Viterbo CRONACA ma sì, facciamo pagare la tassa di soggiorno ai turisti

 

L'ingresso del Museo civico di Viterbo, chiuso

Oggi parlavo con mia moglie, nella solita scorretta e sconclusionata dialettica di un pranzo con il TG in sottofondo.

Ci siamo soffermati su una notizia, letta sui quotidiani locali, riferita alla proposta della maggioranza cittadina che vorrebbe imporre una tassa di soggiorno sui turisti che verranno a visitare questa città.

Allora ci siamo messi a pensare cosa potrebbe fare un turista a Viterbo. 

Abbiamo provato ad elencare cose, per vedere se il costo della tassa sommersa, poteva essere bilanciato con gli agi e le bellezze del territorio.

Perché di cosa da fare ce ne sono, dacché un turista potrebbe:

- andare ad ammirare opere della storia, lasciate dai nostri avi: capitelli, manifatture antiche, gioielli, quadri, dipinti, marmi, bronzi contenuti al Museo cittadino, non appena sarà riaperto;

- andare a vedere rappresentata un'opera, un balletto, una commedia, con l'acustica perfetta e la splendida cornice del Teatro dell'Unione, non appena sarà riaperto;

- visitare il centro pulsante della città con i negozi del lusso al Corso o in via Saffi, magari quelli che sono rimasti aperti;

- rinfrescarsi nelle fontane della città e usufruire di trattamenti cosmetici e benefici sulla pelle, con impacchi di alghe e putrescenze di piccione;

- bere, nel caldo estivo, acqua fresca dai rubinetti anche se è consigliato un dearsenificatore al seguito, a norma di legge, a causa di piccole controindicazioni;

- lasciare l'auto nei parcheggi fioriti della Valle di Faul e arrivare in centro tra i lampioni divelti da artisti dell'avanguardia viterbese, quella del post apericena;

- godere della vista di opere ciclopiche come "il risveglio" di Seward Jhonson sulla Valle di Faul, coronato di transenne di plastica arancione e decorato da altrettanti creativi con pennarelli;

- ammirare la costruzione di un ascensore, opera prima dell'inutilità asservita alla politica, come monito alle future generazioni;

- distrarsi con la rappresentazione quotidiana dello smercio della droga sopra Piazza dei Caduti;

- ammirare le potenzialità dell'integrazione fra razze diverse (dominicani, rumeni, indiani, brasiliani) in totale armonia fra loro, a scapito dei locali, presso il medesimo spazio;

- misurarsi con l'impavida impresa di mangiare un panino con la porchetta il 20 luglio, nella speranza che i brufoli non diventino grandi come le frappe;

- osservare e gioire del centro storico, facendo lo slalom fra deiezioni di uccelli, canidi, felini e a volte, in rari casi, anche di umani;

- assistere allo spettacolo delle rimozioni forzate collettive del venerdì sera, con tanto di moccoli, diasille ed anatemi;

- andare al cinema all'aperto, ma anche al chiuso, se ve ne fossero degni di tale nome, pena lasciapassare per Vitorchiano;

- affittare una bici per percorrere la famosa pista ciclabile di Strada bagni, fra le meravigliose distese di vivai e gli ottimi effluvi d'annata di depuratori poco funzionanti;

- affittare uno scooter e provare l'ebbrezza dell'anarchia stradale e, qualora si vincesse un incidentino, anche piccolo, con annesso trauma contusivo, potrebbe provare anche le meraviglie del nostro ospedale di Belcolle, eternamente incompiuto;

- potrebbe bearsi nelle acque termali, qualora si pagasse la relativa tassa annuale sull'ingresso in strutture abusive e quella regolare, assolutamente parca, in strutture private;

- potrebbe vedere una partita di calcio, di squadre blasonate, in un impianto sportivo di primissima qualità e con un pratino degno dei giardinieri di Wimbledon;

- potrebbe ammirare le meraviglie dell'ingegneria estrema, quella dei documentari del "National geografic", con le rotonde con raggi di curvatura errati, ponti di viabilità di raccordo che si affacciano su strade private, strade che si sfaldano in 5 anni;

- potrebbe fare un salto nella locale striscia di Gaza, il quartiere più popoloso della città non a caso nominato come le polveriere, confinato a ghetto da due strade dal facile accesso, specie in orari post scolastici; 

- potrebbe sostare nella Sala del consiglio comunale, di malsana bellezza, a vedere le gesta dei nostri oratori e manager, quando sono presenti (per questo bisogna fissare degli appuntamenti, pena l'annullamento dell'evento);

- affittare un SUV, per non sentirsi fuori luogo e andare al Macdrive a mangiare cibo di qualità "slow food" di fronte allo spettacolo della torre della "bella Galiana" con l'odore dell'Urcionio nei pressi, illuminata dalle insegne dello stesso esercizio;

Insomma di cose da fare ce ne sono moltissime. 

Da cittadino, fiero di abitare questa città di creativi e di fenomeni, ritengo financo giusta la tassa di soggiorno. 

Così, giusto per dire...

B.P.

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