tanti altri, potrebbero finire se non ci fosse agonismo e anche aggressività, che è l’altra faccia dell’agonismo.
Si, lo so! Questo è semplicistico, utopistico, non rispondente alla realtà della nostra natura che è aggressiva. Forse la negazione totale dell’agonismo non è neppure utile per la società perché porterebbe a negare anche la meritocrazia e il progresso. Però si può pensare almeno ad una forma attenuata di agonismo civile ?”.
Cerco di dare una risposta a questa domanda, ma oggi mi sento desolato e pessimista, come raramente mi è capitato di essere.
Dunque, possiamo certamente ipotizzare e augurarci di controllare l’agonismo, o meglio l’aggressività, ma così non andiamo molto oltre l’ipotesi e l’augurio. L’uomo è per natura aggressivo e quando riesce a controllare l’aggressività va contro natura e diventa un perdente. Se la maggior parte degli uomini riuscisse a controllare, ripeto ‘controllare’, saggiamente l’aggressività, non si risolverebbe il problema, perché sarebbero gli aggressivi puri e duri, anche se rimasti in minoranza, a prevalere e a fare quello che gli pare.
Le tragedie umane che ho citato sopra provano questa conclusione. Infatti l’ONU, che dovrebbe rappresentare gli amanti della pace, che sono tantissimi, invita alla calma e alla trattativa pacifica. Gli aggressivi, che pure a volte fanno parte dell’ONU, se ne fregano. E le conseguenze si vedono e si subiscono. Ma il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" continua a sostenere che “la nonviolenza è in cammino” … ma verso quale direzione? All’indietro?
Mi sa che Dio, quando ha creato l’uomo, non l’ha fatto in tutto simile a sé, ma anche a somiglianza del diavolo.
T come : Tirarsi su
Sabato sera, ore 22.
Controllo per l’ultima volta quello che ho scritto per questo vocabolario, che domani manderò per la pubblicazione (se il direttore Galeotti approverà con la consueta cortesia e benevolenza).
Sono stato più pessimista e impertinente del solito e me ne dispiace. Voglio tirarmi su. Un whisky e un po’ di bella musica? da gustare col vicino di casa, che sta già prendendo il fresco in giardino e mi fa cenno di avvicinarmi?
Ora stiamo in giardino, tutti e due rilassati. Ho portato il whisky (una delle poche cose buone che ci sono venute dal Regno Unito) e già lo stereo suona un po’ di jazz (una delle poche cose buone che ci sono venute dagli USA): ‘Lullaby of Birdland’ ci culla. Ma chi se ne frega di B R? (Berlusconi e Renzi, non le brigate rosse).
Mi viene in mente Rossella O’Hara che, molto giù d’umore, molto più di me, ha già detto saggiamente : “Dopo tutto, domani è un altro giorno!”.
Aggì