Viterbo CRONACA C’è una frase di Oscar Wilde di cui si fa uso e abuso, ovvero "Bene o male purché se ne parli"

 

Mura esterne
della Chiesa di santa Maria Nuova

Gentilissima e stimatissima architetto Simonetta Valtieri, mi permetta ancora una volta di colloquiare con lei per l’affresco “fantasma” di Santa Maria Nuova.

Non intendo assolutamente fare polemica, non solo perché, come ripeto, sono un profano, anzi un vero disastro in materia, ma soprattutto perché il mio scopo principale e ben altro.

 

Nella sua risposta al mio precedente intervento lei ribadisce che il danno così velocemente prodotto è dipeso da interventi inconsapevoli dell’uomo.

Le do pienamente ragione in quanto l’infiltrazione dal tetto è stata causata da una mancata precisione del lavoro svolto e che, quindi, ha prodotto immancabilmente il danno.

Purtroppo, sul fatto di essere sempre l’uomo con i suoi errori o la sua ignoranza a determinare certi danni, siamo perfettamente d’accordo.

Quello su cui mi trovo in parte in disaccordo è la stuccatura esterna delle pietre.

Come può notare dalla foto che ho fatto pochi giorni fa, le stuccature hanno un’altezza di 2 metri e mezzo scarsi ed è presente anche una piccola grata che, forse, serve, sempre da profano, a dare aria all’interno delle pietre.

Nella chiesa, la base dell’affresco e a circa 1 metro e mezzo dal piancito della chiesa stessa; questa misura va aumentata per il dislivello esistente tra la sede stradale e la chiesa.

Di conseguenza un’eventuale “colpa” delle stuccature esterne potrebbe interessare solo pochi centimetri della base dell’affresco. Il danno maggiore, invece, riguarda la parte centrale e qui ritorniamo, giocoforza, al danno prodotto dall’uomo con quella maledetta perdita d’acqua.

Certamente, si sarebbe dovuto comunque restaurare l’affresco nella Cappella di San Girolamo, ma, come anche un profano come me capirebbe, è ben diverso il lavoro da fare e, naturalmente, anche il relativo costo.

Detto questo, sono costretto, per la dovuta chiarezza, ad arrivare a spiegarle lo scopo principale del presente scritto.

C’è una frase di Oscar Wilde di cui si fa uso e abuso, ovvero "Bene o male purché se ne parli". In questo caso la confermo in quanto lei, caro architetto, con l’aiuto de “lacitta.eu”, mi dà modo di riparlare dell’affresco, della necessità di recuperarlo, della speranza che vi siano persone a Viterbo amanti dell’arte che ci diano una mano.

Questo il vero scopo, non la polemica sul perché del danno.

A settembre, non so ancora dove e come, ma lo faremo sapere in tempo, riapriremo la mostra di collaborazione “Gli artisti per l’arte” nella speranza che vada meglio della prima tornata.

Saremo forse degli illusi, ma vogliamo crederci.

Chiudo questo mio dire con i miei complimenti per il lavoro svolto insieme al suo collega Enzo Bentivoglio relativo alle “Scuderie papali di Viterbo in Sallupara”.

Da viterbese, nato e cresciuto nell’ambito della parrocchia di S. Faustino, mi fa ancora più piacere.

Spero che il Comune rispetti i tempi programmati in modo tale che, per il 2015, la città potrà avere qualcosa in più da ammirare e, perché no?, da sfruttare.

Luigi Torquati

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